La verità della guerra, secondo Merkel

La verità della guerra, secondo Merkel

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di Massimo Nava

Per spiegare politicamente la genesi della guerra in Ucraina non basta la narrazione comunemente condivisa di aggredito e aggressore, che d una comprensione etica del conflitto. Ad aiutarci nell’analisi una testimone d’eccezione: l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel

La narrazione comunemente condivisa dell’aggredito e dell’aggressore, della vittima e del carnefice, serve a una comprensione etica della guerra in Ucraina, ma non a spiegare politicamente la genesi del conflitto, che poteva essere almeno contenuto. A futura memoria, ci d una mano una testimone d’eccezione, Angela Merkel, peraltro intellettualmente disinteressata, essendo uscita dalla scena politica e dedita a scrivere le proprie memorie. La ex cancelliera non ci sta a passare per l’ostaggio di Putin o peggio per un’ ingenua visionaria che non aveva percepito il pericolo, secondo un’ingenerosa narrazione nel mondo politico tedesco che cos si pulisce la coscienza per errori del passato, peraltro condivisi dai governi di grande coalizione. Ma non si sottrae a un’autocritica che i media del Cremlino hanno immediatamente utilizzato ad uso interno.

Angela Merkel d una lettura degli accordi di Minsk del 2014 che avrebbero dovuto avviare un processo di pace e che invece sono serviti soltanto a preparare la guerra, dando tempo all’Ucraina di armarsi e difendersi. Gli accordi di Minsk sono serviti a dare tempo all’Ucraina. […] Tempo che ha usato per rafforzarsi, come possiamo vedere oggi. L’Ucraina del 2014-2015 non era l’Ucraina di oggi. Come abbiamo visto all’inizio del 2015 durante i combattimenti intorno a Debaltsevo [una citt del Donbass, Oblast’ di Donetsk], Putin avrebbe potuto vincere facilmente. E dubito fortemente che all’epoca la Nato sarebbe stata in grado di aiutare l’Ucraina come lo oggi… Era ovvio per tutti noi che il conflitto sarebbe stato congelato, che il problema non era risolto, ma questo ha solo dato tempo prezioso all’Ucraina. un passaggio dell’intervista al settimanale Zeit.

La stampa russa ne ha dato un’interpretazione a proprio uso: Merkel: s, abbiamo ingannato Putin sugli accordi di Minsk per guadagnare tempo. Anche Putin ha espresso disappunto, come riporta la Gazeta.ru: Sono deluso. Francamente, non mi aspettavo di sentire queste cose dall’ex cancelliera. Ho sempre pensato che la leadership tedesca fosse sincera con noi. Come potranno Mosca e i Paesi occidentali raggiungere un accordo ora? Quali garanzie ci saranno? si chiedono alcuni media, pur sottolineando che il capo del Cremlino ha ribadito la sua convinzione che un accordo con i Paesi occidentali sia inevitabile e che la Russia sia pronta ad affrontarlo. Il sito economico Expert nota che molti media russi hanno reagito esclamando: Abbiamo detto fin dall’inizio che gli accordi di Minsk erano una truffa!. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, l’ha definito un inganno e ha spiegato che la Russia ha spesso fatto presente ai governi occidentali che l’Ucraina non stava attuando gli accordi di Minsk, ma che i timori del Cremlino sono stati sistematicamente ignorati. Il Presidente Putin e altri nostri rappresentanti hanno continuato a ripeterlo. Ma gli altri partecipanti al processo negoziale non hanno prestato attenzione.

Ma vediamo alcuni passaggi chiave dell’intervista di Angela Merkel. Anche noi avremmo dovuto reagire pi rapidamente all’aggressivit della Russia, ha detto, riferendosi all’aumento del bilancio della difesa, oggetto di una disputa con il partner di coalizione Spd durante il suo mandato. Tuttavia, non abbiamo fatto abbastanza per la deterrenza attraverso una maggiore spesa per la difesa. Sono giunta alla conclusione che le mie decisioni di allora furono un tentativo di prevenire proprio una guerra di questo tipo. Il fatto che non abbia avuto successo non significa che i tentativi fossero sbagliati. La Merkel utilizza argomenti noti per giustificare la decisione di realizzare il Nord Stream: A mio avviso, un blocco del gasdotto combinato con gli accordi di Minsk [avrebbe] peggiorato pericolosamente il clima con la Russia. Oggi le persone sono molto veloci nel giudicare le decisioni politiche del passato senza ricordare il contesto ed esaminare criticamente le alternative.

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha detto: Questo dimostra che Berlino e di conseguenza l’intero Occidente in primo luogo non avevano alcuna intenzione di attuare gli accordi di Minsk, in secondo luogo fingevano di aderire alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza quando in realt fornivano armi al regime di Kiev, in terzo luogo ignoravano tutti i crimini commessi dal regime di Kiev nel Donbass e in Ucraina per assestare un colpo decisivo contro la Russia. Gazeta.ru osserva che l’ammissione di Angela Merkel stata poco ripresa dai media occidentali e ucraini. Il presidente della Serbia stato uno dei pochi leader stranieri a reagire. Non cambia la questione di chi ha attaccato chi, ma cambia il nostro rapporto con ci che accaduto nel 2014, ha detto Aleksandar Vucic, definendolo un chiaro segnale su chi credere e chi non credere. Da parte sua, il geopolitologo Fyodor Lukianov mette in prospettiva le parole di Angela Merkel, affermando sulla rivista russa Profil che gli accordi di Minsk corrispondono a un’epoca completamente passata: Comprendiamo molto bene il motivo per cui la Merkel fa questo tipo di dichiarazione oggi. Perch nell’odierno sistema di valori occidentale, anche la diplomazia con Putin vista come un complotto criminale. difficile immaginare che questa fase del conflitto possa concludersi con negoziati del tipo di quelli svoltisi nel 2014-2015, spiega Lukyanov.

Oggi non capiamo nemmeno cosa possa significare negoziare. Negoziare su cosa? Tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno dichiarato che esso di natura esistenziale. Quali compromessi si possono fare allora? D’altra parte, utile ricordare le lezioni politiche degli accordi di Minsk, e farlo ora. In giugno, Angela Merkel era gi tornata sulla questione, nel corso di una intervista pubblica con il giornalista di Der Spiegel, Alexander Osang, suo biografo. Dall’inizio della guerra in Ucraina, la ex cancelliera era stata criticata per la sua politica nei confronti di Putin durante i suoi 16 anni di potere. Pur riconoscendo di non essere riuscita a creare in Europa un’architettura di sicurezza che avrebbe potuto evitare la guerra, gi allora aveva detto di non avere nulla di cui scusarsi per il suo ruolo nella conclusione del protocollo di Minsk II nel 2015. Disse anche di avere agito in modo ragionevole nel 2008, quando si oppose all’adesione dell’Ucraina alla Nato. All’epoca, l’Ucraina era dominata dagli oligarchi. Non era un Paese radicato nella democrazia.

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16 dicembre 2022 (modifica il 16 dicembre 2022 | 17:49)

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, 2022-12-16 23:19:00, Per spiegare politicamente la genesi della guerra in Ucraina non basta la narrazione comunemente condivisa di aggredito e aggressore, che dà una comprensione etica del conflitto. Ad aiutarci nell’analisi è una testimone d’eccezione: l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, Massimo Nava

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