Virilità senza confini, maschere e donne dominatrici. L’Eurovision si vince scegliendo il vestito giusto

Virilità senza confini, maschere e donne dominatrici. L’Eurovision si vince scegliendo il vestito giusto

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di Paolo Coccorese

Cerimonia d’inaugurazione alla Reggia con la sfilata dei cantanti, dove sobrio è vietato

In Inghilterra i (pochi) detrattori dell’Eurovision lo banalizzano dicendo che è uno show per la comunità Lgbt e per gli studenti fuorisede più festaioli. A questo pubblico bisogna aggiungere però i designer. Creativi in senso lato e, in particolare, gli amanti della moda. Fashion victim, ma di quella esagerata. Perché sul pianeta eurovisivo la parola «sobrio» è bandita. Sempre. Quando si progetta l’esibizione — con i fuochi d’artificio o i tori meccanici come Achille Lauro — o alla cerimonia di inaugurazione, che ieri si è svolta alla Reggia di Venaria, dove i cantanti sfilano vestiti a festa, intesa come una via di mezzo tra il Carnevale di Rio e il ballo in maschera del college.

L’imperativo è farsi notare. Ancora di più se non si è nei paesi dei «big five» e bisogna vincere la semifinale se si punta a cantare nella puntata che conta. Così, attirare l’attenzione delle giurie e del pubblico televotante è l’obiettivo principe. E ogni idea è buona. I norvegesi Subwoolfer hanno scelto le maschere da lupo dei videogiochi alla Daft Punk. Jérémie Makiese, il belga di origine congolese, i capelli biondo platino e un pallone da calcio per ricordare a tutti che lui è il giocatore della Serie B che ha rinunciato al calcio per diventare cantante. Se all’Eurovision le canzoni contano meno dell’act, le storie di riscatto alimentano il meccanismo dell’audience. E, se queste fossero passibili di premio, la vittoria sarebbe già assegnata. Primo classificato? L’israeliano Michael Ben David che sei mesi fa lavorava in un supermercato e, dopo la vittoria del loro X Factor, sogna di ripetersi a Torino a colpi di balletti, con un capello leccatissimo col gel e un completo (con mantella) da eroe della Marvel 2.0. Quella, per intenderci, dei fumetti con gli eroi non più senza paura. Ma fragili e schiavi delle passioni. Quella di Ben David è correre da tutte le parti, inseguito dalla sicurezza, per fare festa con gli altri artisti come avvenuto nelle scorse sere al Centralino, dicono i bene informati. A Venaria, spinto dal pubblico, Ben David ha baciato sulla bocca il cantante romeno. Viva la passione. Con buona pace delle madame torinesi che ha incontrato in questi giorni «e — racconta — mi hanno guardato male» per i comportamenti esagerati e un po’ effeminati.

In realtà, l’uomo dell’Eurovision ha una virilità senza confini. Negli armadi, il rosa abbonda come nelle discoteche di dieci anni fa. Mahmood veste una gonna rosa, il cantante degli ucraini porta un capello rosa, Achille Lauro ha la camicia rosa. In più, indossa uno smoking Gucci, le scarpe con un bel tacco e i tatuaggi ben visibili.

Sul Turquoise carpet (blu per ragioni di sponsor) è lui il modello a cui si ispira la metà dei partecipanti di sesso maschile, come il romeno Wrs. Mentre per le donne va di moda la dominatrice super sexy. Appariscente la spagnola Chanel che si trascina un vestito lunghissimo rosso e una schiera di ballerini. Si punta a essere imponenti. Così forti che Ronela Hajati, l’abanese, si è trasformata per l’occasione in un personaggio di Star Wars, con un cappello e spalle squadrate xxl, e racconta: «vestita così spero almeno di piacere a qualche ragazzo». Chissà se l’ha guardata, invece, la svedese Cornelia Jakobs, intimo nero sotto una rete metallica, che nella bio Instagram scrive «viva la figa», sapendo benissimo cosa vuol dire in italiano. All’Eurovision l’empathy vote per i Paesi in guerra non è stato decisivo ai tempi del conflitto in Jugoslavia. Ma il polacco Ochman, con la pins della bandiera ucraina sulla giacca, sembra sincero quando spiega: «Un po’ mi vergogno di essere qui quando a Kiev la gente soffre». Dovrà fare attenzione a non lanciare messaggi politici dal palco. Sono vietatissimi. Come una vecchia usanza che il politically correct ha messo al bando. In passato il pubblico assegnava il premio Barbara Dex all’artista peggio vestito. Prende il nome da una cantante belga entrata a suo modo nella storia di Eurovision.

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8 maggio 2022 (modifica il 9 maggio 2022 | 14:16)

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, 2022-05-09 12:16:00, Cerimonia d’inaugurazione alla Reggia con la sfilata dei cantanti, dove sobrio è vietato, Paolo Coccorese

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