A quanto pare la strada per la cancellazione dei vincoli di mobilità sarà più in salita del previsto: è l’Unione Europea a imporre queste condizioni dato che il blocco sulla stessa sede è compresa nella riforma del reclutamento già approvata in Italia ma legata al PNRR.
Avevamo già parlato della doccia fredda per i docenti vincolati alla scoperta che il testo del decreto milleproroghe approvato dal Governo prima di Natale non conteneva la norma precedentemente prevista, ovvero la deroga per il prossimo anno scolastico ai vincoli di trasferimento dei docenti.
Ebbene, in base a quanto riporta Italia Oggi, la norma non è stata inserita dal Governo a causa dell’UE, che insiste nel considerare il vincolo di mobilità fondamentale per la continuità didattica e quindi per la qualità del sistema scolastico.
L’obbligo di permanenza sulla stessa sede, ricorda Bruxelles, è uno dei punti alla base del progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti, riforma che viene alimentata dai fondi europei e quindi, il blocco triennale dei trasferimenti fa parte dell’intero pacchetto e non può cadere.
“Una generica indicazione europea a favore del contenimento della mobilità dei docenti è interpretata come un dogma da una burocrazia acefala, senza tener conto che da tempo i vincoli territoriali comportano più danni che vantaggi. Credo sia il momento di cominciare a ragionare su incentivi che vadano a sostituire imposizioni ormai fuori dalla realtà, insostenibili economicamente e dagli effetti devastanti per l’istituto familiare“, commenta Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega
Se consideriamo l’intenzione da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, di chiedere all’Europa una proroga di un anno per raggiungere l’obiettivo fissato di 70 mila nuove assunzioni (dal 2024 al 2025), lo spazio di manovra appare estremamente ridotto.
Dall’altro lato però, il Ministro deve provare a conciliare le richieste delle organizzazioni sindacali, impegnati già da mesi nel rinnovo del contratto integrativo sulla mobilità ma in situazione di stallo proprio a causa di una soluzione ancora mancante sui vincoli.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo, nell’ultima riunione fra amministrazione e sindacati, infatti, è rimasto intatto lo stallo riguardo la questione dei vincoli triennali di permanenza per i docenti neoassunti a.s.2022/23 su cui le posizioni risultano sempre opposte tra i sindacati, uniti nella tesi di rinviarne la decorrenza alle nuove forme di reclutamento del DL 36/2022, e il ministero propenso a prevederne l’effettiva vigenza agli immessi in ruolo dell’anno scolastico in corso.
Le organizzazioni sindacali propongono una soluzione politica per risolvere la situazione, provando attraverso il contratto di evitare l’applicazione rigida in merito ai blocchi triennali nella stessa scuola, magari appunto, con una soluzione transitoria per il solo anno scolastico 2023/2024, concedendo al Governo e al Parlamento il tempo per un intervento strutturale.