Vietato girarsi dall’altra parte

Vietato girarsi dall’altra parte

Spread the love

l’editoriale
Mezzogiorno, 4 marzo 2022 – 15:06

Il terzismo pugliese con la Russia

di Michele Cozzi

Altro che «secolo breve», come lo ha definito lo storico Eric Hobsbawn o, peggio ancora, della «fine della storia» come aveva profetizzato il politologo Francis Fukuyama. La “prigione” del Novecento, il tempo dell’ideologia, dello scontro di civiltà, è tornata prepotentemente a far sentire i suoi fumi in questi giorni, dopo l’aggressione della Russia nei confronti del popolo ucraino, colpevole di volere decidere il proprio destino: di stare dalla parte dell’Occidente, dell’Unione europea, della Nato e di ribellarsi al vincolo esterno, da dio minore, subendo l’aut-aut del potente vicino di casa. Un’escalation che ripropone la logica del Muro: da un lato l’Occidente e la società aperta, dall’altro la via asiatica, nazionalista e illiberale.

Messa improvvisamente da parte l’emergenza Covid, nella politica e nella società civile pugliese emergono mal celate venature terziste – né con la Russia, né con l’Ucraina – che nascondono il retropensiero del tipo: «No all’aggressione, ma occorre comprendere le ragioni dei russi». Un modo di girare la testa dall’altra parte, proprio l’opposto della dichiarazione d’intenti professata da premier Mario Draghi. Così il presidente Michele Emiliano, che in passato aveva chiesto all’Europa di ritirare le sanzioni contro la Russia (il video impazza sul web) nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno, oltre alle doverose parole di solidarietà al popolo ucraino, afferma che «bisogna insistere per una grande alleanza tra l’Europa e il popolo russo che salvaguardi l’indipendenza, la democrazia e la libertà di tutti gli Stati europei, garantendo altresì la sicurezza della Russia». Parole poco intonate, tra aggressore e aggredito tertium non datur. E non sembra proprio che sia gioco, mentre continuano ad avanzare i carri armati, la sicurezza di Mosca.

Il deputato del M5S Vito Petrocelli, tarantino, eletto in Basilicata, presidente della commissione Esteri del Senato, ha votato contro la risoluzione unitaria, che impegna il nostro Paese a inviare equipaggiamento militari in Ucraina. Una decisione che suscita non poco imbarazzo nel Movimento. E il professor Pasquale Martino, presidente dell’Anpi della provincia di Bari, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, afferma la contrarietà dell’associazione dei partigiani «alle soluzioni militari praticate dalla Nato» e, aggiunge che «va stoppata l’adesione di Kiev alla Nato».
Di taglio diverso la risoluzione del Consiglio regionale in cui si fa riferimento al ruolo attivo dell’Italia «nelle alleanze difensive a partire dalla Nato perché l’invasione sia fermata». La Nato resta l’antico nemico di settori di una sinistra antica che dimentica la rivoluzione copernicana dell’ultimo Berlinguer: «Ci sentiamo più sicuri sotto l’ombrello della Nato». E che nell’anti-americanismo, nell’avversione al mercato, al liberalismo e alla società aperta, cerca di ritrovare i capisaldi di una identità perduta.
E a destra, che accade? Settori della Lega e di Fratelli d’Italia sono impegnati in un velocissimo dietrofront. E i vecchi adulatori di Putin cercano di ricostruirsi una nuova verginità. Dall’estrema destra all’estrema sinistra, il “partito filo-russo” ha adepti insospettabili e dormienti. Vecchi nostalgici del Novecento. Questa è la Puglia politica. Che fa un passo in avanti e uno indietro. Poi, c’è la regione dell’accoglienza, del dialogo, dello scambio culturale e religioso. Terra di incroci, di contaminazioni che anche in questa occasione farà la sua parte, accogliendo i disperati, le donne e i bambini che fuggono dalla guerra e da uno scenario inaspettato. Che ci coglie impreparati, poiché la guerra sembrava non fare più parte del nostro destino, almeno in questa parte di mondo. Invece, la cruda realtà sta presentando il conto. La libertà è una conquista difficile, da difendere. Perché è fragile per definizione. Mentre i suoi avversari, sotto le diverse bandiere, hanno granitiche certezze e ideologie forti. Prima il Covid, poi la guerra nel cuore dell’Europa costringono a ripensare categorie, visioni, individuali e sociali: da Kiev alla Puglia. E non è più tempo di girarsi dall’altra parte.

4 marzo 2022 | 15:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-04 14:07:00, Il terzismo pugliese con la Russia, Photo Credit: ,

Powered by the Echo RSS Plugin by CodeRevolution.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.