Violenze, che cosa sappiamo degli stupri?

Violenze, che cosa sappiamo degli stupri?

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di Giusi Fasano

Con il passare dei mesi, nei luoghi liberati dall’occupazione dell’armata russa si moltiplicano le testimonianze. E il commissario per i diritti umani del parlamento ucraino denuncia abusi su bambini rapiti per video pedofili

Dalla chat via whatsapp si capisce che un bambino piccolo. Viene da un orfanotrofio dell’Ucraina e non ha parenti, scrive uno degli interlocutori. Hanno ordinato una serie di video con lui, aggiunge. L’et sconosciuta ma ci sono indizi in alcuni messaggi: dovrebbe cominciare la scuola fra poco, oppure: Non il primo, stiamo coinvolgendo dei piccoli per questo tipo di lavori.
Questo tipo di lavori, cio abusi sessuali secondo Dmytro Lubinets, difensore civico e commissario per i diritti umani del parlamento ucraino.
stato lui a rendere pubblici nei giorni scorsi questi dettagli, estratti da una conversazione – via whatsapp, appunto – fra due russi. Non ha voluto rivelare come l’ha ottenuta ma si rivolto alla polizia e alla procura perch prendessero misure appropriate per trovare e punire i colpevoli. E ha scritto un post per dire di aver appreso dai canali di Telegram che i russi rapiscono bambini ucraini per realizzare video di sesso con loro. Di pi. Ha parlato di prezzi spiegando che per quei video c’ chi arriva ad offrire 250 mila rubli, pi di 3200 euro. Impossibile descrivere quel che ha provato, dice. E conclude: La Federazione Russa rapisce, uccide, deporta e violenta insidiosamente i nostri bambini. Com’ possibile nel mondo di oggi?!.
Tutto questo (che si spera sia argomento d’inchiesta) soltanto il pi recente dei capitoli scritti sul tema della violenza sessuale nell’Ucraina in guerra. Ma di stupri – e pi precisamente di stupri come arma di guerra – si cominciato a parlare gi un mese dopo l’inizio del conflitto. A fine marzo, con la ritirata russa dalla regione di Kiev e dopo il massacro di Bucha, le associazioni umanitarie hanno cominciato a raccogliere testimonianze su quel che i soldati russi si erano lasciati alle spalle. Testimonianze rare, perch gi difficile a prescindere da tutto, ma se sei in guerra e sei sopravvissuta a uno stupro molto pi probabile che il primo desiderio sia fuggire dalle bombe e da tutto il resto piuttosto che correre a denunciare quel che ti hanno fatto.
La narrazione di una violenza, a te stessa e agli altri, ha bisogno del suo tempo. E infatti con il passare dei mesi sempre pi donne hanno deciso di uscire dal silenzio; hanno descritto non soldati ma bande di violentatori, assalti sessuali e violenze assortite, spesso di fronte ai mariti poi uccisi o ai bambini.
I dati ufficiali pi recenti disponibili sul binomio guerra- violenza sessuale vengono dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani: a inizio dicembre del 2022 aveva documentato 86 casi di abusi sessuali di vario genere, in grandissima parte commesse da uomini dell’armata russa. Sempre a fine 2022 le forze dell’ordine ucraine avevano elementi sufficienti per indagare su altri 43 casi.
Numeri parziali, che riguardano soltanto le storie arrivate all’apertura formale di un fascicolo. Le segnalazioni sarebbero per molte di pi e le vittime – secondo la Commissione d’inchiesta internazionale indipendente sull’Ucraina – hanno fra 4 agli 80 anni.
Dieci mesi dopo l’inizio del conflitto il procuratore generale di Kiev, Andriy Kostin, ha parlato di un drastico aumento degli stupri come arma di guerra e ne ha fatto cenno di recente anche la stessa first lady, Olena Zelenska: serve una risposta globale contro questi crimini, ha detto. Il mondo dovrebbe raccogliere il suo appello, in nome delle donne e dei bambini che portano addosso le ferite, visibili e non, di una violenza.

Nella foto, ritratto di Olha (30) in posa militare. Bachmut, gennaio 2023, Donbas, regione di Donetsk

13 febbraio 2023 (modifica il 13 febbraio 2023 | 15:52)

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