di Massimo Sideri
È il più grande impianto europeo. La notizia arrivata da Energoatom, la società ucraina. Rafael Grossi dell’Authority di controllo delle Nazioni Unite: «Missione vicina»
L’impianto nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, il più grande in Europa occupato fin da marzo dalle truppe russe, è stato staccato per la prima volta dalla rete elettrica a causa di un incendio nelle linee vicine. È quanto è stato comunicato da Energoatom, la società pubblica di Kiev che gestisce l’energia nucleare civile, in un periodo in cui lo stesso impianto ha riacceso il dibattito e la preoccupazione per l’eventualità di un incidente nucleare in un teatro di guerra. La disconnessione potrebbe essere stata temporanea.
I fattori di ansia sono diversi: Zaporizhzhia ha sei reattori con tecnologia sovietica degli anni Ottanta (VVER-1000 V-320 che funzionano con l’Uranio 235 che ha un tempo di dimezzamento degli isotopi radioattivi di 700 milioni di anni). Quattro di questi erano già stati spenti in parte dalle stesse truppe di Mosca che hanno occupato l’impianto fin dalle prime giornate di combattimenti. Ne restano due attivi, gli stessi che giovedì sono stati disconnessi dalla rete (il collegamento era avvenuto nel 1995). Non può essere dimenticato che sempre in Ucraina, nel 1986 quando era parte dell’Unione sovietica, è avvenuto il più grande disastro nucleare civile della storia, quello di Chernobyl. Le tecnologie sono molto diverse e non vanno confuse. Ma questo significa poco per la popolazione che ha subito l’evento.
Difficile per adesso avere un quadro preciso della situazione. La disconnessione, che sia voluta o il risultato delle attività belliche, è un fatto grave perché l’energia non viene prodotta solo per uscire dall’impianto e alimentare Kiev e il Paese (i 15 impianti prima della guerra fornivano circa metà del fabbisogno elettrico ucraino), ma ritorna indietro anche per poter essere utilizzata, in caso di emergenza, per sopperire ad eventuali falle dei sistemi di raffreddamento ad acqua che si basano sul vicino fiume Dnipro. Esistono dei generatori di sicurezza con motori diesel, ma gli stessi sono stati in definitiva la causa ultima del disastro di Fukushima (erano finiti sotto l’acqua dello tsunami).
In ogni caso il distacco non è un atto che si può decidere a cuor leggero. Rafael Grossi, il capo dell’Autorità di controllo dell’energia atomica civile delle Nazioni Unite, Aiea, ha fatto sapere che la missione internazionale di monitoraggio delle centrali potrebbe iniziare a giorni: «Siamo molto molto vicini. Kiev è d’accordo. E anche Mosca». La stessa Aiea ha citato «una disconnessione temporanea». Lo fog of war, la nebbia che caratterizza tutte le informazioni in scenari bellici, è molto densa. Le notizie che arriveranno dagli osservatori saranno le prime da fonti neutrali che riguardano l’impianto di Zaporizhzhia. E sono molto attese: nonostante le rassicurazioni degli esperti in realtà nessun impianto atomico civile è stato progettato per poter funzionare in completa sicurezza in un quadro di guerra.
25 agosto 2022 (modifica il 25 agosto 2022 | 20:52)
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