politica Mezzogiorno, 9 settembre 2022 – 08:42 Nella roccaforte del potere del governatore. Il figlio Piero: la destra personalizza perché contro il Sud di Simona Brandolini Il Pd a Roma non sta aspettando altro che io batta De Luca. E lo batterò, certo che lo batterò». Edmondo Cirielli parla della sfida a De Luca, e il figlio Piero replica: personalizzano perché sono contro il Sud. «Il Pd a Roma non sta aspettando altro che io batta De Luca padre. E lo batterò, certo che lo batterò». «La sfida sul territorio la destra la perde dal ‘93. Personalizzano perché non hanno argomenti». Il primo è Edmondo Cirielli, il secondo è il candidato Piero De Luca. La sfida di Salerno vista dalla periferia di Mercatello e attraverso gli occhi di Cirielli, solido leader campano di Fdi, assomiglia al fumettone Dc Batman contro Superman. Batman-Cirielli è convinto che Superman-De Luca (ovviamente il padre) abbia contribuito a distruggere la città, che il suo potere sia fuori controllo e per questo sia una minaccia. Insomma la criptonite per il potente presidente della Regione Campania è il vento meloniano che soffia forte anche superata la curva di Vietri, da sempre confine ideale del deluchismo. «A Salerno, a naso, FdI è dieci punti sopra Napoli. C’è una classe dirigente tutta mobilitata, c’è un voto di opinione che intercetta chi non si è piegato al sistema De Luca», Cirielli ha dato appuntamento ai suoi elettori nel ristorante Miramare, al suo fianco l’avvocato Michele Sarno, ex candidato a sindaco ed ex difensore di Fiorenzo Zoccola nell’inchiesta sul sistema delle coop a Salerno. «Ci sono medici, avvocati — dice —, ma non facciamo nomi, perché qui la gente ha paura di essere richiamata all’ordine. Quando Edmondo sarà ministro ci libereremo definitivamente di De Luca». La frase d’ordine è: li asfaltiamo. «Perché c’è un voto anti De Luca di cui usufruiremo». Sicuri? La campagna elettorale del capolista dem alla Camera, al contrario, finora è tutta sui numeri: «Il Pd è l’unica forza che parla e si batte per il Sud contro una destra che non ha votato per le risorse destinate al Mezzogiorno, che vuole tagliare quelle dell’Fsc e portare avanti il progetto dell’autonomia. Gli elettori questo lo sanno, sono convinto che avremo un risultato importante». Piero De Luca difficilmente polemizza: «Tanto sfuggono, non rispondono mai nel merito. E dunque personalizzano. Con quale coraggio si presentano in Campania? Sono ambigui su tutto: sanità, infrastrutture, Pnrr. Lo scontro non è tra Cirielli e De Luca, ma tra due diverse idee di Paese e di Sud». Salerno è da trent’anni un’enclave. Le regole della politica e del potere, conosciute e valide un po’ ovunque, qui sono stravolte. Vincenzo De Luca ha costruito negli anni un consenso personale assai trasversale. Azzerando partiti interi. Forza Italia per esempio. Assorbita in consiglio comunale dalla maggioranza. A trent’anni di distanza i critici ora sono molto più rumorosi. «Per alimentare il suo potere e esercitarlo senza il contenimento della politica ha incentivato le formazioni civiche di centrodestra svalorizzando il partito, ora quei voti torneranno a casa. Il più grande sostenitore del centrodestra in Campania è proprio De Luca. Ma la responsabilità maggiore è di Enrico Letta che si è chiuso sul ceto esistente, firmando liste a tavolino». Chi parla ha il dente avvelenato, d’altronde non potrebbe essere il contrario. Federico Conte, parlamentare uscente di Leu e figlio dell’ex ministro socialista Carmelo, è stato sacrificato dal suo partito e dal Pd che hanno candidato Roberto Speranza e fatto fuori lui (in accordo con De Luca), che ha rinunciato a un collegio impossibile. Per lui la composizione delle liste è un sintomo dello stato di salute assai precario del Partito democratico, da cui se ne è andato. Ed è convinto che i dem perderanno nel Mezzogiorno e in Campania perché Letta, invece, di «fare pubblica ammenda e chiedere scusa ai meridionali per le scelte fatte, ha fatto un accordo con il deluchismo svendendo la seconda regione di Italia. La più grande campagna elettorale per la destra e i 5stelle l’ha fatta il Pd». Quanto a lui dice: «Ho fatto un passo di lato, ma resto dove stavo. Certo non faccio campagna elettorale per altri. A Salerno sono candidati gli uomini simbolo della gestione negativa del comune di Salerno e della Regione». Conte si riferisce, oltre che a Piero De Luca, al vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola e a Luca Cascone, entrambi candidati nei collegi di Salerno e del Cilento. Nel Pd c’è una doppia interpretazione delle loro candidature. Una malevola ovviamente e suona più o meno così: non fidandosi del Pd, Vincenzo De Luca, per blindare il figlio nel listino, ha occupato con i suoi l’uninominale, tra l’altro già perso nel 2018 proprio dall’attuale vicecapogruppo alla Camera del Pd. Quella benevola vuole invece che sia il tentativo di evitare il disastro totale del Pd lettiano, facendo correre i pezzi da novanta. A ben vedere entrambe le ipotesi reggono e non contraddicono un dato oggettivo: De Luca sarà «un monarca», come da definizione degli intellettuali antideluchiani che hanno firmato la lettera a Letta (caduta nel vuoto e che ora è un libro), ma conosce e frequenta la tattica politica meglio di chiunque altro. Da ieri Bonavitacola è sbarcato pure sui social. «Sono in campo per combattere contro i nemici del Sud. — dice — Contro una destra a trazione nordista. E poi perché voglio rappresentare le ragioni e sostenere gli interessi dell’area salernitana nel Parlamento nazionale. Lo faccio con la forza delle cose realizzate in questi anni, da vicepresidente della Regione Campania e assessore all’ambiente, ed ancora prima come deputato e vicesindaco di Salerno, secondo la linea che mi accompagna da sempre: la concretezza, i fatti, al posto delle parole». Sa benissimo l’aria che tira in città. Che è quella del redde rationem. L’altroieri a Scafati Piero De Luca ha dovuto annullare un comizio in piazza perché il centrodestra, con l’ex sindaco Pasquale Aliberti, aveva organizzato una contromanifestazione di protesta. Tanto che il segretario provinciale del Pd, Enzo Luciano ha parlato di «gravi atti intimidatori». Aria pesante. Ma tra i due litiganti c’è, anche, il terzo incomodo. Che non sono i 5 Stelle, che pure hanno stravinto alle passate politiche, ma sono orfani dei loro leader salernitani Angelo Tofalo e Andrea Cioffi, ma Mara Carfagna e il Terzo Polo. In città campeggiano i manifesti del parlamentare ex Fi, Gigi Casciello, candidato ora di Azione al Senato: «Noi siamo tra il ciclone Meloni e il potere di De Luca e ci difenderemo in uno dei collegi più difficili. C’è entusiasmo per il lavoro fatto con Carfagna. È indubbio che il Pd perderà anche per la nostra presenza, avremo un grande risultato». Stasera in città arriva proprio la concittadina ministra del Sud. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 9 settembre 2022 | 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-09 08:54:00, Nella roccaforte del potere del governatore. Il figlio Piero: la destra personalizza perché contro il Sud,