Vita da Kane

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Il capitano della nazionale inglese Harry Kane si è presentato allo stadio di Doha con al polso un rolex impreziosito da quarantasette zaffiri arcobaleno. Il gesto è stato immediatamente interpretato come una coraggiosa sfida ai parrucconi della Fifa che hanno vietato ai capitani delle squadre di indossare l’ormai celeberrima fascia «One love», recante anch’essa, al pari degli zaffiri, i colori dell’arcobaleno.

Mi auguro che Kane smentisca il significato politico attribuito al suo orologio e affermi di averlo indossato perché, essendo legittimamente un milionario, adora sfoggiare uno dei simboli planetari della ricchezza, in applicazione del famoso diritto all’eleganza recentemente difeso dall’onorevole Soumahoro.

Sarei divertito se confessasse che il rolex non è neanche suo, ma di Totti, a cui intende restituirlo al termine dei Mondiali in cambio di una borsetta firmata.

Quel che proprio non mi andrebbe giù è se Kane confermasse l’ipotesi che tanto entusiasmo sta suscitando nel mondo di chi vive fuori dal mondo.

Il trattamento inumano riservato agli omosessuali in Qatar grida vendetta, ma guardo sempre con sospetto i milionari che sfoggiano i diritti civili con la stessa disinvoltura di un rolex, seppure con minore credibilità, dato che per averla dovrebbero occuparsi ogni tanto anche di diritti sociali. Invece si ha l’impressione che a loro le cose stiano bene così: gli straricchi sopra e il ceto medio e i poveri sempre più sotto, a guardare l’arcobaleno.


Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

26 novembre 2022, 07:23 – modifica il 26 novembre 2022 | 09:08

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-26 08:09:00,

Il capitano della nazionale inglese Harry Kane si è presentato allo stadio di Doha con al polso un rolex impreziosito da quarantasette zaffiri arcobaleno. Il gesto è stato immediatamente interpretato come una coraggiosa sfida ai parrucconi della Fifa che hanno vietato ai capitani delle squadre di indossare l’ormai celeberrima fascia «One love», recante anch’essa, al pari degli zaffiri, i colori dell’arcobaleno.

Mi auguro che Kane smentisca il significato politico attribuito al suo orologio e affermi di averlo indossato perché, essendo legittimamente un milionario, adora sfoggiare uno dei simboli planetari della ricchezza, in applicazione del famoso diritto all’eleganza recentemente difeso dall’onorevole Soumahoro.

Sarei divertito se confessasse che il rolex non è neanche suo, ma di Totti, a cui intende restituirlo al termine dei Mondiali in cambio di una borsetta firmata.

Quel che proprio non mi andrebbe giù è se Kane confermasse l’ipotesi che tanto entusiasmo sta suscitando nel mondo di chi vive fuori dal mondo.

Il trattamento inumano riservato agli omosessuali in Qatar grida vendetta, ma guardo sempre con sospetto i milionari che sfoggiano i diritti civili con la stessa disinvoltura di un rolex, seppure con minore credibilità, dato che per averla dovrebbero occuparsi ogni tanto anche di diritti sociali. Invece si ha l’impressione che a loro le cose stiano bene così: gli straricchi sopra e il ceto medio e i poveri sempre più sotto, a guardare l’arcobaleno.


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26 novembre 2022, 07:23 – modifica il 26 novembre 2022 | 09:08

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, Massimo Gramellini

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