Molti lettori ci chiedono se esiste una votazione minima che un docente può impartire ad uno studente e se esiste una normativa che regolamenta quanto sopra.
Elementi caratteristici di una corretta valutazione
La Valutazione:
- ha essenzialmente una finalità formativa
- concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo didattico degli alunni
- documenta lo sviluppo dell’identità personale degli studenti
- promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione alle acquisizioni di conoscenze, abilità e competenze.
- è effettuata dai docenti nell’esercizio della propria autonomia professionale, in conformità con i criteri e le modalità definiti dal Collegio dei docenti e inseriti nel piano triennale dell’offerta formativa [PTOF]
- deve essere tempestiva e trasparente
- deve orientare l’alunno ad un processo di autovalutazione che conduca lo stesso a individuare i propri punti di forza e di debolezza ed a migliorare di conseguenza il proprio rendimento.
Scuola Primaria – Valutazione
È già passato più di un anno da quando i docenti della scuola Primaria si sono cimentati, con ottimi risultati, con le novità dell’O.M. n. 172 del 4 Dicembre del 2020; il Ministero dell’istruzione, di fatto, ha rivoluzionato il metodo di valutazione degli scrutini nella scuola Primaria. L’art. 3 comma 1 dell’Ordinanza, così recita:
“A decorrere dall’anno scolastico 2020/2021 la valutazione periodica e finale degli apprendimenti è espressa, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali, ivi compreso l’insegnamento trasversale di educazione civica di cui alla legge 20 agosto 2019, n. 92, attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione, nella prospettiva formativa della valutazione e della valorizzazione del miglioramento degli apprendimenti.”
Da da un metodo di valutazione con voti numerici [un voto per ogni materia], ad un sistema di valutazione con giudizi descrittivi
In estrema sintesi, si passa da un metodo di valutazione con voti numerici, un voto per ogni materia, ad un sistema di valutazione con giudizi descrittivi legati a specifici obiettivi di apprendimento, definiti nel curricolo dell’istituto [art 3, comma 4 e 5 dell’OM], e di numero variabile, e per ogni materia. I giudizi descrittivi sono correlati a quattro livelli di apprendimento:
- avanzato
- intermedio
- base
- in via di prima acquisizione
- in coerenza con quelli adottati nella Certificazione delle Competenze.
Scrutini alla Primaria, valutazione descrittiva e registro elettronico: una circolare-vademecum – Orizzonte Scuola Notizie
Scuola Secondaria primo e secondo grado – Valutazione
La valutazione degli apprendimenti spetta al consiglio di classe con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza
ll DPR n. 122/2009:
“La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata nella scuola secondaria di primo grado, dal consiglio di classe presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza”.
All’art. 4/1 (Valutazione degli alunni nella scuola secondaria di secondo grado):
“La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata dal consiglio di classe, formato ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni e presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza”.
Il Consiglio di classe come “collegio perfetto” e “sovrano” nell’attribuzione dei voti
Il Consiglio di classe riunito per lo scrutinio, intermedio e finale, è un organo collegiale giudicante perfetto che esige la presenza di tutti i suoi componenti per la validità delle deliberazioni da assumere.
Deve quindi operare con la partecipazione di tutti i suoi componenti.
L’art. 79 del R.D. 653/1925 stabilisce:
“I voti si assegnano, su proposta dei singoli professori, in base ad un giudizio brevemente motivato desunto da un congruo numero di interrogazioni e di esercizi scritti, grafici o pratici fatti in casa o a scuola, corretti e classificati durante il trimestre o durante l’ultimo periodo delle lezioni”.
I voti sono espressi in decimi – voto intero da 1 a 10.
Il docente è dunque tenuto a dare motivazione della sua proposta di voto in base anche ai criteri valutativi indicati dal Collegio dei docenti.
Ciò risponde al principio di trasparenza, che è il principio cardine della valutazione, e nello stesso tempo se le valutazioni espresse all’interno del Consiglio di classe sono debitamente motivate si ritengono insindacabili.
In caso contrario, i relativi atti sono impugnabili davanti al giudice amministrativo e suscettibili di annullamento.
Il docente può stilare un giudizio brevemente motivato per ogni allievo corrispondente alla sua proposta di voto numerico, oppure “crocettando” le aggettivazioni riferite alla conoscenza, comprensione, applicazione, analisi e sintesi o ad altre aggettivazioni presenti nel registro personale.
Ogni istituzione scolastica, in base all’Autonomia, può deliberare anche per questo aspetto modalità comuni per tutti i docenti.
Precisiamo comunque il principio secondo il quale in sede di scrutinio, intermedio e finale, la valutazione non è del singolo docente e che tutti i voti si ritengono “proposti” e “di consiglio”.
Criteri di valutazione, stabiliti dal Collegio Docenti ed inseriti in allegato al PTOF
Sono le istituzioni scolastiche grazie all’Autonomia, nello specifico il Collegio Docenti, a definire nel PTOF le modalità e i criteri per garantire che la valutazione avvenga in modo omogeneo, trasparente ed equo.
La Costituzione inoltre garantisce la Libertà di insegnamento, per cui ogni insegnante può, nel rispetto di quanto definito dall’organo collegiale di cui sopra, decidere in autonomia ed assoluta libertà per l’appunto gli strumenti di valutazione dei propri alunni.
L’attribuzione dei voti
Il Legislatore, come abbiamo letto sopra, per quanto riguarda l’attribuzione dei voti, parla di una generica valutazione espressa in decimi [non più nella Primaria]. In sede di scrutinio, periodico, finale, esame finale di Stato, primo e secondo grado, il voto finale è in Decimi o in Centesimi, con o senza Lode, senza frazioni decimali.
Detto questo, ogni Collegio Docenti può deliberare in autonomia specifiche griglie di valutazione, prevedendo la possibilità per i Docenti di valutare nel registro – durante l’anno scolastico, non nell’ambito del voto finale; il R.D. 1923 vieta lo zero e le frazioni decimali – con frazioni decimali, utilizzo del – o +, del mezzo voto* etc, in base a specifiche/differenti scale docimologiche declinate nell’istituzione scolastica di appartenenza.
In genere nella scuola secondaria di primo grado la fascia dei voti varia dal 4 al 10, mentre nella secondaria di secondo grado sono presenti ed attribuiti anche voti in decimi inferiori al 4. Anche le tabelle di valutazione e relative fasce possono variare all’interno della medesima istituzione scolastica in base all’area disciplinare.
*Le eventuali frazioni decimali (se utilizzate) dei voti interi corrispondono ad un raggiungimento parziale del livello superiore. Sempre a proposito della valutazione, il segno meno (-) accanto ad un voto numerico intero equivale ad una diminuzione di 0,25 punti; analogamente il segno più (+) accanto ad un voto numerico intero equivale ad un incremento di 0,25 punti: perciò, ad esempio, il voto 7- corrisponde a 6,75; il voto 7+ corrisponde a 7,25.
A seguire un esempio di Criteri per l’assegnazione della valutazione numerica delle Verifiche/Scala di corrispondenza Giudizio – Livello di profitto – Voto/Livello di Certificazione delle Competenze:
Altri articoli per approfondimenti:
La valutazione e il valore del voto attribuito: il ruolo di docenti, genitori, alunni e dirigente scolastico. Scarica modello protocollo valutazione – Orizzonte Scuola Notizie
Scrutini intermedi secondaria: Collegio decide i voti, sostituzioni assenti, IRC, ITP e molto altro. GUIDA – Orizzonte Scuola Notizie
Scrutini alla Primaria, valutazione descrittiva e registro elettronico: una circolare-vademecum – Orizzonte Scuola Notizie
, 2022-03-22 15:19:00, Molti lettori ci chiedono se esiste una votazione minima che un docente può impartire ad uno studente e se esiste una normativa che regolamenta quanto sopra.
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