Al di là del dibattito di quando fare iniziare il recupero delle materie lasciate agli studenti, se a fine agosto o ai primi di settembre (entro l’8), quello che ormai tanti giornali stanno portando in prima pagina riguarda le spese che ogni famiglia è costretta a spendere per consentire un esame senza sorprese ai propri figli.
Secondo il Ministero i ragazzi “rimandati” sono il 18% del totale (17,9% lo scorso anno; i bocciati il 5,8% mentre lo scorso anno erano 6,3%) e dunque la maggioranza di loro sarà costretta a ricorrere alle ripetizioni private.
Che per certi prof disposti a tale lavoro sono una sorta di manna dal cielo, perché sono introiti esentasse, mentre i corsi di recupero, che le scuole sono tenute a organizzare, o vengono disertate o le ore a disposizione sono insufficienti per una preparazione dignitosa o addirittura vengono del tutto ignorate per mancanza di fondi. In ogni caso sono un servizio che lo stato dovrebbe rendere ai propri alunni nelle migliori possibili agevolazioni.
Tuttavia, ancora una volta e anche in questo campo specifico è il privato a fare la parte del leone, pronto a tuffarsi laddove il piatto è più ricco, tant’è che stanno spuntando qua e là sul web organizzazioni ad hoc con professori presi chissà dove per preparare gli studenti agli esami di riparazione via web, con una sorta di rinnovata didattica a distanza sui cui esiti fin troppo si è scritto.
In ogni caso, visto che il problema si pone, occorre affrontarlo e queste società sembrano offrire comunque un servizio, benchè acquattato nell’ombra ci sia sempre il prof che in cambio di una cinquantina di euro l’ora è disposto a dare il meglio di sé e in diretta e senza supporti telematici.
Si arriverebbe infatti a una media che va da 340 euro fino ai 400 euro, a seconda del numero di debiti e delle lacune da colmare o andando anche oltre i 500 euro.
Secondo un sondaggio letto su Il Messaggero, 7 studenti su 10, pur avendo a disposizione i corsi di recupero, hanno voluto potenziare la loro preparazione facendosi affiancare da un docente privato. E questo in considerazione pure del fatto che il giudizio sull’efficacia dei corsi di recupero fatti a scuola non sarebbe molto lusinghiero: solo 1 su 4 li ha reputati utili.
Ma ci sarebbero anche coloro che sono rimasti del tutto scoperti, nel senso che non avrebbero a disposizione né corsoi di recupero né insegnanti privati. Costoro sarebbero quasi 3 studenti su 10: per il 12% le aule d’istituto non hanno più riaperto dopo il termine delle lezioni di inizio giugno, per il 16% non è stato attivato il corso nella materia da recuperare.
Sempre secondo il sondaggio letto su Il Messaggero, circa 4 studenti su 10 ha iniziato a prendere lezioni private subito dopo l’uscita delle pagelle. Molti altri – più o meno un altro terzo – ha ripreso in mano libri al principio di luglio. La parte restante – circa 1 su 5 – ha deciso di procrastinare la pratica al mese di agosto.
E ancora: sarebbero 2 su 3 quelli che prevedono di dover studiare nel periodo tradizionalmente deputato alla villeggiatura estiva: il 50% proseguirà limitandosi a un po’ di ripasso individuale, ma il 17% insisterà con le ripetizioni.
In ogni caso ci sono sempre molti studenti universitari disposti a dare lezioni private con poco più di 20/30 euro l’ora (e anche meno) ma bisogna trovarli, mentre altri gruppi di universitari hanno creato reti per acchiappare studenti in cerca di docenti a basso costo.
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