di Luca Bergamin
In esposizione materiale scolastico del passato, trovato nelle soffitte dagli abitanti del piccolo borgo del Trentino. Raccolto e catalogato da due maestri
La scuola proprio quella elementare. E loro, Flavio Taufer e Piero Depaoli, per tanti anni hanno appunto svolto la professione-missione di educare i bambini della Valle di Primiero. Perci, quando si entra in quello che era il complesso educativo di Siror, piccolo borgo che si trova sotto le Pale di San Martino di Castrozza, e ci lascia guidare in quelle che erano le aule di insegnamento, l’ufficio del direttore, ci sente trasportati con levit e naturalezza al periodo in cui, terminato l’asilo, si veniva iniziati alla conoscenza e alla vita. Il Museo della Scuola di Siror ha, per, qualcosa di pi rispetto a tanti edifici destinati a questa funzione sparsi in tutta la penisola: Flavio e Piero, ottenuta la concessione della scuola nel 2016, sono stati molto bravi nella raccolta del materiale e allestimento degli spazi.
Ecco, dunque, che appena entrati si viene conquistati dai plastici geografici, dalle mappe e cartine, quelle che raccontano luoghi, animali, spiegano i comportamenti da tenere in societ. Poi si sale al piano superiore, re-incontrando le teche in cui erano esposti animaletti imbalsamati, i libri di lettura, le lavagne, gli abbecedari, i cartelloni esplicativi degli organi che compongono il corpo umano. La popolazione di queste valli stata davvero encomiabile e collaborativa nell’andare a ricercare in soffitta tanti oggetti che aveva conservato sin dai tempi di questo specifico ciclo scolastico e a donarceli, condividendo cos con tutti noi un periodo fondamentale per l’apprendimento – spiegano i maestri – e ancora ne riceviamo tantissimi. Siamo felici perch, oltre a suscitare l’interesse e ammirazione degli adulti, tanti bambini di oggi mostrano curiosit verso il passato.
Questa emozione che attraversa pi generazione di visitatori si coglie soprattutto nell’aula ricostruita al piano superiore, dove ogni ospite viene invitato a sedere al largo banco in legno. I maestri spesso interrogano o sono interrogati usando i metodi e appunto gli oggetti che a Siror, come nel resto d’Italia, venivano impiegati allo scopo di insegnare la lezione e quindi la vita ai piccoli alunni. Riprendere in mano i pallottolieri, indossare o anche soltanto sfiorare quei vecchi grembiuli, consultare i quaderni con le cornici di un tempo, rivedere con terrore le bacchette usate per le punizioni consente di compiere un viaggio nel tempo grazie a questi due maestri di Siror che appunto il tempo sono riusciti a fermarlo.
5 gennaio 2023 (modifica il 5 gennaio 2023 | 23:58)
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