Con il XXIV Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato lo scorso 16 giugno all’Università di Bologna, AlmaLaurea, il Consorzio Interuniversitario creato per studiare il destino sociale e occupazionale dei laureati italiani, ha posto l’accento, in particolare, su quali siano i laureati che riescono a trovare lavoro prima degli altri.
Il Rapporto 2022 ha analizzato 77 atenei e circa 300 mila laureati del 2021. Con riferimento alla condizione occupazionale sono state, invece, considerate 76 università, per un totale di 660 mila ex studenti, a distanza di uno, tre e cinque anni dalla laurea. Da questo punto di vista si registra un tendenziale miglioramento del tasso di occupazione a un anno dal titolo: +2,9% rispetto al 2019 per i laureati di secondo livello e +0,4 punti per i laureati di primo livello. Anche le retribuzioni risultano in aumento: rispetto all’indagine del 2019 si rileva un +9,1% per i laureati di primo livello e un +7,7% per quelli di secondo livello.
Nel complesso, insomma, laurearsi conviene. Il livello del titolo di studio posseduto si conferma infatti determinante per non restare disoccupati e per guadagnare di più. Nel 2021 il tasso di occupazione della fascia di età 20-64 anni tra i laureati è stato pari al 79,2% a fronte del 65,2% dei diplomati (dati ISTAT) e un laureato, secondo la documentazione OCSE, guadagnava nel 2020 il 37,0% in più rispetto a un diplomato.
Ma quali laureati trovano prima lavoro? Qui non ci sono sorprese: le facoltà che offrono maggiori sbocchi professionali (con un tasso di occupazione superiore al 90%) sono quelle relative all’ambito disciplinare di informatica e tecnologie, ingegneria industriale e dell’informazione, architettura e ingegneria civile, economia.
Il tasso di occupazione nei settori dell’educazione e formazione, arte e design e letterario-umanistico resta, invece, al di sotto dell’83%. Una differenza che si registra anche per ciò che concerne la retribuzione, che è mediamente di 1.800-1.900 euro circa al mese per il settore scientifico e 1.400 per quello umanistico, che riguarda la generalità degli insegnanti.
Il mercato del lavoro che accoglie i neolaureati di questa ultima generazione è tuttavia caratterizzato da elevata instabilità, dall’aumento dei contratti a tempo determinato e da una accentuata sfiducia nelle istituzioni, compensata tuttavia da una forte fiducia nella tecnologia, nella rete di relazioni sociali e nella famiglia, fattori cruciali, secondo AlmaLaurea, per il miglioramento delle possibilità occupazionali e professionali dei laureati.
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, , Pubblicato da Orazio Niceforo
Con il XXIV Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato lo scorso 16 giugno all’Università di Bologna, AlmaLaurea, il Consorzio Interuniversitario creato per studiare il destino sociale e occupazionale dei laureati italiani, ha posto l’accento, in particolare, su quali siano i laureati che riescono a trovare lavoro prima degli altri. Il Rapporto […]
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