«100% Italia», vizi e virtù del Paese in un game show

di Aldo Grasso

Nicola Savino su Tv8 guida un programma leggero eppure sociologicamente interessante

Diciamolo subito: Nicola Savino è molto più simpatico di Enrico Papi. Più affabile, autoironico, meno autoreferenziale. Potere della gavetta radiofonica, che insegna ad andare all’essenziale e a fare un passo indietro, quando necessario, per lasciare spazio allo show.

Da qualche settimana, la fascia dell’access prime time di Tv8 ha accolto l’ubiquo Savino con un game semplice, leggero, eppure sociologicamente interessante: «100% Italia» (dal lunedì al venerdì, ore 20.30, Tv8). Due coppie di concorrenti si sfidano cercando di scovare vizi, virtù, abitudini e stili di vita degli italiani; un panel di cento italiani («un campione ampiamente rappresentativo», parole di Livio Gigliuto, vicepresidente dell’Istituto Piepoli, presente in studio come supporto e sentenza) popola lo studio e ai concorrenti spetta il compito di indagarne azioni e desideri della quotidianità.

Il meccanismo del gioco è piuttosto semplice, quello classico dei game fondato sulla «scalata» (montepremi da accumulare) e delle singole prove interne; si va dal gioco chiamato «maggioranza», in cui bisogna indovinare tra i cento esponenti del campione quale sia la risposta prevalente a una domanda, a quello chiamato «vox pop» (la sciagurata vox populi!) in cui individuare le principali abitudini degli italiani rispetto a un dato argomento.

Da un punto di vista estetico e di contenuto, «100% Italia» sembra rimandare ad altri light game del passato e del presente; un po’ «Vinca il migliore» (Mediaset, anni ’90), un po’ «Top dieci» (Carlo Conti sulla Rai recentemente), con un’unica stella polare: raccontare e scoprire gli italiani, divertendosi. Realizzato da Banijay, 100% Italia è un prodotto originale italiano, uno di quelli che sembra avere le caratteristiche del format replicabile altrove. Quanto ai sondaggi d’opinione, comincio a credere alla superiore utilità sociale degli antichi aruspici.

30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 21:14)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-30 19:43:00,

di Aldo Grasso

Nicola Savino su Tv8 guida un programma leggero eppure sociologicamente interessante

Diciamolo subito: Nicola Savino è molto più simpatico di Enrico Papi. Più affabile, autoironico, meno autoreferenziale. Potere della gavetta radiofonica, che insegna ad andare all’essenziale e a fare un passo indietro, quando necessario, per lasciare spazio allo show.

Da qualche settimana, la fascia dell’access prime time di Tv8 ha accolto l’ubiquo Savino con un game semplice, leggero, eppure sociologicamente interessante: «100% Italia» (dal lunedì al venerdì, ore 20.30, Tv8). Due coppie di concorrenti si sfidano cercando di scovare vizi, virtù, abitudini e stili di vita degli italiani; un panel di cento italiani («un campione ampiamente rappresentativo», parole di Livio Gigliuto, vicepresidente dell’Istituto Piepoli, presente in studio come supporto e sentenza) popola lo studio e ai concorrenti spetta il compito di indagarne azioni e desideri della quotidianità.

Il meccanismo del gioco è piuttosto semplice, quello classico dei game fondato sulla «scalata» (montepremi da accumulare) e delle singole prove interne; si va dal gioco chiamato «maggioranza», in cui bisogna indovinare tra i cento esponenti del campione quale sia la risposta prevalente a una domanda, a quello chiamato «vox pop» (la sciagurata vox populi!) in cui individuare le principali abitudini degli italiani rispetto a un dato argomento.

Da un punto di vista estetico e di contenuto, «100% Italia» sembra rimandare ad altri light game del passato e del presente; un po’ «Vinca il migliore» (Mediaset, anni ’90), un po’ «Top dieci» (Carlo Conti sulla Rai recentemente), con un’unica stella polare: raccontare e scoprire gli italiani, divertendosi. Realizzato da Banijay, 100% Italia è un prodotto originale italiano, uno di quelli che sembra avere le caratteristiche del format replicabile altrove. Quanto ai sondaggi d’opinione, comincio a credere alla superiore utilità sociale degli antichi aruspici.

30 settembre 2022 (modifica il 30 settembre 2022 | 21:14)

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Pietro Guerra

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