Continua il dibattito sulla valutazione. Intervistata da Fanpage, l’ex-ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina nella sua nuova veste di dirigente scolastica (“non la vivo come una diminutio, mi piace quello che faccio”) ha preso posizione sul tema caldo del ritorno al voto nella scuola primaria proposto dal sottosegretario Frassinetti. Confortata anche dalla sua nuova esperienza condotta sul campo, l’Azzolina difende la sua riforma del 2020 con cui aveva sostituito i voti nella primaria con i giudizi, partendo da una considerazione di principio: la valutazione deve essere formativa.
L’ex-ministro porta un esempio: “Ai ragazzi bisogna insegnare e spiegare qualcosa anche quando si valutano. Se un bambino sta imparando a fare le operazioni di calcolo, è possibile che il procedimento seguito sia corretto, ma nel calcolo abbia commesso qualche errore. Se gli si dà un voto, per esempio un 7, quel numero, freddo, non dice nulla di cosa l’alunno ha sbagliato e di cosa ha fatto correttamente”.
Sulla critica di Frassinetti secondo cui i giudizi creano soltanto confusione, Azzolina risponde che “con la nostra riforma viene spiegato esattamente al bambino cosa ha sbagliato e cosa ha fatto bene, e lo si fa con un giudizio scritto. Forse questo comporta più lavoro per gli insegnanti, perché si fa presto a mettere 6 o 7, piuttosto che prendersi dl tempo per scrivere all’alunno indicazioni più precise sui compiti che ha svolto”.
Azzolina approfondisce meglio il concetto: “Oggi vengono sottolineati nel giudizio, in modo analitico, i punti di forza e i punti di debolezza dello studente, cosa che con il voto numerico non si può fare, perché il voto non fa altro che fotografare una situazione, mentre invece il giudizio dà l’idea dell’accompagnamento, del percorso che l’alunno ha compiuto”.
Nell’intervista viene citata la posizione della sottosegretaria Frassinetti, secondo cui “nella vita i voti arrivano in ogni caso inesorabili e abituarsi da bambini è un modo per prepararsi alle valutazioni future”. Il brutto voto può essere un allenamento alla vita adulta?
Azzolina risponde: “Se ti voglio allenare ti devo spiegare cosa hai sbagliato. Anche un giudizio può essere negativo, ma va contestualizzato, chiarito. Altrimenti la scuola smette di essere una palestra di vita”.
Infine una battuta sul merito: “Credo nel merito, nel fatto che un bambino si possa impegnare, ricevendo tutti gli strumenti di cui ha bisogno, per riuscire nella vita. Ma dobbiamo parlare del merito anche del personale scolastico, che deve essere formato, preparato, in grado di aiutare veramente gli studenti”.
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