l’intervista Mezzogiorno, 16 settembre 2022 – 08:32 «Non mi piace la deriva burocratica della magistratura» di Anna Santini Perché ha deciso di candidarsi al Csm?Henry John Woodcock risponde senza esitazioni: «Ho pensato che dopo 25 anni di esclusivo lavoro sul campo (non senza qualche “turbolenza”) potesse essere utile mettere a disposizione dei colleghi la mia lunga esperienza. E ho scelto di farlo da indipendente, senza legami con alcuna corrente. Voglio inoltre aggiungere che sono l’unico, tra i colleghi in lizza, a rappresentare l’ufficio del pubblico ministero dei distretti di Napoli e Salerno, ossia dell’intera Campania. E, a mio avviso, sarebbe inspiegabile se un territorio difficile come il nostro non fosse rappresentato da un pm all’interno del nuovo Csm». Come si recupera la credibilità della magistratura italiana? «Non sarà semplice, ci vorrà tempo. I cittadini devono sentirsi uguali a chi li deve giudicare. Ed è davvero devastante prendere atto che la maggior parte delle persone alle prese, in un modo o nell’altro, con la giustizia non nutrano alcuna fiducia nei confronti della magistratura. In questo senso i magistrati dovrebbero esercitare il potere che la legge dà loro con alto senso di responsabilità ma soprattutto con grande umiltà, tenendo sempre presente che quando un cittadino si trova ad avere a che fare con la giustizia (penale o civile che sia) è possibile che lo stia facendo per questioni che, in quel momento, sono per lui decisive o addirittura determinanti per la sua stessa vita. Ebbene, troppo spesso i magistrati, inghiottiti dal vortice della routine, dimenticano quest’aspetto». Cosa pensa della «legge Cartabia» e del nuovo sistema elettorale legato al «sorteggio»? «È un tema su cui ci sarebbe tanto da dire e dovremmo sacrificare tutto lo spazio dell’intervista. Posso soltanto dire che l’impianto di questa cosiddetta riforma mi convince molto poco. Soprattutto non mi piace la deriva burocratica della magistratura e dell’esercizio della funzione giurisdizionale che la legge Cartabia rischia di favorire ulteriormente. Questo non significa, però, escludere la presenza di meccanismi di controllo sulla laboriosità dei magistrati, purché siano svincolati dal dato squisitamente statistico–quantitativo. Ritengo necessario, invece, valorizzare criteri che consentano di valutare la qualità, cosa ben più rilevante, del nostro lavoro». Quali sono, secondo lei, le priorità per i distretti di Napoli e Salerno? «Entrambi hanno bisogno non solo di altri magistrati, ma anche di personale amministrativo, ossia di coloro che in silenzio e con modeste gratificazioni economiche supportano in modo decisivo il lavoro dei magistrati. Senza di loro saremmo perduti, glielo assicuro. È necessario che anche su tale fronte il Ministero della Giustizia faccia la sua parte». Quale deve essere il modello di magistrato cui ispirarsi, in particolare con riferimento agli incarichi direttivi? «Io non ho mai ricoperto incarichi direttivi e la mia stessa candidatura dimostra come non nutra alcuna aspirazione a ricoprirli. Infatti, sulla base degli ulteriori “paletti” sanciti dalla legge Cartabia per chi viene eletto al Csm, concluderò la mia carriera come pubblico ministero di primo grado, continuando, dunque, a svolgere fino alla fine quella che, secondo me, è la funzione più appassionante tra le funzioni requirenti. Per rispondere alla sua domanda, credo comunque che un buon dirigente (in particolare di una Procura della Repubblica) sia quello che è in grado di organizzare bene l’ufficio, senza però appesantirlo con direttive e ordini di servizio inutilmente pressanti. Il nostro lavoro, e in particolare la funzione del pubblico ministero, non può essere svolta ed esercitata in modo burocratico: le carte devono essere tenute in ordine ma per fare giustizia. Quando tenere le carte a posto diventa il “fine” e non il “mezzo”, vuol dire che si è imboccata una strada opposta».Che cosa si aspetta dal nuovo Csm? «Il Csm deve recuperare prima la sua auctoritas e poi la sua potestas. A tal riguardo basti pensare soltanto a quante delibere del Consiglio, che avevano ad oggetto nomine e conferimenti d’incarichi, sono state annullate negli ultimi tempi dal giudice amministrativo. Non si era mai vista tanta debolezza in un organo di rilevanza costituzionale come il Csm. E tutto questo mi sembra molto pericoloso. Detto ciò, va sottolineato come questa consiliatura, in ogni caso, sia destinata ad avere una rilevanza particolare: giunge dopo una stagione piuttosto turbolenta e, inoltre, sarà chiamata da una parte a predisporre la normativa secondaria di attuazione alla legge Cartabia e, dall’altra, a dialogare con un interlocutore politico che, a prescindere da chi sarà, si occuperà senza dubbio del settore della Giustizia. Speriamo almeno che non metta mano esclusivamente alla materia riguardante il controllo sull’esercizio dell’azione penale, che da sempre polarizza l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 16 settembre 2022 | 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-16 06:33:00, «Non mi piace la deriva burocratica della magistratura»,