Violentata dal mio fidanzato a 12 anni, oggi aiuto chi soffre con i miei dipinti

Violentata dal mio fidanzato a 12 anni, oggi aiuto chi soffre con i miei dipinti

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di Giulia Mietta

Il progetto di S., 22enne di Genova: una pagina Instagram per sensibilizzare e superare i tab: La ragazza dei disegni sono io, con i miei disegni vorrei offrire un porto sicuro per le vittime

Da bambina disegnavo tanto ma ho smesso di farlo a 12 anni, da quando il mio ragazzo mi ha violentato in un bagno pubblico, oggi grazie alla terapia e a chi mi ama ho ritrovato la forza per prendere in mano matita e colori e ho voluto trasformare questa energia in un progetto, in un porto sicuro per chi soffre di disturbi post traumatici come me. Il progetto si chiama Ast_ ArtistaSenzaTalento ed un profilo Instagram ideato da una ragazza di 22 anni, studentessa dell’Universit di Genova. Non ci sono selfie, filtri e meme su questo profilo, ma dipinti che rappresentano, con il volto e il corpo stilizzati di una donna, l’esperienza della violenza sessuale subita.

Quella ragazza sono io

Quella ragazza sono io, quei disegni sono la mia storia, racconta S., rappresentano alcuni stati d’animo che ho attraversato, la paura di raccontare quello che successo e quella del giudizio, il senso di colpa, l’ansia, l’insonnia, la perdita della speranza, il pensiero di togliersi la vita. Il suicidio, un tab o quasi nel linguaggio social, invece il tema su cui S., che studia per diventare psicologa di comunit, ha deciso di affrontare nella sua tesi di laurea. In particolare, la prevenzione del suicidio in ambito scolastico, spiega. I dati Istat a disposizione partono dai 16 anni in su, ma fenomeni come la pandemia e il bullismo social hanno portato l’et ad abbassarsi, e non si fa abbastanza prevenzione nei confronti di quegli adolescenti, quasi bambini, che come me hanno pensato di suicidarsi o ci hanno provato.

Autodidatta

S. si definisce artista solo su Instagram: Sono totalmente autodidatta, non ho neppure mai guardato un tutorial per capire come disegnare con tecnica, ammette. I miei dipinti sono istintivi, sono davvero un modo per esprimere quello che mi successo dopo che per tanti anni ho avuto difficolt a tirarlo fuori. La 22enne, infatti, ha trovato il coraggio di affidarsi agli specialisti solo quattro anni fa dopo un incontro fortuito, per strada, con il ragazzino autore dello stupro. Un vero shock, ma grazie alla famiglia e al fidanzato, lentamente riesce a raccontare. Ci voglio altri due anni perch la storia venga fuori interamente.

Il disegno

Pochi mesi fa il mio ragazzo mi ha regalato una valigetta con i colori e i pennelli e finalmente sono tornata a disegnare. Oltre alla pagina su Instagram la giovane ha aperto anche un account su Ko-Fi, portale nato per sostenere varie forme d’arte, per chi vorr aiutarmi a pagare il materiale per dipingere e la terapia, dice S. Ma l’obiettivo del suo progetto un altro: Sto cercando un modo per sensibilizzare gli altri e per fare empatizzare un pubblico pi vasto possibile sui disturbi post trauma, quelli legati alle violenze di genere, ma non solo, io vorrei essere, per i visitatori della mia pagina, un’amica ignota con cui aprirsi, confidarsi, dibattere.

Anonimato

L’anonimato non stata una scelta dovuta solo a ovvie questione di privacy, spiega la 22enne. Il fatto di non avere un nome e un cognome da un lato tiene lontano gli haters, dall’altro permette a chi ne ha bisogno di aprirsi pi facilmente. La comunit che S. sogna di creare sta prendendo forma, anche piuttosto velocemente. Sotto i disegni angoscianti dell’artista senza talento i commenti dei follower, pazienti, psicologi, persone con disturbi ancora da inquadrare, persone che cercano aiuto o che si propongono di offrirlo. Nel suo ultimo post S. ha pubblicato il ritratto di una ragazza, finalmente pieno di colore, il cui volto sembra essere andato in frantumi e tenuto insieme da venature d’oro. il kintsugi, dice, l’arte giapponese di ricostruire, anch’io sto ricostruendo me stessa.

23 dicembre 2022 (modifica il 23 dicembre 2022 | 11:29)

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