Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in una recente intervista con “Repubblica”, ha affermato che per rendere più attraente la Pubblica Amministrazione, è importante migliorare i termini dell’offerta, con particolare attenzione agli aspetti retributivi. Secondo il Ministro, la capacità di premiare il merito è fondamentale per aumentare il livello di soddisfazione del personale e garantire la loro appartenenza e orgoglio verso l’ente.
Zangrillo sostiene che per lavorare sul merito, la leva retributiva è fondamentale e che i recenti rinnovi dei contratti per la sanità, la scuola e gli enti locali sono stati un primo passo importante, ma non sufficiente. Il contratto nazionale deve restare tale, ma si può utilizzare la contrattazione accessoria per riconoscere le peculiarità della zona in cui si vive e tenere conto delle differenze territoriali nei costi della vita. Tuttavia, non si deve pensare di tornare alle gabbie salariali.
Il Ministro sottolinea l’importanza di avvicinarsi ai valori di mercato e proposte percorsi professionali motivanti, per far sì che la Pubblica Amministrazione diventi un’opzione più attrattiva per i lavoratori. La parte accessoria dello stipendio dovrebbe essere utilizzata soprattutto per introdurre meccanismi di premialità per le persone con performance eccellenti. Il contesto economico attuale richiede un approccio equilibrato che tenga conto sia del Nord che del Sud, per garantire una retribuzione equa per tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Un intervento, quello di Zangrillo, che si inserisce nella polemica della differenziazione dei salari che ha tenuto banco tutta la scorsa settimana, quando il Ministro dell’Istruzione Valditara ha riportato una richiesta da parte delle Regioni di una differenziazione degli stipendi dei lavoratori della scuola in base alle regioni in cui lavorano.
Proposta che ha portato ad alzare un muro di no sia da parte dei sindacati che di molti partiti politici, nonché di alcuni governatori delle Regioni.
Il fermo “no” a gabbie salariali da parte di Zangrillo, ma una apertura verso una retribuzione aggiuntiva legata alla contrattazione accessoria, apre un nuovo scenario di dialogo: “Il contratto è nazionale e tale deve restare, altrimenti dopo gli insegnanti ci potrebbero essere i poliziotti, i carabinieri e via via tutti gli altri. Possiamo però utilizzare strumenti come la contrattazione accessoria per riconoscere le peculiarità dell’area in cui si vive. Senza però pensare di tornare alle gabbie salariali”, ha tenuto a precisare.