Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista a La Stampa pubblicata oggi, 27 giugno, nella quale ha discusso a proposito della condotta e della sua idea di scuola, proprio mentre si stanno svolgendo in questi giorni gli orali degli esami di maturità.
Valditara e la traccia come “sondaggio”
Valditara ha detto di essere molto interessato alle reazioni degli studenti di fronte alla traccia sugli esami di maturità, la stessa che ha sollevato un polverone scatenando anche la risposta del diretto interessato ex ministro dell’Istruzione e del Merito Patrizio Bianchi. Il ministro ha chiesto agli ispettori del ministero di leggerle e di riferirgli quale modello hanno in mente.
“Ho chiesto ai miei ispettori di leggere le prove svolte su questo argomento. È un sondaggio straordinario, un modo per capire qual è l’opinione degli studenti. Per quello che mi riguarda il modello attualmente utilizzato non mi dispiace. Nelle tracce degli scritti non ci sono stati errori, le prove di italiano sono state generalmente apprezzate. La prova orale non è un’interrogazione disciplinare in senso stretto ma deve verificare se gli studenti hanno acquisito la capacità di fare collegamenti tra le materie, se hanno assimilato il significato di ciò che hanno studiato, se hanno acquisito un metodo, se hanno elaborato uno spirito critico. Alla fine faremo delle ulteriori riflessioni e valuteremo”, queste le parole di Valditara.
Oggi incontro con i tecnici, domani il responso
Quest’ultimo ha parlato del tema scottante di questi giorni, ossia la decisione di promuovere gli alunni responsabili dell’aggressione, in una scuola di Rovigo, ai danni di una docente con una pistola ad aria compressa. “Ho inviato gli ispettori nella scuola di Rovigo. Entro oggi dovrei avere una risposta in modo da capire se è stata rispettata la normativa di riferimento dal regolamento di disciplina dell’istituto al DPR 122/2009. In ogni caso, a prescindere da questo episodio, voglio accelerare un processo che mi sembra necessario. Già all’inizio del mio mandato avevo costituito al ministero un tavolo sul bullismo formato da psichiatri, neurologi, magistrati, professori, presidi ed altri soggetti esperti su questo argomento. Un primo segnale forte che voglio dare per affrontare gli episodi di bullismo e di violenza sarà di attribuire maggiore valore al voto di condotta. Il voto di condotta dovrà avere un ruolo importante in tutti i percorsi della scuola secondaria. Con i tecnici definiremo come questo avverrà”, questo il segnale che vuole lanciare il ministro.
Ecco come si procederà: “Oggi ci sarà un incontro con i tecnici al ministero, mercoledì renderò note alcune linee di questo intervento che darà maggiore valore alla condotta e porterà a modificare il significato delle sospensioni. Il pacchetto di misure verrà poi definito nelle prossime settimane dopo un confronto più ampio”.
L’idea di Valditara contro i bulli e la violenza nelle scuole è questa: “Secondo me quando uno studente si comporta da bullo, aggredendo un compagno o un insegnante ci vuole più scuola e non meno scuola. Non nutro simpatia per le sospensioni, tenere un ragazzo a casa per alcuni giorni significa fargli del male. Quindi bisogna fare l’opposto, dargli più scuola. Questo non vuol dire farlo tornare nella stessa classe dove ci sono l’insegnante o il compagno che ha aggredito, ma coinvolgerlo in percorsi di recupero con attività di solidarietà ovvero con un approfondito studio di certe problematiche. Il ragazzo dovrà comprendere l’importanza del rispetto verso l’altro e l’importanza della comunità”.
“Vogliamo puntare su un aspetto molto importante, vale a dire la capacità della scuola di saper accendere la lampadina che c’è in ogni ragazzo. È il vero antidoto a ogni forma di bullismo. La svolta potrà darla il percorso di personalizzazione che abbiamo introdotto nelle scuole attraverso il lavoro svolto dai docenti tutor che ascoltano i ragazzi, li aiutano a recuperare, a vincere il loro senso di sfiducia che li porterebbe ad abbandonare. Si prevedono anche attività di recupero che saranno svolte in orario extra-curriculare dai docenti delle singole discipline. Quando invece ci si troverà di fronte a casi particolarmente problematici prevediamo interventi diversi. Con il presidente dell’ordine degli psicologi penso a presìdi territoriali al servizio delle scuole dove professionisti competenti seguiranno le situazioni di maggiore disagio, d’intesa con le famiglie”, ha concluso il ministro dell’Istruzione e del Merito.
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