I docenti di sostegno aumentano di numero, una realtà paradossale se si confrontano i dati degli ultimi 20 anni divulgati dal Ministero stesso. Anche se con differenze tra un’area e l’altra del paese. Con riferimento all’a.s.2020/2021, per le varie aree territoriali sussistono notevoli differenze, si nota infatti come il contingente dei docenti per il sostegno in percentuale sul totale dei docenti sia prossimo al 18,3% nel Nord Ovest, al 23,9% del Nord Est, al 22,9% nelle regioni del Centro e al 15,9% nel Mezzogiorno. Per grado di istruzione, la percentuale dei docenti per il sostegno sul totale dei docenti è prossima al 19,2% nella scuola dell’infanzia, al 22,4% nella scuola primaria, al 22,3% nella scuola secondaria di I grado e al 15,1% nella scuola secondaria di II grado
In valore assoluto la dotazione organica di docenti, nell’a.s.2020/2021, risulta complessivamente pari a 907.929 unità, di questi 184.405 sono docenti per il sostegno e 723.524 docenti su posto comune.
Entrando del dettaglio della tipologia di contratto, nell’anno scolastico 2020/2021 dei 184.405 docenti per il sostegno, 80.672 hanno un contratto a tempo indeterminato e 103.733 un contratto a tempo determinato.
Il problema, comunque, resta e sta nel fatto che circa 60 mila contratti di sostegno riguardano posti “in deroga” che hanno scadenza il 30 giugno. Posti coperti da docenti precari che a volte non posseggono neppure il titolo di specializzazione.
Su questo quadro di inserisce la lettera inviata al Ministro da parte del Presidente dell’Associazione Autismo Arezzo e referente del Coordinamento Toscano Associazioni per l’Autismo, Andrea Laurenzi.
Nella lettera si fa presente come da anni, le famiglie di studenti autistici e con disabilità intellettiva sollevano una questione fondamentale: la continuità didattico-educativa per i loro figli. Questo non riguarda solo il garantire loro un’istruzione adeguata, ma prevede una particolare enfasi sul ruolo cruciale degli insegnanti di sostegno.
Sta diventando una preoccupante tradizione, si legge nella lettera: ogni anno, durante la definizione degli organici, emergono gli stessi dilemmi riguardo l’assegnazione e lo spostamento degli insegnanti di sostegno. Questi docenti sono pietre miliari, si riconosce nel testo, nella vita di studenti disabili, contribuendo in modo significativo alla loro crescita e apprendimento.
Negli ultimi tre decenni, abbiamo assistito a numerosi interventi legislativi in questo settore. Alcune date sono particolarmente salienti: il 6 agosto 2020, ad esempio, quando un protocollo d’intesa riconosceva l’importanza della continuità didattica, in particolare per gli insegnanti di sostegno. Tuttavia, molte direzioni regionali non hanno ancora attuato le direttive previste da questo accordo, secondo quanto scrive il presidente dell’associazione.
Ancora più allarmante, viene evidenziato il dato rilasciato dallo stesso Ministro che evidenzia come il 59% degli studenti con disabilità abbia cambiato insegnante di sostegno nell’ultimo anno. Tradotto in numeri reali, stiamo parlando di oltre 171.000 studenti che non godono della continuità didattica.
La continuità nell’istruzione non è solo un requisito burocratico, ricorda il presidente: è un diritto garantito dalla nostra Costituzione. “Negare questo diritto rappresenta un grave fallimento del sistema, mettendo a rischio gli individui più vulnerabili che hanno un bisogno impellente di relazioni costanti e affidabili.”
La lettera si chiude con una richiesta di impegno: un dialogo aperto e costruttivo con le associazioni di genitori e decisioni concrete che proteggano l’istruzione dei loro figli. È fondamentale garantire i diritti sanciti dalla legge e rispettare la crescita delle persone più fragili della nostra società.
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