USA. Test disastrosi per i 13enni: in matematica si torna al 1990 – Tuttoscuola,

USA. Test disastrosi per i 13enni: in matematica si torna al 1990 – Tuttoscuola,

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Dana Goldstein, nota giornalista del New York Times specializzata in campo educativo, autrice di bestseller sulla professione docente, fa il punto in un editoriale pubblicato lo scorso 21 giugno 2023 sul vero e proprio disastro educativo provocato negli USA dalla pandemia. I risultati dei test in matematica e lettura somministrati nello scorso autunno ai tredicenni americani (ultimo anno della formazione di base prima della high school quadriennale), resi noti dal NAEP (National Assessment of Educational Progress), l’ente bipartisan indipendente che sovraintende all’esame federale di riferimento, parlano chiaro: per matematica bisogna tornare al 1990 per trovare un livello di rendimento così basso, e per la lettura al 2004.

Le prestazioni sono diminuite in modo significativo a partire dall’anno scolastico 2019-2020, quando la pandemia di coronavirus ha iniziato a colpire il sistema educativo in tutti gli Stati Uniti. Ma le tendenze al ribasso riportate il 21 giugno erano iniziate già anni prima della crisi sanitaria, e gli esperti si stanno interrogando su un decennio di risultati deludenti per gli studenti americani.

Quali le ragioni del crollo?

I tredicenni che hanno sostenuto le prove dell’esame NAEP nell’autunno 2022 quando è iniziata la pandemia avevano 10 anni, e frequentavano la quarta o quinta elementare. Molti erano abbastanza grandi per avvalersi dell’apprendimento a distanza senza l’assistenza di un adulto minuto per minuto, a differenza dei bambini più piccoli. Ma secondo gli esperti americani consultati, soprattutto psicologi, l’età dai 10 ai 13 anni è anche un periodo cruciale per imparare a padroneggiare abilità fondamentali, dalla moltiplicazione al riconoscimento dei sentimenti di un personaggio in un breve passaggio narrativo, e “questi risultati mostrano che ci sono lacune preoccupanti nelle competenze di base di questi studenti”, è la conclusione di Peggy Carr, commissario del National Center for Education Statistics, che gestisce l’esame NAEP.

Nel sistema educativo americano, altamente decentralizzato, quelli del NAEP sono tra i pochi test somministrati in modo uniforme nei diversi Stati e da molti anni, così da rendere i risultati facilmente confrontabili. I punteggi conseguiti nell’esame non comportano premi o punizioni per studenti, insegnanti o scuole, e ciò li rende particolarmente affidabili per scopi di ricerca, mancando incentivi a copiare o a insegnare in funzione del test.

Alcuni esperti, tuttavia, obiettano che il contenuto dei test NAEP abbia una limitata corrispondenza con ciò che viene effettivamente insegnato nelle aule di tutto il Paese. Il dibattito è aperto, e in alcuni distretti e Stati, in particolare in California, si prendono misure di alleggerimento dei curricula formando per esempio classi con meno studenti tredicenni nei corsi di matematica avanzata.

Tra gli elementi di preoccupazione emergenti c’è anche la diminuita percentuale di tredicenni che legge libri per divertimento e non per motivi di studio. Lo scorso autunno il 31% ha dichiarato di non leggere mai o quasi mai per divertimento, rispetto al 22% nel 2012

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