Zelensky e il ritorno a casa: cosa (non) ha ottenuto da Biden

Zelensky e il ritorno a casa: cosa (non) ha ottenuto da Biden

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di Viviana Mazza e Marta Serafini

Il leader ucraino: buoni risultati. Resta il nodo delle armi offensive. Putin: fine guerra il prima possibile

DALLE NOSTRE INVIATE
WASHINGTON E KIEV — Torno a casa con buoni risultati. soddisfatto Volodymyr Zelensky mentre rientra a Kiev, dopo la visita a Washington durante la quale la Casa Bianca ha annunciato un pacchetto di aiuti totali da 1,85 miliardi di dollari. Ma al di l delle sincere espressioni di gratitudine ucraina e delle ferme promesse di continuo sostegno statunitensi, Biden e Zelensky hanno obiettivi in parte diversi.

Per entrambi era importante incassare il sostegno del Congresso, dove la Camera da gennaio avr maggioranza repubblicana e diversi membri sono contrari a nuovi aiuti a Kiev. Ma un’Aula bipartisan ha dato un caldo benvenuto al leader ucraino, incluso il favorito a diventare speaker della Camera, Kevin McCarthy, nonostante abbia ribadito che non conceder assegni in bianco. Il pacchetto di aiuti da 47 miliardi di dollari attualmente al voto dovrebbe passare.

Per Zelensky, l’accoglienza a Washington un motivo di prestigio in patria ma l’obiettivo era — ed — avere armi pi potenti per migliorare la capacit dei suoi militari nella controffensiva contro la Russia. I Patriot sono una delle armi occidentali pi avanzate ottenute finora da Kiev, ma non arriveranno prima della primavera — dicono funzionari Usa al Financial Times anche se secondo altre fonti gli Stati Uniti inizieranno ad addestrare molto presto le truppe ucraine all’uso dei Patriot come fatto per gli Himars — e sono comunque sistemi difensivi. In un tweet intitolato La mia lista dei desideri di Natale, pubblicato all’inizio di questo mese, il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak chiedeva anche quattro tipi di armi che l’amministrazione Biden ha rifiutato, tra cui carri armati avanzati, droni e il sistema missilistico tattico dell’esercito americano, noto come ATACMS. Ed qui che le posizioni tra Washington e Kiev divergono. Gli ucraini sostengono che l’unico modo per fermare l’attacco aereo russo sia colpirlo dove ha origine. Il pericolo dell’invio di armi a lunga gittata, replica per Biden, che la fornitura possa spaccare gli alleati Nato.

Per il leader americano, che dal 3 gennaio si ritrover una Camera determinata a danneggiarlo politicamente e a indagare su suo figlio, la politica estera un palcoscenico per dimostrare la sua leadership. La prova che l’America tornata e che difende la democrazia — un messaggio diretto all’opinione pubblica sia interna che estera. Ma Biden sa che l’appoggio dei suoi cittadini alla guerra si incriner in assenza di passi tangibili per porre fine al conflitto. Eppure la posizione ufficiale dell’Amministrazione che tocca a Kiev decidere le condizioni. vero, come ha detto Biden, che sia lui che Zelensky vogliono la pace. Ma per Zelensky la pace giusta significa nessun compromesso, ovvero che la guerra finir quando l’integrit territoriale ucraina sar ricostituita e la Russia ripagher per i danni inflitti (alcuni dei quali non si possono ripagare). Quindi Zelensky vuole vincere e per farlo ha bisogno di armi che per l’Occidente teme di dargli, per paura di un’escalation del conflitto. Da settimane americani, europei e ucraini discutono tre diversi modelli di negoziato. Uno parte di un piano in dieci punti proposto da Zelensky il mese scorso che include il ritiro russo da tutto il territorio ucraino ancora occupato, compresa la Crimea e le aree del Donbass prese nel 2014; un altro il ritiro entro le linee del 2014; un terzo livello di ritiro includerebbe il Donbass, ma non la Crimea. Zelensky ha chiarito che non sosterr n la seconda, n la terza opzione. Quanto ai russi, nonostante le dichiarazioni ufficiali, secondo Washington non sono pronti a sedersi al tavolo: starebbero solo cercando di prendere tempo per riorganizzare le truppe per una nuova offensiva. Idea che trapela anche dalle parole del presidente russo Vladimir Putin che ieri ha s detto vogliamo la fine della guerra il prima possibile ma poi, per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov, ha accusato gli americani di voler combattere una guerra per procura.

Dice bene Zelensky quando parla di buoni risultati. Prima di varcare la frontiera, ieri si concesso un altro faccia a faccia, questa volta con l’amico Andrzej Duda, il leader polacco. E ha incassato un altro invito in presenza. In Europa, questa volta, al summit Ue-Ucraina, in programma il 3 febbraio, a Bruxelles.

22 dicembre 2022 (modifica il 22 dicembre 2022 | 22:43)

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