In un’epoca in cui la cultura popolare è dominata dalla tecnologia e dall’immagine personale, le parole di Roberto Vecchioni risuonano come un monito: diventare persone di valore prima di diventare professionisti.
Nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica, il cantautore milanese ha condiviso la sua visione sulla formazione personale e professionale.
Il suo ultimo album, intitolato “L’infinito”, prende ispirazione dall’opera di Giacomo Leopardi, un poeta che, secondo Vecchioni, rappresenta la voce della sfiducia dei giovani verso gli adulti. Leopardi, con la sua malinconia e il suo sdegno verso le ingiustizie del mondo, trova risonanza nelle nuove generazioni. “Il poeta più amato dai giovani”, come lo definisce Vecchioni, rappresenta un punto di riferimento per chi cerca di dare voce alle proprie emozioni e sentimenti.
Interessante è l’osservazione di Vecchioni sulla percezione degli adolescenti di oggi. Secondo lui, non riescono a comprendere appieno il mondo che si presenta davanti a loro, proprio come Leopardi che non temeva di esprimere il suo disprezzo senza filtri. Contrariamente alla cultura attuale, dominata da immagini filtrate e messaggi edulcorati, Leopardi “era più cattivo dei trapper perché non le mandava a dire”. La sua autenticità, priva di ogni ipocrisia, potrebbe essere la chiave per comprendere il crescente interesse dei giovani verso la sua poesia.
Oltre a Leopardi, Vecchioni suggerisce ai giovani di leggere la poesia di Alda Merini, sottolineando la vicinanza tra la sensualità espressa nelle sue opere e quella presente nei testi di artisti contemporanei come Madame. Vecchioni va oltre, ricordando anche il contributo di poetesse rinascimentali come Veronica Franco e Vittoria Colonna, che hanno esplorato temi simili in un’epoca diversa.
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