PIANETA 2030
di Sara Gandolfi26 ott 2022
Le popolazioni di tutto il mondo fanno i conti – chi più chi meno – con i cambiamenti climatici in atto. L’urgenza è ormai evidente: il 2022 sarà ricordato come l’anno delle grandi alluvioni e inondazioni, dalla Nigeria al Pakistan, dall’Australia alle nostre Marche. Qualche passo avanti nelle politiche climatiche c’è pur stato, nonostante le priorità sembrano diventate altre a causa della guerra nel cuore dell’Europa. Eppure, ancora i governi non stanno facendo abbastanza. È il responso dell’atteso rapporto dell’Onu sul cambiamento climatico, che è uscito a meno di due settimane dall’avvio della ventisettesima Conferenza delle parti (COP27), a Sharm el Sheikh, in Egitto.
Le emissioni aumenteranno del 10,6% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010. Meglio del previsto ma a questo ritmo il pianeta si riscalderà di 2,5° entro fine secolo
I Paesi stanno sì piegando verso il basso la curva delle emissioni globali di gas serra, ma questi sforzi rimangono insufficienti per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° C entro la fine del secolo, come stabilito nelle ultime COP. Secondo il rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite (UNFCC), gli impegni combinati delle 193 nazioni firmatarie dell’accordo di Parigi, anche se fossero rispettati alla lettera, preannunciano un riscaldamento della superficie terrestre di circa 2,5° entro fine secolo rispetto alle temperature preindustriali. (continua a leggere dopo i link )
Stop alla crescita dei gas serra dopo il 2030
Le emissioni aumenteranno del 10,6% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010. Si tratta comunque di un miglioramento rispetto alla valutazione dello scorso anno, che prevedeva un aumento del 13,7%. L’analisi di quest’anno mostra che, sebbene le emissioni non dovrebbero più aumentare dopo il 2030 (e sarebbe un grande risultato), non stanno ancora mostrando la rapida tendenza al ribasso che la scienza ritiene necessaria in questo decennio. Utilizzando il 2019 come anno di riferimento, l’UNFCC indica oggi che le emissioni di gas serra devono essere ridotte del 43% entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C e per evitare così i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, tra cui siccità, ondate di caldo e precipitazioni più frequenti e gravi.
Bene i piani d’azione, ma obiettivi ancora lontani
In vista della prossima COP in terra africana, l’UNFCC ha analizzato i piani d’azione per il clima – noti come contributi determinati a livello nazionale (NDC) – dei 193 Paesi firmatari dell’accordo di Parigi, inclusi i 24 NDC nuovi o aggiornati dopo la COP26 che si è tenuta lo scorso anno a Glasgow. Complessivamente, tali NDC coprono il 94,9% delle emissioni globali di gas serra nel 2019.
«La tendenza al ribasso delle emissioni prevista entro il 2030 mostra che le nazioni hanno compiuto alcuni progressi quest’anno», ha affermato Simon Stiell, segretario esecutivo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «Ma la scienza è chiara, così come i nostri obiettivi climatici nell’ambito dell’accordo di Parigi. Non siamo ancora vicini alla portata e al ritmo delle riduzioni delle emissioni necessarie per metterci sulla buona strada verso un mondo di 1,5° C. Per mantenere vivo questo obiettivo, i governi nazionali devono rafforzare ora i loro piani d’azione per il clima e implementarli nei prossimi otto anni».
«Alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow lo scorso anno, tutti i Paesi hanno deciso di rivedere e rafforzare i loro piani climatici», ha affermato Stiell. «Il fatto che dalla COP 26 siano stati presentati solo 24 piani climatici nuovi o aggiornati è deludente».
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, 2022-11-06 15:01:00, Le emissioni aumenteranno del 10,6% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010. Meglio del previsto ma a questo ritmo il pianeta si riscalderà di 2,5° entro fine secolo , Sara Gandolfi