Relazione annuale della Polizia Postale. I dati confermano i rischi ai quali vanno incontro i nostri ragazzi. La scuola è presente . Alcuni utili suggerimenti alle famiglie.
Relazione annuale della Polizia postale. Confermati i rischi di una navigazione poco accorta
Relazione annuale della Polizia Postale. Report molto utile perché proviene da un reparto della Pubblica Sicurezza impegnato nel contrasto al crimine informatico. I dati sono incontrovertibili, in quanto gli agenti sono prossimi ai fenomeni e sempre attenti alle novità introdotte dai soggetti che hanno il solo fine del guadagno. Ovviamente il documento tratta diversi aspetti. Qui ci limitiamo ad analizzare i dati relativi all’adescamento online.
Rispetto al Report del 2021 e pubblicato con Save the children la situazione è leggermente migliorata, grazie alla riduzione dei tempi di esposizione al Web, dovuta alla ripresa graduale, ma decisa delle normali attività scolastiche, spesso interrotte o svolte a singhiozzo per via della pandemia.
Si legge nel report delle attività svolte nel 2022: “Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online: anche quest’anno la fascia dei preadolescenti (età 10-13 anni) è quella più coinvolta in interazioni sessuali tecnomediate, 229 rispetto al totale.
Continua a preoccupare il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, trend che è diventato più consistente a partire dalla pandemia. Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto tra minori e adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive, a riprova ulteriore del fatto che il rischio si concretizza con maggiore probabilità quando i bambini e i ragazzi si esprimono con spensieratezza e fiducia, nei linguaggi e nei comportamenti tipici della loro età.”
Il dato allarmante dell’abbassamento delle vittime deve preoccupare, innanzitutto le famiglie che la Costituzione italiana (art. 30) individua come la prima reponsabile dell’educazione.
Come avviene l’adescamento dei minori? Lo spiega la Polizia Postale nel documento del 2021, profilando gli adescatori come dei profondi conoscitoridella pricologia infantile, spesso esposta a molte fragilità, prodotte da diverse criticità familiari. “Gli adescatori online (groomer) hanno la pazienza e la capacità manipolatoria di irretire le vittime, affascinandole e invischiandole in legami pseudosentimentali. Rispetto al numero complessivo degli adulti indagati per lo scambio di materiale pedopornografico (1421 soggetti), i groomer (208 soggetti) sono una porzione più esigua (15%) ma è evidente che la capacità criminale che sottosta a questo modus operandi è decisamente più complessa e si basa su una conoscenza approfondita dei linguaggi, delle abitudini d’uso e delle fragilità proprie delle vittime, tale da poter consentire di entrare in contatto, condurre l’interazione diretta e governare i rapporti tecnomediati con le bambine, i bambini e gli adolescenti. Intrappolate nell’illusione di un sogno d’amore e/o di un rapporto esclusivo, le piccole vittime si lasciano convincere a mandare immagini sessuali, a compiere atti sessuali usando i socialnetwork, la messaggistica, avvicinati anche mentre giocano online e si sentono al sicuro nel salotto di casa“.
La scuola fa la sua parte. Cosa devono fare i genitori?
In sintesi questa è la fotografia. Nei prossimi anni è inimmaginabile un arretramento della vita online. Questa contaminerà sempre più l’esistenza reale (L. Floridi), arrivando anche a situazioni di completo estraniamento dal contesto concreto (Generazione Hikikomori). Del resto lo smartphone è divenuto lo strumento per accedere a un’esistenza fatta a immagine e somiglianza, dove tutto e tutti diventano usabili e interscambiabili a seconda delle aspettative personali. Difficile attendersi qualcosa di diverso da ragazzi formati dal piacere/non piacere e poco inclini a gestire le frustrazioni e le attese della prospettiva.
Detto questo, la scuola sta facendo la sua parte, supportata dalla Legge 71/17 (contrasto al cyberbullismo) che l’ha autorizzata a formulare una parte del regolamento che conferma il divieto di uso dello smartphone. Recentemente il Ministro G. Valditara ha confermato la validità della Direttiva Fioroni (2007), pubblicando una sua circolare (19.12.22). Non sono previste sanzioni. Queste sono demandate alla decisione di ogni Istituto scolastico e formalzzate nel suddetto Regolamento. Gli interventi della Polizia postale nelle scuole, sono diventati una prassi. A questi si aggiungono incontri più sistematici e finalizzati all’educazione emotiva dei ragazzi. Nel mio istituto è stato avviato un progetto in tal senso.
Ovviamente l’azione principale deve essere svolta dai genitori. Le azioni più radicali sono state ipotizzate nella scorda legislatura dalla Commissione Istruzione del Senato (9 giugno 2021): In sintesi:
“scoraggiare l’uso di smartphonee videogiochi per minori di quattordici anni; rendere cogente il divieto di iscrizione ai social per i minori ditredici anni”
Scelte radicali e dure che non trovano un largo consenso tra i genitori
La Polizia Postale viene incontro proponendo soluzioni meno radicali e quindi più praticabili, che però richiedono una presenza continua e formativa dei genitori. Ecco le più importanti:
Spiega a tuo figlio che il telefonino è un mezzo di comunicazione che impone una cautela analoga a quella che si ha nei confronti del computer. Scegli per i più piccoli modelli semplici, quelli con telecamere e fotocamere riservali a quando sapranno utilizzarli in modo sicuro e consapevole.
Spiega a tuo figlio che foto e riprese effettuate con il telefonino sottostanno alla normativa italiana in materia di protezione dell’immagine e della privacy delle persone. Scegli per i tuoi figli SIM Card ricaricabili e ricarica sempre tu il credito in modo da poter monitorare la quantità di traffico telefonico effettuato.
Al momento dell’attivazione della SIM Card fornisci ai tuoi figli il PIN ma non il PUK. Con il PUK infatti potrai accedere al telefono anche se il pin è stato modificato.
Spiega ai tuoi figli che sms o mms che promettono ricariche facili o altri vantaggi immotivati sono spesso il primo contatto effettuato da chi non ha buone intenzioni.
Parla ai tuoi figli della potenziale pericolosità di richiamare col telefonino numeri sconosciuti da cui provengono squilli o chiamate mute. In passato si è trattato di una modalità con cui i pedofili adescavano i minori”.