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Nelle scorse settimane Tuttoscuola ha documentato in maniera esclusiva la situazione dei docenti precari (nonostante i funambolismi verbali da parte di qualche soggetto per cercare di far propria la portata dei dati, pur essendo costretto a citare la vera e unica fonte), puntando un faro su un fenomeno da sempre grave ma che è andato assumendo in maniera incontrollata negli ultimi anni proporzioni inaccettabili e sempre più dannose per il sistema.
Ma il problema è ancora peggiore, perché non riguarda solo gli insegnanti. Ad accrescere la gravità del quadro organizzativo in cui versa il sistema scolastico italiano, del contesto nel quale sono accolti gli studenti e in cui lavorano tutti coloro che sono addetti alla loro formazione, forniamo un’appendice che riguarda il personale ATA (Amministrativi, Tecnici e Ausiliari). Un universo composto da collaboratori scolastici, prima chiamati bidelli (che ne rappresentano quasi i due terzi), da assistenti amministrativi (pesano per circa un quarto sul totale del personale ATA) e per il resto da assistenti tecnici, che fornisce un apporto determinante e insostituibile al servizio, come ben sa chi conosce veramente la scuola.
Infatti, su circa 228mila ATA in servizio nell’anno scolastico 2021-22, quasi 44mila erano supplenti con contratto a tempo determinato (annuali o a termine), pari al 19% e corrispondente circa ad un precario ogni cinque.
La situazione è dettagliatamente documentata dal Portale dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito che riporta anche le situazioni degli anni precedenti, consentendo una comparazione diacronica che mette in evidenza, come rilevato da Tuttoscuola anche per il personale docente, un incremento in progress preoccupante.
L’aumento in valore assoluto del numero di personale ATA registrato negli ultimi sei anni è accompagnato anche da una loro progressiva incidenza percentuale rispetto al tutto il personale del settore in servizio, come si può evincere dalla seguente tabella, elaborata anch’essa da Tuttoscuola:
Riepilogando: il numero di contratti a tempo determinato tra il personale Ata è passato da 22 mila (2016-17) a 44 mila (+98%); l’incidenza dei precari sul totale dei posti Ata è cresciuta dal 10,7% al 19,2%.
Di conseguenza è aumentata a dismisura la rotazione del personale supplente da scuola a scuola, con una crescente discontinuità organizzativa e relazionale a danno dell’efficienza e dell’efficacia.
Tenendo conto di questa tendenza, il numero di quei circa 44mila ATA precari, registrato nel 21-22, potrebbe avere raggiunto le 47mila unità in questo anno scolastico in corso.
Prima di entrare nella analisi dei nuovi dati, è necessaria un’osservazione preliminare, importante anche e soprattutto per i docenti.
I dati pubblicati dal Portale sono quelli registrati al 31 agosto 2021, cioè prima dell’inizio delle lezioni.
Nelle settimane e nei mesi successivi all’avvio dell’anno scolastico, come ormai avviene da tempo, proprio per le supplenze a termine (30 giugno) si verificano assestamenti e ulteriori conferimenti di contratti a tempo determinato.
È verosimile, pertanto, che i dati pubblicati, ancorché esatti, siano in difetto rispetto alle situazioni effettive che si determinano per assestamento nei primi mesi dell’anno scolastico interessato.
Per i docenti precari, la stima di oltre 240mila unità, definita in precedenti servizi in via esclusiva da Tuttoscuola e riferita ai dati ufficiali al 31 agosto, potrebbe, pertanto, aver superato le 250mila unità.
Per la stessa ragione, si può stimare che attualmente il numero complessivo degli ATA precari si avvicini alle 50 mila unità.
Per approfondimenti:
– Docenti precari/1. Più che raddoppiati in 7 anni
– Un docente su 4 è precario. Boom della discontinuità didattica
– Discontinuità didattica: colpiti oltre la metà degli alunni con disabilità/1. Riforma in arrivo?
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