Vaiolo delle scimmie, l’istituto Spallanzani: «Pronti a partire con il vaccino»

Vaiolo delle scimmie, l’istituto Spallanzani: «Pronti a partire con il vaccino»

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di Redazione Roma

Il siero prevede due dosi. La Regione Lazio è in attesa da parte del ministero della Salute dei criteri di definizione della platea

L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato ha annunciato: «Presto pronti a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox, allo Spallanzani. Attendiamo dal ministero le modalità di reclutamento». Il vaccino prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Un tentativo di arginare i contagi di vaiolo delle scimmie che è stato dichiarato «emergenza di salute pubblica internazionale» lo scorso 23 luglio dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. Nel Lazio i casi sono 104, si tratta della seconda regione italiana per numero di contagi dopo la Lombardia. Inoltre, in una circolare, ministero della Salute ha annunciato che «in specifici contesti ambientali ed epidemiologici» si potrebbe ricorrere alla misura della quarantena.

Dopo che l’Istituto Spallanzani si è detto pronto a partire, la Regione precisa di essere in attesa da parte del ministero della Salute dei criteri di definizione della platea, ossia delle regole per il reclutamento e l’indicazione delle fasce di età. Un’esortazione ad agire per evitare un contagio di massa era arrivata sulle colonne del Corriere della Sera di oggi due agosto dalla virologa Ilaria Capua.

Il direttore generale dell’istituto di Malattie infettive Spallanzani Francesco Vaia ha precisato: «Lo Spallanzani ha offerto la propria disponibilità a essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione per il Monkeypox. Abbiamo offerto la nostra expertise, anche con il contributo delle associazioni, per una corretta campagna di informazione. Attendiamo le linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando».

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, avverte: «Se si parte con un programma di vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie deve essere offerto a tutti gli italiani che rientrano nelle categorie potenzialmente a rischio. Bisogna partire con una campagna nazionale, disponibile in tutte le regioni italiane e bisogna farlo rapidamente, perché l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi pur essendo al decimo posto per numero di casi». Per Bassetti, l’annuncio dello Spallanzani «è una buona notizia ma non può essere l’unico centro a vaccinare». Per l’esperto, ci sono state delle reticenze: «credo che abbia influito molto l’aspetto ideologico perché ormai due mesi fa avevo allertato sul fatto che contagio riguarda prioritariamente maschi di età compresa fra 20 e i 40 anni omosessuali, e questo era. Oggi abbiamo quasi 25mila casi nel mondo, e oltre il 95% riguarda questa categoria di persone, alla quale sarebbe bene offrire la vaccinazione. Ma bisogna correre siamo sempre in ritardo».

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2 agosto 2022 (modifica il 3 agosto 2022 | 03:11)

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