Via Leone XIII, la campagna del «Corriere»: la strada delle lapidi dove tutti corrono

Via Leone XIII, la campagna del «Corriere»: la strada delle lapidi dove tutti corrono

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di Camilla Palladino

Una dietro l’altra, a pochi metri di distanza, le lapidi ricordano i motociclisti che hanno perso la vita. L’asfalso senza segnaletica

Nessuna linea di mezzeria regola il traffico di via Leone XIII. In alcuni punti è completamente assente, in altri è talmente sbiadita da risultare quasi invisibile. La mancanza di segnaletica orizzontale rende la circolazione confusa e disordinata, in una strada che deve già fare i conti con un asfalto dissestato in diversi tratti, come subito dopo piazza Pio XI, andando verso Colli Portuensi, o poco prima di piazzetta del Bel Respiro, procedendo nella direzione opposta.

Una serie di criticità, causate dall’incuria nella manutenzione del manto stradale, che si aggiungono alle velocità folli che i veicoli toccano percorrendo via Leone XIII. Qui, come nelle altre strade urbane che si sviluppano all’interno dei centri abitati, il limite è di 50 chilometri orari, anche se bisogna aguzzare la vista per notare i cartelli che indicano l’obbligo. Anzi, il cartello: l’unico infatti si trova subito dopo l’incrocio con via Vitella, viaggiando in direzione piazza Pio XI, ed è seminascosto dalle fronde non potate degli alberi.

Per questi motivi nell’aiuola centrale che fa da spartitraffico in via Leone XIII, così come in quella del suo prolungamento, via Ottavio Gasparri, ci sono una sfilza di altarini in ricordo delle vittime della strada. C’è «Luca», motociclista deceduto a novembre 2010, a cui amici e familiari dedicano la frase: «Nessuno muore sulla Terra, finché vive nel cuore di chi resta». C’è «Renà», un altro centauro scomparso a luglio 2007 dopo un violento impatto con un’auto. C’è lo striscione per «Ale», che resterà «per sempre nel cuore» di chi gli voleva bene. C’è persino una «lapide» che porta il nome di un cane, «Willy», morto in via Leone XIII lo scorso marzo. «La morte lascia un dolore che nessuno può curare – è scritto sulla foto attaccata a un albero – ma l’amore lascia ricordi che nessuno può cancellare».

I troppi incidenti su questo tratto di strada hanno spinto l’amministrazione a cercare provvedimenti: dal semaforo con le telecamere per rilevare le irregolarità all’altezza di piazza Pio XI, alle postazioni degli autovelox mobili. «Vengono spesso – spiega un cittadino –, almeno due volte a settimana». E in effetti, appostati dopo l’incrocio con via Aurelia Antica, la macchina dei vigili urbani dotata di rilevatore elettronico della velocità era presente anche nel pomeriggio di mercoledì.

Misure che, tuttavia, non sono bastate per fermare la strage. Solo dieci giorni fa, lo scorso 24 ottobre, Adriano Forti, 46 anni, ha perso la vita all’altezza di largo Martin Luther King, in sella alla sua moto.

L’ultima criticità riguarda infine una delle estremità della strada, vale a dire piazza Pio XI. Come annunciato da Roma Mobilità, dallo scorso maggio è cambiata la viabilità: per chi viene da via Leone XIII o da piazza di Villa Carpegna non è più possibile la svolta diretta a sinistra verso via Anastasio II o per tornare verso piazza di Villa Carpegna. Un intervento fatto «con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza» ma che, secondo chi frequenta la zona, «ha solo contribuito ad aumentare gli incidenti», spiega il tassista Gianluca Igliozzi fermo alla stazione delle auto bianche.

«Mi è capitato di vedere anche due o tre scontri in un solo giorno. La viabilità era la stessa da 50 anni e – specifica – non era mai stata così pericolosa». Conferma Marco Silvestri, che lavora al bar Glamour Cafè: «Tutti continuano a svoltare come hanno sempre fatto. Le prime settimane sono state le peggiori, perché mancava la segnaletica». Ora strisce e cartelli ci sono, ma le infrazioni continuano: «È pericoloso perché chi va dritto ora corre di più, convinto di non trovare ostacoli. Alcuni motorini – racconta – sono finiti contro il McDonald’s sulla piazza».

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3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 08:31)

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, 2022-11-03 07:31:00, Una dietro l’altra, a pochi metri di distanza, le lapidi ricordano i motociclisti che hanno perso la vita. L’asfalso senza segnaletica, Camilla Palladino

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