Venezia, la magia delle Procuratie dell’archistar Chipperfield

di Francesco Bottazzo

Dopo 500 anni riaperto lo storico palazzo in San Marco grazie al restauro di Generali. Sarà anche uno spazio espositivo. Zaia: «È una piazza nella piazza»

Dai cento piccoli «occhi» sopra le arcate, piazza San Marco appare come non si è mai vista. La prospettiva è quella dei vecchi procuratori della Serenissima che da venerdì è diventata anche quella dei veneziani di oggi. Ci sono voluti cinque anni di lavori per riportare a vita nuova le Procuratie Vecchie grazie alla volontà di Generali, proprietaria dello storico edificio dal 1832, di aprire le porte, per la prima volta dopo 500 anni, alla città e al pubblico. «Questa piazza è tra le più famose al mondo e non sapevamo cosa ci fosse dietro la facciata. Ora lo sappiamo», ha sottolineato l’architetto David Chipperfield che ha firmato il progetto di recupero dei tre piani, innovativo ma rispettoso del patrimonio architettonico del luogo, facendo convivere storia e modernità.

The Human Safety Net

Sarà la casa di The Human Safety Net, l’iniziativa di Generali che punta a liberare il potenziale delle persone che vivono contesti di vulnerabilità; diventerà la sede della Fondazione Venezia capitale della sostenibilità; ci entreranno scuole, università e associazioni, ma anche i visitatori grazie allo spazio espositivo (che nel primo periodo ospita la mostra interattiva in cui ogni persona va alla scoperta del proprio potenziale). «Una nuova Agorà, una nuova piazza nella piazza», dice il presidente del Veneto Luca Zaia. «Non è solo l’inaugurazione di un luogo, ma di un progetto di città che si rimette in gioco», sottolinea il sindaco Luigi Brugnaro.

Simbolo

Perché la nuova vita delle Procuratie Vecchie è il simbolo di una Venezia che non vuole vivere più solo di turismo, è il ritorno delle aziende in centro storico («Lo spopolamento è cominciato proprio quando Generali hanno trasferito la sede in terraferma», precisa il sindaco). Non è un caso che il Ceo Philippe Donnet sottolinei come «con il restauro dei Giardini Reali abbiamo riportato la vita vegetale, con le Procuratie riportiamo quella lavorativa in piazza San Marco, che non c’entra nulla con il turismo». Ma è anche il simbolo, come piace sottolineare al ministro veneziano della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, di come «sta cambiando il capitalismo». «Siamo passati da un capitalismo competitivo necessariamente egoistico, ad un capitalismo solidaristico, inclusivo. Il progetto di The Human Safety Net vuol dire questo». «Ambiente, sociale e governance: sono i pilastri del nostri piano strategico. La riapertura delle Procuratie è la dimostrazione fisica di cosa significhi sostenibilità», precisa il presidente di Generali Gabriele Galateri.

Il restauro

Il restauro ha conservato da una parte ma trasformato dall’altra l’edificio voluto dal Doge della Repubblica di Venezia Andrea Gritti a metà del XVI secolo, in una struttura «carbon neutral» a impatto zero grazie a tecnologie innovative. Ma gli interventi hanno guardato a tecniche costruttive antiche, locali e tradizionali, utilizzando l’artigianato per pavimenti, muri e soffitti. «Un recupero che mostra come può essere piena la collaborazione tra pubblico e privato», è intervenuto il ministro della Cultura Dario Franceschini. «Negli ultimi 500 anni l’edificio è stato cambiato, eroso e compromesso in certa misura. Un restauro non è mai un’opera semplice, siamo riusciti a completare un progetto persuadendo un “cliente commerciale” a badare a un tessuto storico», racconta l’architetto Chipperfield.

8 aprile 2022 (modifica il 8 aprile 2022 | 22:46)

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, 2022-04-08 20:58:00, Dopo 500 anni riaperto lo storico palazzo in San Marco grazie al restauro di Generali. Sarà anche uno spazio espositivo. Zaia: «È una piazza nella piazza», Francesco Bottazzo

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