“Non è, come qualcuno ha detto, un provvedimento contro la modernità. Nella circolare si fa esplicito riferimento alla cittadinanza digitale. è una forma di rispetto verso i docenti e i compagni. È l’uso improprio che ho ribadito essere vietato, dopo anni di trascuratezza, non certo quello a scopo didattico”.
Lo ha detto il Ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, nel corso della lunga intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero.
“Nello Statuto degli studenti ci sono varie soluzioni. Il preside di una scuola milanese dopo l’emanazione della mia circolare, ha disposto di mettere delle cassettine fuori dalle classi dove gli studenti lasciano il cellulare e lo recuperano alla fine delle lezioni. I ragazzi stanno sempre sui cellulari, non si parlano più, non socializzano, la pandemia ha accentuato questo disagio“.
Nel frattempo, come abbiamo riportato in un precedente articolo, le scuole di Seattle sono sul piede di guerra per la stessa preoccupazione del Ministro Valditara e fanno causa ai colossi dei social: troppi danni agli studenti che usano TikTok, Instagram, Facebook, YouTube e Snapchat.
La denuncia di 91 pagine, riporta APnews, afferma che le società di social media hanno creato un fastidio pubblico indirizzando i loro prodotti ai bambini.
In special modo si incolpano i colossi dietro ai vari social media per il peggioramento della salute mentale e dei disturbi comportamentali tra cui ansia, depressione, alimentazione disordinata e cyberbullismo. Inoltre, si rende più difficile educare gli studenti, costringendo le scuole ad adottare misure come l’assunzione di ulteriori professionisti della salute mentale, lo sviluppo di piani didattici sugli effetti dei social media e la formazione aggiuntiva degli insegnanti.
“Gli imputati hanno sfruttato con successo i cervelli vulnerabili dei giovani, agganciando decine di milioni di studenti in tutto il paese in cicli di feedback positivi di uso eccessivo e abuso delle piattaforme di social media degli imputati”, riporta la denuncia. “Peggio ancora, il contenuto che gli imputati curano e indirizzano ai giovani è troppo spesso dannoso e sfruttatore”.
Meta, Google, Snap e TikTok non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento sabato. Se da un lato la legge federale aiuta a proteggere le aziende online dalla responsabilità derivante da ciò che gli utenti di terze parti pubblicano sulle loro piattaforme, l’accusa sostiene che la disposizione non protegge il comportamento dei giganti della tecnologia in questo caso.
L’accusa afferma che dal 2009 al 2019, c’è stato in media un aumento del 30% nel numero di studenti delle scuole pubbliche di Seattle che hanno riferito di sentirsi “così tristi o senza speranza quasi ogni giorno per due settimane o più di seguito” che hanno smesso di fare alcuni attività tipiche.
Per questa motivazione, il distretto scolastico chiede al tribunale di intervenire per eliminare il disturbo alla popolazione, di risarcire i danni e di pagare l’educazione alla prevenzione e il trattamento per l’uso eccessivo e problematico dei social media.
Studi interni rivelati dall’informatore di Facebook Frances Haugen nel 2021 avrebbero dimostrato che l’azienda era a conoscenza del fatto che Instagram avrebbe influenzato negativamente gli adolescenti danneggiando la loro immagine corporea e peggiorando i disturbi alimentari e i pensieri di suicidio. Inoltre, la piattaforma avrebbe dato la priorità ai profitti rispetto alla sicurezza e ha nascosto la propria ricerca agli investitori e al pubblico.