Verdena, albumdopo sette anni«Il rock è ancora un bambino»

Verdena, albumdopo sette anni«Il rock è ancora un bambino»

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di Andrea Laffranchi

Esce «Volevo magia». Il trio: «I Måneskin hanno un successo invidiabile e invidiato. Anche noi ai tempi venivamo insultati»

Per i Verdena il rock è bambino. «Il titolo “Volevo magia” è infantile. Volevo magia è non c’è stata, sembra un bimbo che si lamenta. Perché in fondo il rock è bambino…». Alberto Ferrari, voce e chitarra dei Verdena, presenta così il nuovo lavoro della band, un ritorno dopo 7 anni che in epoca di singoli masticati a ritmi frenetici è un’era geologica. «Facciamo ancora album per romanticismo. Ci teniamo ancora a quel formato», interviene Roberta Sammarelli, la bassista.

«Justin Bieber e Drake fanno album e li fanno con molti pezzi. Qualcosa significherà… Mi sembra che gli unici non interessati siano i trapper, che però trovo simpatici per la loro anarchia, anche se quello che dicono lascia il tempo che trova», aggiunge Alberto. Negli anni Zero il trio è stato bandiera dell’indie rock: richiami al grunge, psichedelia, distorsioni e testi che disarticolavano il flusso di pensiero di Alberto: «Non mi piace quando una canzone ha una sola dimensione e per questo non spiego mai i testi». Anche «Volevo magia» è rock teso con qualche apertura ad atmosfere più variegate come nel singolo «Chaise Longue».

«Per il tour che parte il 29 ottobre non abbiamo ancora deciso se sottolineare quei suoni con un quarto innesto nella band», precisa Sammarelli. I Måneskin sono il rock di oggi: «Un successo invidiabile e molto invidiato. Soprattutto in tempi in cui il nuovo rock, ci inciampo nelle playlist in streaming, sembra la sigla di Beverly Hills. Anche a noi ai tempi venivamo insultati», ricorda Alberto. Conclude il fratello Luca, batterista: «È un ambiente che ha sempre il dito puntato».

22 settembre 2022 (modifica il 22 settembre 2022 | 20:23)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-22 18:24:00,

di Andrea Laffranchi

Esce «Volevo magia». Il trio: «I Måneskin hanno un successo invidiabile e invidiato. Anche noi ai tempi venivamo insultati»

Per i Verdena il rock è bambino. «Il titolo “Volevo magia” è infantile. Volevo magia è non c’è stata, sembra un bimbo che si lamenta. Perché in fondo il rock è bambino…». Alberto Ferrari, voce e chitarra dei Verdena, presenta così il nuovo lavoro della band, un ritorno dopo 7 anni che in epoca di singoli masticati a ritmi frenetici è un’era geologica. «Facciamo ancora album per romanticismo. Ci teniamo ancora a quel formato», interviene Roberta Sammarelli, la bassista.

«Justin Bieber e Drake fanno album e li fanno con molti pezzi. Qualcosa significherà… Mi sembra che gli unici non interessati siano i trapper, che però trovo simpatici per la loro anarchia, anche se quello che dicono lascia il tempo che trova», aggiunge Alberto. Negli anni Zero il trio è stato bandiera dell’indie rock: richiami al grunge, psichedelia, distorsioni e testi che disarticolavano il flusso di pensiero di Alberto: «Non mi piace quando una canzone ha una sola dimensione e per questo non spiego mai i testi». Anche «Volevo magia» è rock teso con qualche apertura ad atmosfere più variegate come nel singolo «Chaise Longue».

«Per il tour che parte il 29 ottobre non abbiamo ancora deciso se sottolineare quei suoni con un quarto innesto nella band», precisa Sammarelli. I Måneskin sono il rock di oggi: «Un successo invidiabile e molto invidiato. Soprattutto in tempi in cui il nuovo rock, ci inciampo nelle playlist in streaming, sembra la sigla di Beverly Hills. Anche a noi ai tempi venivamo insultati», ricorda Alberto. Conclude il fratello Luca, batterista: «È un ambiente che ha sempre il dito puntato».

22 settembre 2022 (modifica il 22 settembre 2022 | 20:23)

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