Valutazione alunni, Galiano: Ma come mai quando si parla di togliere i voti la gente si scalda tanto?

Si torna a parlare ancora di valutazione a scuola, tema scottante che spacca in due il dibattito scolastico tra esperti del settore e non solo. Il vice direttore della Tecnica della Scuola, Reginaldo Palermo, ne ha parlato in un’intervista con Cristiano Corsini, docente di pedagogia all’Università di Roma Tre, autore di un recente saggio (La valutazione che educa) che sta incontrando molto interesse fra i docenti.

A intervenire con un post sulla propria pagina Facebook è stato anche il professore e scrittore Enrico Galiano che si scaglia contro chi critica l’eliminazione dei voti.

Ecco il post integrale.

Ma come mai quando si parla di togliere i voti la gente si scalda tanto? È da un po’ che me lo chiedo. Ogni santa volta che qualcuno osa mettere in discussione l’efficacia del voto, a scuola, il cielo si apre e piove indignazione: “I voti non hanno mai fatto male a nessuno!”, “È così che si cresce!”, “È stato con un bel quattro che ho iniziato a studiare! ”E così via. Difficile anche parlarne, perché ogni volta ti senti dire “Ecco il solito prof buonista!”. E gli argomenti dei fan del voto sono più o meno questi: “Eh ma si è sempre fatto così!”, “Io una volta ho preso un tre in latino e guarda come son venuto su bene!” Ora. Non occorre ora essere scienziati per intuire che col “Si è sempre fatto così” non si progredisce un granché. Per dire: voi accettereste di entrare in sala operatoria sapendo che gli strumenti non verranno sterilizzati, come si usava prima del 1800?Eppure, anche all’epoca furono in tanti a non credere ce ne fosse bisogno: “Eh ma si è sempre fatto così!” Grazie al cielo la medicina ha fatto dei passi avanti, e allora perché non li facciamo fare anche alla scuola? Che poi, sul serio ora: davvero è dimostrato che ogni valutazione, in particolare quella numerica, è un po’ come uno strumento non sterilizzato, nel senso che ha un’altissima probabilità di non essere oggettivo del tutto.

E questo è solo uno dei tanti problemi di questo sistema obsoleto. Magari l’operazione riesce lo stesso, eh? Però insomma: meglio non rischiare, che dite? Chi propende per la sostituzione del voto con altre forme di valutazione non è mica detto sia un pazzo scriteriato, o il classico insegnante buonista. Semplicemente, potrebbe aver studiato ed essersi aggiornato. Aver scoperto, per dire, che abolire il voto numerico non significa abolire la valutazione: semplicemente praticarla in modo più efficace. Più puntuale. Più faticoso, anche: ma in modo educativamente più incisivo. Che passare ad una valutazione formativa incentrata sull’autovalutazione produce risultati strabilianti sia in termini di apprendimento che di benessere scolastico. Ah già, giusto.

Lo so: fa torcere il naso a tanti questa cosa del benessere scolastico. Vi puzza, eh? Voi a scuola avete sofferto, e ora siete venuti su in un modo che vi sembra positivo, tutto sommato: e quindi sentite di ringraziare, quasi, quella sofferenza. Ma vi è mai venuto il dubbio che, con un sistema diverso, sareste venuti su anche meglio? Alla fine è questo che si chiede: almeno il beneficio del dubbio. Il coraggio di dire: proviamo! A fare così, ci meriteremmo un bel dieci e lode.

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