Sono di quelle notizie che lasciano sempre sbigottiti, anche se per lo più una certa assuefazione l’abbiamo accumulata allochè si entra nell’inefficienza dello Stato, perché ancora una volta di inefficienza si tratta, nonostante sia un problema pesante che riguarda soprattutto l’Italia, quello della dispersione e dell’abbandono scolastico.
Secondo quanto pubblica Vita.it ci sarebbe pronto dal Pnrr un milione e mezzo di euro per combattere la dispersione scolastica e i divari in educazione, ma ad oggi non mancherebbe una strategia di utilizzo.
Per questo motivo i sette membri del Gruppo di lavoro nominato nei mesi scorsi dal Ministero dell’Istruzione, con il compito di elaborare proprio le indicazioni per lanciare questi due obiettivi nell’ambito del PNRR, denunciano che, nonostante sia stato elaborato un documento di 36 pagine, con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative al fine di “non ripartire ogni volta daccapo”, ancora “Non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale su un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che fa tesoro dell’esperienza. Siamo molto preoccupati, perché consapevoli dell’attesa da parte delle scuole e dei territori colpiti da crescente povertà educativa. Auspichiamo una risposta positiva nei prossimi giorni, soprattutto per le centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e, scuole e insegnanti, enti locali, civismo educativo del Terzo settore italiano”.
Tre i punti principali del documento consegnato a Bianchi
- misurare e monitorare i divari territoriali, anche attraverso il consolidamento e la generalizzazione dei test PISA/INVALSI
- ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno
- sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico.
Ma il Gruppo di lavoro ritiene pure che sia urgente:
- rafforzare l’offerta delle scuole con l’accompagnamento competente nell’elaborazione e gestione degli interventi, potenziandone l’organico;
- creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili e puntualmente individuati con criteri inoppugnabili;
- stabilire target di interventi differenziati per età, situazioni e bisogni, in modo flessibile secondo i contesti e mirati sia alla prevenzione, a scuola e fuori scuola, sia ad azioni di riparazione e riconquista piena al diritto allo studio e alla formazione, anche attivando percorsi di seconda opportunità;
- ridare forza all’autonomia scolastica e al protagonismo dei docenti grazie a investimenti capaci di rimotivare e supportare i processi di apprendimento di ciascun alunno/a in situazione di esclusione, fragilità, difficoltà, anche con azioni di tutoring e presa in carico personalizzati;
- favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore su base cooperativa e paritaria curando la costituzione e la manutenzione nel tempo delle comunità educanti sull’esempio delle migliori pratiche già all’opera in ogni parte di Italia;
- coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi in ogni azione educativa messa in campo;
- curare una visione lungimirante che preveda scambio e confronto permanente tra scuole, continuità nelle fasi di transizione ed orientamento, comune capacity building di tutte le professionalità coinvolte tra scuola e fuori scuola.
, 2022-06-21 14:15:00, Sono di quelle notizie che lasciano sempre sbigottiti, anche se per lo più una certa assuefazione l’abbiamo accumulata allochè si entra nell’inefficienza dello Stato, perché ancora una volta di inefficienza si tratta, nonostante sia un problema pesante che riguarda soprattutto l’Italia, quello della dispersione e dell’abbandono scolastico. Secondo quanto pubblica Vita.it ci sarebbe pronto dal […]
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