Villasanta, sì alla schiscetta a scuola: i genitori vincono il ricorso al Tar contro i presidi

Villasanta, sì alla schiscetta a scuola: i genitori vincono il ricorso al Tar contro i presidi

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di Federico Berni

La dirigenza scolastica aveva deciso di vietare l’auto-refezione, ossia la possibilità di portarsi il pasto da casa senza usufruire del servizio mensa scolastico. Ma per il tribunale hanno ragione le famiglie

«Schiscetta» libera a Villasanta (Monza). Per i genitori riuniti nel gruppo «Tempo Mensa 2.0», il giorno della vittoria è oggi, 3 ottobre, dopo la pronuncia della terza sezione del Tar lombardo, che nei giorni scorsi ha accolto il loro ricorso presentato a settembre contro la decisione della dirigenza scolastica (si parla delle scuole primarie Villa e Oggioni e della secondaria Fermi del Comune del circondario monzese) di vietare l’auto-refezione, ossia la possibilità di portarsi il pasto da casa senza usufruire del servizio mensa scolastico, che ha un costo di 5 euro al giorno, e il diritto di consumarlo nei locali scolastici.

Un punto segnato da un gruppo di sei famiglie (che hanno lanciato una raccolta fondi su Gofundme per fare fronte alle spese legali) contro la dirigenza, in una questione che si trascina in realtà già da più di un anno e mezzo. Una facoltà, portare il pranzo da casa, che era stata garantita durante la crisi pandemica, ma che era rientrata con la dichiarazione di fine emergenza. «Non è solo una questione economica — fanno sapere i genitori — anche se il costo può avere un peso nei bilanci di certe famiglie. Sono in molti a non essere soddisfatti della qualità della mensa».

Al di là di eventuali discussioni su «principi di libertà» o sui pericoli di creare differenze e disparità tra bambini, la questione passa attraverso due atti ufficiali. Da una parte, la comunicazione della dirigenza del 7 settembre scorso, nel quale si annunciava «con rammarico» l’impossibilità a garantire il diritto al pasto preparato in casa, sostenendo che i «refettori non sono nella disponibilità della scuola, in quanto assegnati al soggetto gestore del servizio di ristorazione». Questo «secondo quanto comunicato dall’amministrazione comunale», contro la quale la dirigenza non nasconde una nota polemica («Diversi incontri si sono svolti senza una soluzione positiva»). Dall’altra, il decreto dei giudici amministrativi arrivato nei giorni scorsi, ai quali si sono rivolte le famiglie con l’assistenza dell’avvocato torinese Giorgio Vecchione.

Il Tribunale amministrativo regionale ha sospeso l’efficacia della circolare scolastica, ritenendo di «dover dare prevalenza all’interesse dei ricorrenti», considerando che «l’istituto scolastico, avendo approvato uno specifico regolamento, ha mostrato di avere capacità organizzative per consentire l’auto-refezione». Una possibilità, dunque, ora consentita a tutte le famiglie che hanno fatto domanda lo scorso maggio, entro i termini previsti dalla scuola.

In epoca di restrizioni da Covid, la scuola ha concesso il pasto fai da te, perché, a seguito del distanziamento, molte classi pranzavano nelle loro aule. «Terminata l’emergenza pandemica e visti i numeri degli iscritti all’auto-refezione — è la posizione dell’istituto scolastico brianzolo —, includendo anche richieste pervenute oltre i termini previsti, la scuola non ha purtroppo a disposizione personale docente in misura sufficiente, per poter garantire la sorveglianza agli studenti». Ma il decreto del Tar ha smentito la versione della scuola, riportando di fatto la schiscetta in sala mensa.

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3 ottobre 2022 (modifica il 3 ottobre 2022 | 07:37)

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