In media oltre 14 donne al giorno, nei primi sei mesi di quest’anno, si sono rivolte agli sportelli fisici e virtuali del Telefono rosa di Torino: 2562 in tutto, tra richieste d’aiuto e nuove prese in carico.
“Un dato perfettamente in linea con i numeri del 2022 – spiega a La Repubblica l’avvocata Anna Ronfani, vicepresidente di Telefono Rosa Piemonte – Si riconferma anche la grande presenza di giovani donne tra i 16 e i 29 anni”.
Questi numeri toccano il 21%, di un punto percentuale sopra la fascia tra i 30 e i 39 anni d’età.
“Questo non significa solo che sono una parte rilevante delle vittime, ma anche che sono meno disposte a tacere” commenta Ronfani. Le più colpite dalla violenza, il 32% il del totale, hanno tra i 40 e i 49 anni. Tra chi l’ha commessa, c’erano anche 253 mariti, conviventi e fidanzati.
Quello che emerge, specie in seguito all’omicidio di Giulia Cecchettin, è l’ansia dei genitori: “C’è un clima diverso, di grande allarme. Le famiglie sono preoccupate”.
La preoccupazione è tale che si cercano varie misure per stare vicino alle figlie, specie per la giovanissime, dove alcuni genitori le accompagnano a scuola: “Se la situazione sembra richiedere questa formula, noi non la scoraggiamo. Usiamo protocolli collaudati per valutare il rischio e, purtroppo, sono molto presenti casi di rischio molto alto e altissimo”.
Anche sul tipo di violenza sembra esserci varietà, anche per la fasce più giovani: “in quest’età i casi di violenza psicologica compiuta attraverso internet o altri mezzi di comunicazione è più frequente“.
Invece, la violenza economica sembra essere quella più diffusa fra le donne adulte: “finora ha colpito 104 vittime. Non solo chi non ha un’attività lavorativa – precisa Ronfani – ma anche donne con un reddito maggiore di quello del partner: una condizione, questa, che genera invidia e porta l’uomo alla prevaricazione”.
La violenza fisica e sessuale, invece, ha colpito rispettivamente 165 e 45 donne, senza contare altre forme di violenza, sempre a carattere sessuale, come molestie in presenza e online, revenge porn o costrizione a pratiche umilianti: altre 73 vittime. Il conteggio si allunga con 222 violenze verbali o minacce, e altri 48 casi di stalking.
Ma sembra essere la violenza psicologica la più diffusa, che in sei mesi ha colpito almeno 246 donne. “Include comportamenti disparati e subdoli – aggiunge l’avvocata – umiliazioni, ricatti, controllo, isolamento, gelosia. Condotte che creano un clima di sottomissione e sofferenza senza però lasciare tracce cliniche In questo modo è anche più difficile dimostrarle da un punto di vista probatorio”.
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