di Alessandro Fulloni e Carlo Macr, inviati a CrotoneI morti sotto i 18 anni del naufragio di domenica sono arrivati a quota 27. Gli ultimi avevano 3 e 6 anni Il primo dei due corpicini trovati sabato galleggiava a una ventina di metri dalla spiaggia di Steccato, la stessa dove domenica scorsa all’alba la Summer Love si aperta a met dopo che la chiglia stava sventrata da uno scoglio. A scorgere il piccolino — tre anni di et, con indosso un giubbottino in jeans — sono stati, verso le cinque del mattino, dei volontari della Protezione civile che giorno e notte perlustrano quel tratto di riva. Poi ad adagiarlo su un telo bianco sono giunti i sommozzatori dei vigili del fuoco e i marinai della Guardia costiera. Stessa scena otto ore dopo, ma stavolta a Botricello, un paio di chilometri a Ovest, scendendo verso il Reggino. Qui il bimbo aveva un’et approssimativa di sei anni. Lo hanno visto grazie a una mano che usciva dall’acqua, aveva degli short e una scarpa. Senza contare i dispersi (una cifra che potrebbe variare tra i 30 e i 50), il totale dei morti ora salito a 70 mentre sono 62 le vittime che — grazie al poderoso lavoro della Scientifica — hanno gi ricevuto un nome e un cognome. Il fatto che i corpi trovati ieri siano quelli di due bimbi inquadra uno degli aspetti che pi sconvolge in questa tragedia, quello dell’alto numero di minori che hanno perso la vita nel naufragio del caicco. Sono ancora le puntuali cifre fornite dalla prefetta di Crotone Maria Carolina Ippolito a dirci che i morti con meno di 18 anni sono 27, tutti identificati tranne l’ultimo caso a Botricello. Per adesso sulla bara bianca di questo piccolino comparir solo questa sigla: KR70M6. Per chiarire: KR sta per Crotone, 70 ci indica che siamo davanti alla settantesima salma recuperata, M vuol dire che un maschio mentre 6, appunto, l’et presumibile. Ma ecco altri numeri, ancora pi in dettaglio: tra femmine e maschi le vittime sotto i 12 anni sono 18 mentre sono 9 quelle comprese fra i 13 e i 17 anni. Uno aveva 8 mesi, due erano di un anno e altri due di tre anni. Poi contiamo uno di quattro anni, uno di cinque, tre di sei, uno di sette, due di otto e altri due di nove. E ancora: due undicenni, un dodicenne, un tredicenne, un quattordicenne, un quindicenne, quattro sedicenni, e due diciassettenni. Non finita qui: prevedibile che anche nell’eventuale recupero di altre salme sia prevalente la presenza dei bimbi. Dai racconti dei sopravvissuti — spiega Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children, ong in questi giorni prima linea nell’assistenza al Cara di Capo Rizzuto — sappiamo che sulla Summer Love i piccoli sotto i dieci anni erano a decine, i pi vulnerabili. Immaginando, tra l’altro, che pochissimi, forse nessuno, fossero in grado di nuotare, stato impossibile riuscire a sfuggire alla violenza dei flutti forza 5. E forse molti sono stati anche travolti da altre persone pi grandi in quei drammatici momenti della fuga per la salvezza dalla stiva alla coperta. Ci sono poi genitori straziati come l’afghano Wahid che a 150 metri dalla spiaggia, oltre alla moglie Munika, ha perso tre figli piccoli: Maewa e Hadija, 12 e 8 anni, adesso riposano in una bara bianca mentre di Tajib, 5, non si sa nulla. L’uomo, sopravvissuto con il primogenito 14enne, aveva lasciato Herat per sfuggire ai talebani ma ora continua a dire che tutto quello che successo colpa mia: non dovevo partire. Davanti a un feretro nella camera ardente al Palasport, Mina, 60 anni, piange la morte della sorella e delle nipotine tra cui una di 7 anni. C’eravamo sentite anche la sera di sabato e lei, Aisha, era felice: stavano per arrivare ha raccontato all’Adnkronos, appena giunta dall’Olanda. Ma i minori sopravvissuti? Secondo Save the Children, due di loro hanno perso tutti i genitori. Uno ha dodici anni, si trova al reparto Pediatria del San Giovanni di Dio e parlando con gli psicologi continua a ripetere che pap verr presto a prendermi dalla Svezia. Altri due adolescenti avrebbero affrontato la traversata da soli e c’ da capire se abbiano dei parenti in Europa ai quali, eventualmente, saranno affidati. Ciascuna delle storie che ruotano attorno alla Summer Love lascia sgomenti. Una quella del piccolo Hassan, tre anni, il figlio di Shahida Raza, la capitana della nazionale di hockey femminile del Pakistan morta nel naufragio. Il bimbo rimasto nel suo Paese e vive con Saadia, la sorella della giocatrice ventinovenne che all’Ap ha raccontato che Shahida si era imbarcata sul caicco per trovare le cure adatte ad Hassan, paralizzato in parte dopo un ictus. All’ospedale di Karachi le era stato detto che all’estero — ricorda Saadia — avrebbe avuto possibilit di recupero. Ora? Sono orgogliosa di lei, ha fatto di tutto per salvare il suo Hassan. 4 marzo 2023 (modifica il 4 marzo 2023 | 23:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,