Gentile redazione,
sono docente di Lettere di scuola secondaria di primo e secondo grado, e desidero esprimere il mio punto di vista in merito alla lettera “No alla pedagogia delle coccole e a docenti stressati e studenti che non fanno nulla perché studiare è faticoso“.
Sono in disaccordo con molti punti, primo fra tutti l’affermazione che il bastone e la carota siano, a conti fatti, efficaci strumenti di educazione: la paura e l’intimidazione non sono in grado di generare apprendimento duraturo e di qualità, ma solo e soltanto una temporanea obbedienza.
Deve essere importante sottolineare che la società del futuro dovrebbe essere composta da individui sensibili e consapevoli, in grado di apprezzare il valore della conoscenza e di metterla al servizio della collettività.
Non condivido l’opinione dell’autore della lettera in merito agli effetti negativi dell’educazione che si sta, purtroppo molto lentamente, facendo spazio: un approccio pedagogico sbagliato come quello della “vecchia scuola” può generare bassa autostima, paure e demotivazione nei ragazzi, mentre una buona educazione può avere effetti positivi sulla crescita e lo sviluppo degli studenti.
Numerosi studi scientifici dimostrano che una didattica centrata sull’interesse e la partecipazione attiva degli studenti può generare una maggiore motivazione e un apprendimento più duraturo e profondo. Pertanto, invece di affermare che la scuola dovrebbe cambiare a causa degli effetti negativi dell’educazione, ritengo che la scuola debba cambiare per migliorare la qualità dell’educazione. Occorrono docenti in grado di rendere interessante lo studio, di essere sensibili, accoglienti, stimolanti e di essere un punto di riferimento per gli studenti.
È fondamentale che gli insegnanti siano in grado di far comprendere quanto sia importante conoscere per approfondire gli aspetti della vita. La scuola non dovrebbe essere basata solo sullo studio (peggio ancora se si pretende il mero studio nozionistico e una restituzione mnemonica di questo) e sul voto, ma dovrebbe essere in grado di valorizzare l’effort degli studenti e di fornire un ambiente di apprendimento sicuro e stimolante. Credo quindi, di conseguenza, sia anche ora di togliere le cattedre ai docenti demotivati e frustrati, e queste dovrebbero essere affidate a docenti in grado di motivare gli studenti, di carezzarli, farli sentire al sicuro e aiutarli ad approcciare alla conoscenza nel modo corretto, quindi a portarli a credere in loro stessi e nei loro sogni.
In sintesi, ritengo che il cambiamento nella scuola debba essere totale, ma nel verso opposto a quello riportato nella lettera pubblicata: non una “pedagogia delle coccole” ma una “pedagogia dell’armonia“.
Luca Vittozzi
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