L’evento
di Luciano Ferraro
La quattro giorni dei produttori italiani. «La sfida più importante è riconquistare i consumatori più giovani di Canada e Stati Uniti»
L’effetto Jay-Z è finito. Gli elogi in rima del Moscato nei brani di molti rapper americani non convincono più i ragazzi americani. Neppure le foto su Instagram del re del basket LeBron James con una bottiglia di Brunello smuovono i più giovani. Sul consumo del vino, l’America è un paese per vecchi. E’ la sorpresa che arriva dal Vinitaly, riaperto da domenica 10 a mercoledì 13 aprile a Verona, dopo due anni di stop a causa del Covid. I consumatori abituali di vino negli Stati Uniti e in Canada sono diminuiti di 12 milioni: 11 hanno tra i 21 e i 41 anni.
Vinitaly a Verona
Questo cambiamento demografico nel consumo per i i produttori italiani è un grattacapo in più. Tra gli stand degli oltre 4.000 espositori, la gioiosa energia intrappolata nel lungo lockdown fieristico circola assieme alle preoccupazioni per il futuro. Difficile fare previsioni, troppe incognite: la guerra in Ucraina, la pandemia che non scompare, i rialzi record delle materie prime (dal vetro per le etichette alla carta per gli imballaggi) e dei trasporti delle merci. L’Ismea, nel suo prossimo rapporto, sarebbe pronta a confermare le stime di crescita del settore del 7% fino al 2025 (12% per gli spumanti). Ma i vignaioli sono cauti. Ora altra incertezza arriva dal mercato americano, con il “tradimento” dei consumatori più giovani che al posto dello spumante bevono tequila, e invece del rosso preferiscono gli hard seltzer, bibite fruttate con 3-5 gradi alcolici.
I numeri del’export italiano
Un grosso problema per un comparto che fa dell’export il proprio cavallo di battaglia (7,2 miliardi di euro di vino venduto fuori dai confini nazionali nel 2021). Gli Stati Uniti sono il Paese trainante del grande affare alcolico d’Italia.
Il mercato di Usa e Canada
Lo scorso anno Usa e Canada hanno stappato 600 milioni di bottiglie di vino italiano, spendendo 2,7 miliardi di dollari (+17% sul 2020). Una bottiglia su quattro racchiude bollicine di Prosecco, in buona posizione i grandi rossi toscani, Brunello di Montalcino in testa, e piemontesi con Barolo e Barbaresco. Ma a raffreddare gli entusiasmi arriva lo studio «The way to North America» dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, lanciato all’inaugurazione di Vinitaly. Secondo il capo dell’Osservatorio, Carlo Flamini, «negli ultimi tre anni gli Usa hanno perso 12 milioni di consumatori regolari di vino (passati da 84 a 72 milioni). Quasi la metà dei wine lovers sono concentrati nella fascia più anziana – quella dei Baby Boomers (oltre 57 anni). Ad abbandonare il calice di vino sono i più giovani (tra 21 e 41 anni), artefici di una emorragia di 11 milioni di consumatori. La fascia a cavallo tra Gen Z e Millennials, pur rappresentando quasi la metà della popolazione, vale solo il 28% della platea dei regular wine drinker».
Il simbolo
Il vino resta un simbolo dello stile di vita mediterraneo che attrae, ad esempio, star come Rihanna e Jon Bon Jovi, estimatori del Pinot grigio di Santa Margherita, l’etichetta italiana della famiglia Marzotto più venduta negli Usa, con 6,5 milioni di bottiglie. Bisognerà presto correre ai ripari per mantenere i numeri da record. «L’indagine – comenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – dimostra come non si debba mai dare per scontato il successo di un mercato. Il vino italiano, dovrà investire in nuovi prodotti, nel marketing diretto e nei contatti con gli operatori di mercato. In questo il ruolo del Vinitaly sarà fondamentale».
Il primo evento: Opera Wine e le scelte di Wine Spectator
In attesa di trovare una nuova spinta generazionale agli acquisti, come quella dei rapper verso il Moscato nel 2015, il Vinitaly ha riaperto sabato le porte all’America con OperaWine, l’evento con le 130 migliori cantine d’Italia organizzato con Wine Spectator, la rivista più autorevole del settore. Attesi centinaia di buyer. Anche da Kiev. «Il nostro importatore in Ucraina ha confermato il suo arrivo – racconta Elvira Bortolomiol, neo presidente del Consorzio del Prosecco Docg – il suo Paese si sta preparando per il ritorno della pace». Segnali positivi anche da Mosca: Giorgio Polegato di Astoria ha ottenuto lo sblocco di due partite di Prosecco ferme da settimane alla dogana ed è stato autorizzato a spedire un nuovo carico.
9 aprile 2022 (modifica il 9 aprile 2022 | 22:06)
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, 2022-04-09 22:16:00, La quattro giorni dei produttori italiani. «La sfida più importante è riconquistare i consumatori più giovani di Canada e Stati Uniti», Luciano Ferraro