La mobilità dei docenti torna al centro del dibattito nel mondo della scuola con la trattativa tra il Ministero e i sindacati. Migliaia di docenti, infatti, dopo aver vinto il concorso ordinario, non potranno chiedere il trasferimento per via del vincolo triennale. Anni di precariato, vincitori di concorso e blocco della sede: le storie dei docenti neo immessi in ruolo si assomigliano tutte.
Intervenuta durante la diretta di Orizzonte Scuola sul tema (qui il video completo), la docente Simona Di Tuoro ha raccontato la sua storia.
“Sono entrata di ruolo dal 1 settembre 2022 – racconta la docente – da concorso ordinario bandito nel 2020, le cui prove sono state espletate tra la fine di Novembre e inizio Dicembre 2021 e tutto si è concluso a fine Luglio 2022“. Un iter molto lungo, condizionato dalla pandemia, terminato pochi mesi fa. “Così come la mia storia– continua a raccontare Di Tuoro –c’è la storia di moltissimi docenti, che non possono accudire i propri genitori o crescere i propri figli. Ci sono docenti che hanno vinto il concorso, ma non hanno potuto firmare il contratto e hanno rinunciato; docenti che hanno firmato il contratto, ma si sono licenziati, in seguito alle problematiche che sono subentrate, anche economiche, considerando che vivere fuori, con lo stipendio del docente, non è facile”.
Con una storia di precariato tra l’Emilia-Romagna e la Campania, prima dell’assegnazione del ruolo in Toscana, l’insegnante Simona Di Tuoro, campana di origine, sottolinea non solo le difficoltà economiche, ma anche le criticità che riguardano la sua famiglia. “La mia lontananza pesa tanto sulla gestione familiare, perché non posso né essere di supporto per i miei genitori anziani, né essere una figura di riferimento per lo sviluppo e la crescita dei miei nipotini, che sono a carico del nucleo familiare al quale appartengo. Così come me, ci sono molti altri colleghi, anche nella scuola dove sono attualmente”.
E spiega: “Questi vincoli sono presenti soltanto per noi, neo immessi in ruolo, e non riusciamo a comprendere la motivazione di questa discriminazione. Quello che chiediamo è di poter lavorare serenamente: il vincolo non è garanzia di continuità didattica. Noi ci chiediamo la motivazione di questi vincoli, ma attualmente non ne troviamo. Qualcuno ci deve spiegare che senso ha vincolare i docenti, ma soprattutto perché discriminare docenti 2022-2023 rispetto agli altri: perché solo a noi questi vincoli?“.
Lo scorso 16 Novembre erano stati convocati i sindacati in Viale Trastevere per la trattativa sul rinnovo del CCNI Mobilità 2022-2025, che attualmente risulta ferma (per approfondire clicca qui). Il nodo principale resta il vincolo di mobilità in virtù dell’interpretazione della normativa di riferimento. In particolare, per le organizzazioni sindacali il DL 36/22, che prevede il blocco dei trasferimenti per i neoassunti del 2022, non sarebbe applicabile, poiché riferito (come si evince dall’art. 13 del decreto legislativo 59/2017, modificato dallo stesso decreto legge 36/22) alle procedure concorsuali stabilite dal decreto stesso, che non sono state ancora avviate. Sebbene non ci siano stati cambi di posizione, al momento, i sindacati hanno percepito che il Ministero sembra essere più orientato all’ascolto.
“Non vogliamo trovare strategie per stare a casa – ha concluso la professoressa Di Tuoro – ma vogliamo essere vicini alle nostre famiglie e avere la libertà di poter scegliere dove lavorare“.
, 2022-11-29 07:40:00, La mobilità dei docenti torna al centro del dibattito nel mondo della scuola con la trattativa tra il Ministero e i sindacati. Migliaia di docenti, infatti, dopo aver vinto il concorso ordinario, non potranno chiedere il trasferimento per via del vincolo triennale. Anni di precariato, vincitori di concorso e blocco della sede: le storie dei docenti neo immessi in ruolo si assomigliano tutte.
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