Versilia, la lunga estate tra pandemia e russi in fuga. E la mossa del Forte: «Non chiudere mai»

Versilia, la lunga estate tra pandemia e russi in fuga. E la mossa del Forte: «Non chiudere mai»

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di Claudio Bozza

Murzi, il sindaco- cardiochirurgo del paese più famoso della Versilia: «Ho deciso di operare i cuori dei bambini leggendo ‘La Cittadella’ di Cronin. Poi è arrivata la politica e la sfida: trovare un equilibrio fra tradizione e jet set. Per metterci al sicuro»

L’estate non sta finendo, almeno a Forte dei Marmi. Il sindaco Bruno Murzi ha infatti firmato un’ordinanza che consente agli stabilimenti balneari di rimanere aperti fino al 6 di novembre. La pandemia aveva già stravolto l’economia della Versilia, poi colpita al cuore anche dalla guerra che ha azzerato il ricchissimo turismo dei russi. Così, nella terra dove ha una villa pure il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, questa ripartenza era tutta da reinventare. I numeri e le presenze dell’estate appena conclusa sono stati enormi. E proprio per sfruttarne l’onda lunga, il Comune ha deciso di allungare la stagione. Tutti i bagni che lo vorranno potranno rimanere aperti: «Così quando il meteo lo permetterà si potrà pranzare davanti al mare e ci sarà anche qualche ombrellone» spiega il primo cittadino Murzi.

«GLI STABILIMENTI BALNEARI RESTERANNO APERTI FINO AL 6 NOVEMBRE. A CAUSA DEL COVID C’È STATO UN CROLLO, DA 27 A 3 MILA PRESENZE. MA SIAMO RIUSCITI A RISALIRE»

«Questa cosa funziona: qualche hotel continua a lavorare, specie durante il weekend, e il Forte rimane sempre molto vivo». Poco più di 7 mila abitanti, ma da oltre 100 anni tra le mete più ambite dai vip, mantenere il paese a questi livelli non è una sfida facile. C’è un equilibrio delicatissimo, fatto sì di jet set, ma anche tante limitazioni per preservare l’identità. I bagni, durante l’estate, hanno un limite alle cene: non più di 40 serate, altrimenti le spiagge diventerebbero un unico ristorante. Mentre l’altezza massima per gli hotel è rigida: 13 metri e 80 centimetri, non uno di più. Oggi il bilancino che governa questo fragile equilibrio è in mano a Murzi, luminare di micro cardiochirugia che da chirurgo dei bambini ha fatto oltre ottomila interventi in 42 anni. Mentre da politico, eretico del Pd, è stato appena rieletto sindaco del Forte, battendo suo cugino e il suo ex partito. Una parabola a tratti incredibile. Perché quello del «sindaco col bisturi» non è uno dei tanti casi di medico saltato in politica, ma la storia di un bambino che sognava di fare il dottore, operando anche nei più importanti ospedali europei, per poi decidere di mollare il bisturi e governare il paese in cui è cresciuto «perché» premette Murzi «ho scoperto che mi piaceva molto aiutare i miei concittadini, oltre a conservare l’identità dei luoghi in cui sono nato».

La seconda casa della borghesia del Nord

Il Forte non è un posto di mare qualunque, ma quella sorta di spazio magico che si trasforma nella seconda casa della borghesia del Nord e di quella toscana, diventando poi meta ambita da tutto il mondo. Quest’anno il sindaco compirà 70 anni e ci racconta che da bambino voleva fare proprio quello in cui è riuscito. «Il dottore era il mio sogno da sempre. A dieci anni lessi La Cittadella, di A. J. Cronin, medico e appunto scrittore. In quel libro si raccontavano le avventure, molte autobiografiche, di un medico condotto che girava con un calesse e andava a visitare i pazienti. Ero piccolo ma fu come una illuminazione». Invece è diventato il «mago dei piccoli cuori». «Conobbi il professor Sergio Eufrate, era primario all’ospedale di Massa, persona incredibile» racconta Murzi. «Così mi sono innamorato della cardiochirurgia e mi sono trovato in un settore ultraspecialistico. Sognavo di fare il dottore a cavallo, ma alla fine degli Anni 70 mi trovai in un settore ipertecnologico, che stava esplodendo grazie alla ricerca: la cardiochirugia pediatrica».

«LA COSA PIÙ BELLA CHE HO FATTO È STATO OPERARE SILVIA, LA MIA FIGLIA CINESE. AVEVA 9 ANNI E GROSSI PROBLEMI FAMILIARI. L’HO GUARITA E ADOTTATA, ORA HA 37 ANNI»

Il tasso di mortalità ridotto a zero

Un’era geologica fa. Quando era quasi impossibile operare cuori così piccoli e delicati. «Il tasso di mortalità era al 15%, percentuale molto alta. Oggi, all’Opa di Massa, siamo arrivati allo 0% per due anni di seguito: un buon centro ospedaliero si attesta all’12%». Un obiettivo raggiunto solo grazie a tanta ricerca, molti anni prima del tuffo in politica: «Iniziammo a studiare la chirurgia fetale, che oggi ci consente di fare interventi per aggiustare il cuore del piccolo quando è ancora nella pancia della mamma» ricorda Murzi. «Testammo questa tecnica prima sui feti di pecora. Funzionò anche sulla donna. Poi, però, ci accorgemmo che quando scendevi ai 5 mesi di gestazione i tessuti erano troppo fragili e i rischi diventavano altissimi. Alla fine scoprimmo che facendo trasfusioni di cellule staminali nella madre questo problema sarebbe stato superabile: ecco, la vera svolta fu questa». Centinaia di vite salvate. E una in particolare, quella di Silvia. «Silvia è stata la cosa più bella che io e mia moglie Simona abbiamo fatto assieme. Una bimba cinese, aveva 9 anni, e la operai di una cardiopatia congenita. Era affidata a una famiglia e c’erano delle difficoltà. Mio figlio Michele aveva 11 anni e a cena disse: “A questo tavolo siamo in tre, ci si starà bene anche in quattro”. Adottammo Silvia: oggi ha 37 anni, siamo tutti felici».

Rieletto con il 65% dei voti

Fortemarmino doc, così come i suoi genitori, Murzi ha passato così una vita a mille all’ora con il bisturi. Poi la grande sfida con la fascia tricolore. Cos’ha di così speciale questo luogo? «Sono le mie radici: ho provato a restituire almeno in parte quanto ho ricevuto» risponde il primo cittadino. « Il 23 dicembre faccio 70 anni: il primo intervento lo feci nel 1981 a Londra, fino a diventare capo dipartimento all’Opa di Massa, uno dei centro di cardiologia pediatrica più importanti d’Europa. Sono andato in pensione il 31 dicembre 2019 per mia scelta. Avevo iniziato a fare il sindaco, ma fare due cose così importanti assieme non era possibile. Così decisi che a 67 anni avevo dato abbastanza alla chirurgia». Una nuova vita nata da una grande delusione politica. «Avevo la tessera del Pd in tasca, decisi di strapparla. Il mio partito presentò un candidato contro di me. Vinsi per 70 voti. Ma stavolta è andata decisamente meglio, con il 65%». Anche perché lo sconfitto è Umberto Buratti, deputato del Pd, «ma soprattutto mio cugino di primo grado». Poco più di settemila residenti. Poi d’estate, dal Dopoguerra, il Forte sale alla ribalta e richiama turisti da mezzo mondo.

Paese «fedele a se stesso» e niente vip watching

Proviamo a chiedere al sindaco quale sia il segreto: «Il Forte è un paese meraviglioso: è stato capace di migliorare la qualità dei propri servizi mantenendo la stessa identità di 50 anni fa. La privacy è alla base di tutto. Se uno decide di starsene per fatti suoi lontano dal jet set lo può fare. I fortemarmini sono molto discreti. Non c’è il vip watching, anche se questa cosa delle foto sui social qualche problema lo sta creando». Negli album del passato sono rimaste impresse immagini che hanno fatto storia. Gianni Agnelli girava con gli zoccoli di legno, gli stessi che aveva il bagnino, così come il pescatore. Tutti questi grandi personaggi arrivavano qui, lasciavano la macchinona (oggi i Suv) e prendevano la bici. «Poi c’è Massimo Moratti, persona squisita, che aspetta la moglie fuori dal parrucchiere. Poi ci sono i Barilla, i Berlusconi, Bocelli, ma nessuno o quasi si sogna di andare a chiedere autografi» spiega ancora il sindaco. «E poi c’è la tradizione dei bagni: ci sono famiglie che gestiscono da 100 anni lo stesso stabilimento, si creano rapporti duraturi, famigliari. Il vero segreto è aver sempre tenuto a freno l’edilizia: qui non si possono costruire nuovi volumi».

«LA PANDEMIA HA INNESCATO UN RICAMBIO; O MEGLIO: UN RITORNO, QUELLO DEGLI ITALIANI.. «GRAZIE ALLO SMART WORKING SONO ARRIVATI DA NOI TANTI MANAGER.. MOLTI SONO RIMASTI QUI ANCHE D’INVERNO»

Prima è arrivata la pandemia. Uno tsunami, come per tutti. L’ondata di Covid ha prima cancellato russi, arabi e americani. «Ha innescato, però, un ricambio; o meglio: un ritorno, quello degli italiani» analizza il sindaco. «Grazie allo smart working sono arrivati da noi tanti manager della finanza, molti dei quali, potendo lavorare da casa, sono rimasti qui anche d’inverno. L’impulso per la nostra ripartenza, insomma, lo hanno dato soprattutto gli italiani. C’è qualche problemino in più con la movida, ma lo stiamo gestendo». E poi è arrivata l’invasione in Ucraina. «I russi li avevamo già persi con il Covid. Nel 2019 avevamo registrato 27 mila presenze, poi il crollo: poco più di 3 mila». Ma il bisturi l’ha appeso al chiodo per sempre? «No. Faccio consulenze per le operazioni più complesse alla trachea. E poi opero ancora i bambini per beneficenza: vado fino a 4-5 volte l’anno in Eritrea, con l’associazione “Un cuore, un mondo”». E sempre per i bambini è stato pensato l’ultimo progetto del Comune: fino al 7 ottobre i bambini delle scuole elementari faranno lezione in spiaggia. Lavagna e banchi in riva al mare.

3 ottobre 2022 (modifica il 3 ottobre 2022 | 07:23)

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, 2022-10-03 05:25:00, Murzi, il sindaco- cardiochirurgo del paese più famoso della Versilia: «Ho deciso di operare i cuori dei bambini leggendo ‘La Cittadella’ di Cronin. Poi è arrivata la politica e la sfida: trovare un equilibrio fra tradizione e jet set. Per metterci al sicuro», Claudio Bozza

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