Zar Will

Zar Will

Spread the love

Sempre che non si tratti di una sceneggiata (dopo un mese di guerra, tendo a diffidare di qualunque cosa), un analista della complessità saprebbe sicuramente spiegarci che Will Smith ha sì tirato uno schiaffo al comico Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar, ma che focalizzarsi su questo pur deprecabile aspetto della questione rappresenta un approccio pigro e semplificatorio. Perché è stato Rock, con la sua battuta sull’alopecia della moglie, ad avere provocato la reazione del grande attore. I grandi attori sono persone suscettibili e la Realpolitik suggerisce di non andarli a stuzzicare con frecciatine di dubbio gusto.

Dopo avergli addossato la responsabilità del ceffone, l’analista elogerebbe però il comportamento del comico, che a differenza del collega Zelensky si è lasciato picchiare senza opporre resistenza. E concluderebbe dando la colpa agli Stati Uniti (su, aprite gli occhi: chi organizza la serata degli Oscar?), capacissimi di avere indotto Rock a provocare Smith per qualche losco fine economico travestito da libertà di espressione. Come ragionamento non fa una grinza.

Eppure, dai tempi della testata di Zidane a Materazzi, il sempliciotto dentro di me si ostina a credere che il passaggio dall’aggressività latente a quella manifesta non sia marginale. Appena invadi, o appena meni, lo scenario cambia di colpo e le motivazioni della violenza non contano più. Resta solo la violenza. Anche quando, come nel caso di Will Smith, si vorrebbe spacciarla per amore .

Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. La si può leggere qui.

Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

29 marzo 2022, 06:34 – modifica il 29 marzo 2022 | 06:36

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-03-29 04:38:00,

Sempre che non si tratti di una sceneggiata (dopo un mese di guerra, tendo a diffidare di qualunque cosa), un analista della complessità saprebbe sicuramente spiegarci che Will Smith ha sì tirato uno schiaffo al comico Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar, ma che focalizzarsi su questo pur deprecabile aspetto della questione rappresenta un approccio pigro e semplificatorio. Perché è stato Rock, con la sua battuta sull’alopecia della moglie, ad avere provocato la reazione del grande attore. I grandi attori sono persone suscettibili e la Realpolitik suggerisce di non andarli a stuzzicare con frecciatine di dubbio gusto.

Dopo avergli addossato la responsabilità del ceffone, l’analista elogerebbe però il comportamento del comico, che a differenza del collega Zelensky si è lasciato picchiare senza opporre resistenza. E concluderebbe dando la colpa agli Stati Uniti (su, aprite gli occhi: chi organizza la serata degli Oscar?), capacissimi di avere indotto Rock a provocare Smith per qualche losco fine economico travestito da libertà di espressione. Come ragionamento non fa una grinza.

Eppure, dai tempi della testata di Zidane a Materazzi, il sempliciotto dentro di me si ostina a credere che il passaggio dall’aggressività latente a quella manifesta non sia marginale. Appena invadi, o appena meni, lo scenario cambia di colpo e le motivazioni della violenza non contano più. Resta solo la violenza. Anche quando, come nel caso di Will Smith, si vorrebbe spacciarla per amore .

Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. La si può leggere qui.

Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale.

29 marzo 2022, 06:34 – modifica il 29 marzo 2022 | 06:36

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, Massimo Gramellini

Pietro Guerra

Pietroguerra.com.com è un sito web dedicato alle notizie per il personale scolastico, docenti, dirigenti scolastici, personale ATA, personale educativo, genitori e studenti

View all posts by Pietro Guerra →

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.