Usura, dati in crescita nel Lazio. Divorzi, lavoro perduto e l’auto nuova favoriscono i  «cravattari»

Usura, dati in crescita nel Lazio. Divorzi, lavoro perduto e l’auto nuova favoriscono i «cravattari»

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di Ilaria Sacchettoni

Roma paga Covid e stretta creditizia. «Tra le cause — scrivono gli esperti — anche un uso del denaro disinvolto e sconsiderato, assecondato dalla spinta dell’attuale società consumistica»

Tra il 16 e il 20 per cento in più di casi di usura nel Lazio dove si paga, in simultanea, l’emergenza Covid e la stretta creditizia (credit crunch). Ci si affida al «cravattaro» per ragioni talvolta imprenditoriali come la scelta, magari avventata, di ampliare il proprio locale per far fronte alla concorrenza. Ma possono bastare motivi più diffusi, tipo un divorzio, la perdita del lavoro, un banale errore di valutazione nell’affrontare il menage familiare, un’ auto fuori misura, il mantenimento di un figlio improvvisamente esigente. Tutto ciò che «porta a spendere più di quanto si guadagna e a vivere al di sopra dei propri mezzi», scrivono i magistrati della Corte dei Conti nella relazione per la prevenzione del fenomeno, può mandare in pericoloso tilt il bilancio del singolo o del nucleo familiare. Con conseguenze imprevedibili.

«Tra le cause — scrivono gli esperti — anche un uso del denaro disinvolto e sconsiderato, assecondato dalla spinta dell’attuale società consumistica e sollecitato da pubblicità insistenti, ovvero l’ aspirazione al mantenimento e/o raggiungimento di uno standard sociale medio-alto che porta a condurre stili di vita al di sopra delle proprie possibilità». L’usura ci trova permeabili, fragili e inconsapevoli dei meccanismi che inquinano una società. La moltiplicazione delle occasioni di gioco (videopoker, bingo, gratta e vinci) incide in maniera altrettanto rovinosa sul fenomeno. Di qua il motore prepotente della necessità. Di là quello altrettanto forte della criminalità, spesso organizzata. Quest’ultima ha tutto da guadagnare a investire nel settore. «Nella nuova dimensione economico-finanziaria delle organizzazioni criminali, (l’usura,ndr) è un reato sanzionato con pena non lieve nel massimo edittale ma in qualche caso, tuttavia, lo è meno gravemente di altri che caratterizzano l’appartenenza ad associazioni a delinquere; inoltre desta minore clamore mediatico, espone a minori rischi di investigazioni, non richiede particolare coraggio fisico, permette la gestione esterna di piccole e medie imprese senza esporre gli affiliati che non figurano societariamente ma le dirigono nei fatti, in molti casi è problematico da provare, anche perché spesso occultato e protetto dal timore dello stigma avvertito dalle vittime. In sostanza, commettere questo reato può risultare conveniente» è la conclusione a cui arrivano i magistrati.

Nel Lazio si è registrato un aumento dei casi nella provincia di Roma (con 39 casi nel 2020 rispetto ai 24 dell’analogo periodo dell’anno precedente) ed in quella di Frosinone (con 4 casi nel 2020 rispetto ad 1 del 2019) si legge nel rapporto. In sostanza una parte importante delle circa 200mila vittime stimate in Italia risiede nella nostra regione. Sta di fatto che la direzione investigativa antimafia ha ritenuto un anno fa di dover replicare l’allarme lanciato già nel 2019: «Le organizzazioni mafiose tenderanno a consolidare sul territorio…il proprio consenso sociale, attraverso forme di assistenzialismo da capitalizzare nelle future competizioni elettorali. Un supporto che passerà anche attraverso l’elargizione di prestiti di denaro a titolari di attività commerciali di piccole-medie dimensioni, ossia a quel reticolo sociale e commerciale su cui si regge l’economia di molti centri urbani, con la prospettiva di fagocitare le imprese più deboli, facendole diventare strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti».

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19 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 15:14)

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, 2022-07-20 13:14:00, Roma paga Covid e stretta creditizia. «Tra le cause — scrivono gli esperti — anche un uso del denaro disinvolto e sconsiderato, assecondato dalla spinta dell’attuale società consumistica», Ilaria Sacchettoni

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