di Giovanna Maria Fagnani
Dal 4 al 7 maggio prossimi ritorna l’evento della cittadinanza attiva sul tema: «Io mi prendo cura. Persone, territorio, ambiente». Due i palinsesti in programma: «Capire» e «Vivere»
Prendersi cura del posto in cui viviamo. Ridisegnare le città, aiutarle a rallentare i ritmi, a fare più posto alla natura, alle piste ciclabili, per renderle più adeguate ai nostri sentimenti, alla sensibilità sulla sostenibilità ambientale, che si declina nelle pratiche quotidiane. E poi avere cura di chi ci sta accanto, di chi fa un pezzo di strada con noi, di chi abita le nostre società. Un istinto che è insito in tutti (magari va un po’ scoperto e stimolato) e non è mai a senso unico. Diffondere benessere e cambiamento, senza paura di mostrare anche qualche fragilità. Dal 4 al 7 maggio 2023 torna a Milano con la sua quinta edizione (di cui due digitali nel periodo pandemico) la Civil Week, la festa-evento delle persone che vogliono essere protagoniste di uno sviluppo più equo, più coeso, delle nostre società e del nostro Paese.
E il tema questa volta è «Io mi prendo cura. Persone, territorio, ambiente», che sarà declinato, come nelle scorse edizioni, in due palinsesti: «Capire», con ospiti, dibattiti e testimonianze a cura dalla redazione del Corriere della Sera e «Vivere», composto dagli eventi e dalle proposte di oltre 600 organizzazioni di volontariato sul territorio milanese. La Civil Week è promossa, infatti, dal Corriere con l’inserto Buone Notizie, il Csv di Milano, i Forum Terzo Settore di Milano, Adda Martesana, Altomilanese e le Fondazioni di comunità di questi territori, in collaborazione con il Forum e il Csv nazionali.
Ma cosa ci attende in questa quinta edizione? Quali le novità, perché questo tema? Se ne è parlato in sala Buzzati, lunedì sera. Tra gli ospiti Elena Granata, docente al Politecnico e autrice del libro «Placemaker», che, in una città sempre di corsa come Milano, ha parlato della necessità di «rallentare, togliere la saturazione di tempo e di spazi. Sottrarli a delle attività per restituirle ad altri, non una restituzione fine a se stessa, ma per lasciare spazio alla lentezza, per ritrovare tempo e silenzio che, in fondo, ci meritiamo». Ma c’è già chi crea luoghi o città così? «Sì, è una compagine variegata e sorprendente, che include parroci di strada, insegnanti, imprenditori civili, designer, urbanisti che hanno avviato processi di rigenerazione nei loro territori».
Rigenerazione e protagonismo che non aspetta incarichi per agire. E giovani che hanno idee e desiderio di essere ascoltati. Lo ha ricordato Chiara Tommasini, presidente nazionale del Centro servizi volontariato (Csv): «A Bergamo abbiamo riunito 500 giovani volontari da tutta Italia, che hanno scritto 10 lettere all’Europa. La più grande richiesta era: noi ci siamo, ascoltateci, su tanti temi, dalla parità di genere all’ambiente e territorio». Ma il Csv si prende cura anche dei volontari stessi e degli aspiranti tali, con il suo servizio nelle sedi locali, che mette in contatto le associazioni del Terzo settore e chi vuole fare un’esperienza, anche breve, ma significativa donando il proprio tempo. Basta poco per essere «tutti protagonisti di un puzzle per diventare attori del cambiamento» ha ricordato invece Rossella Sacco, portavoce Forum del Terzo Settore Milano, che ha ricordato che fino al 19 febbraio è aperta la call per le associazioni e anche i gruppi informali per partecipare alla Civil Week (che si concluderà con una festa, un concerto e un’azione civica).
Un evento «che servirà a diffondere nella società anticorpi contro due tentazioni che la pandemia ha portato: l’isolamento e l’indifferenza» ha spiegato Andrea Fanzago, presidente di Csv Milano, mentre Paola Pessina, presidente della Fondazione Comunitaria Nord Milano ha ricordato come la Civil Week (al pari delle altre «week» milanesi, dedicate al design, al mondo digitale, alla moda) sia una vetrina, «che porta in evidenza quella produzione, nelle nostre comunità, di solidarietà e impegno civico che è un tratto comunitario fortissimo ed è una garanzia di coesione, altrimenti la nostra area metropolitana e le sue periferie sarebbero esplosive. E invece da cinquanta anni a questa parte sono chiamate a produrre inclusione e resilienza». In chiusura, il monologo di Guido Marangoni, scrittore e attore, nonché papà di Anna, bimba down che ogni giorno insegna a lui (e ogni settimana anche ai lettori Buone Notizie) a sorridere.
24 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 20:22)
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, 2022-10-25 04:17:00, Dal 4 al 7 maggio prossimi ritorna l’evento della cittadinanza attiva sul tema: «Io mi prendo cura. Persone, territorio, ambiente». Due i palinsesti in programma: «Capire» e «Vivere» , Giovanna Maria Fagnani