A settembre 59mila assunzioni

Quasi 59mila cattedre a settembre sono pronte a essere assegnate a docenti a tempo indeterminato

di Claudio Tucci

Il ministro Bussetti ha inviato ieri a Mef e Funzione pubblica la richiesta di autorizzazione a coprire tutti i posti che il prossimo anno scolastico, il 2019/2020, si renderanno vacanti e disponibili, terminate le operazioni di mobilità (quest’anno sono state presentate quasi 130mila domande per cambiare istituto, ne sono state accolte il 55 per cento).

Sul numero dei posti da assegnare stabilmente, quest’anno, ha influito, in parte, anche quota 100, che ha portato a circa 31mila pensionamenti nel settore scuola (6mila in più rispetto all’anno prima). Accanto a una fisiologica uscita del personale “senior” (in cattedra l’età media supera i 50 anni).

In base alle normative attuali, il 50% delle 58.627 nuove assunzioni richieste (una volta ricevuto l’ok da parte dei ministri, Giovanni Tria e Giulia Bongiorno) avverranno attingendo alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami; il restante 50% invece utilizzando le graduatoria ad esaurimento (le cosiddette “Gae” dove sono inseriti i precari storici della scuola, specie di infanzia e primaria).

«Il nostro obiettivo – ha spiegato il titolare del Miur Marco Bussetti – è avere tutti gli insegnanti in classe dal primo giorno di scuola. Siamo convinti sia doveroso nei confronti dei nostri ragazzi. Stiamo lavorando per concludere con largo anticipo tutte le procedure necessarie per avviare il nuovo anno. Ora procederemo rapidamente con le assunzioni e, subito dopo, con le supplenze» (queste ultime si annunciano comunque cospicue, intorno alle 150mila unità, ndr).

Lo scorso anno, il 2018-2019, il governo ha autorizzato il Miur a immettere in ruolo circa 57mila docenti, ma circa la metà delle assunzioni preventivate non è andata a buon fine per carenza di candidati (diverse graduatorie infatti sono esaurite da tempo, soprattutto al Nord dove, nel 2017, il ministero dell’Istruzione ha conteggiato oltre 22mila cattedre scoperte). In caso di mancata assunzione a tempo indeterminato, il posto vacante e disponibile viene assegnato a un supplente con contratto a tempo determinato.

Oltre al pacchetto di quasi 59mila assunzioni, il ministro Bussetti ha pronto un maxi piano di nuovi concorsi a cattedra per complessivi circa 70mila posti (gli ultimi due risalgono al 2016 e 2018) con il debutto, peraltro, delle nuove regole sul reclutamento varate da Valeria Fedeli e riviste dall’attuale esecutivo. Nel dettaglio, in autunno verrà bandito un concorso straordinario e abilitante, da oltre 24mila posti, riservato a chi ha già maturato tre anni di insegnamento nella scuola statale, di cui uno specifico nella classe di concorso per cui si intende concorrere. La graduatoria finale sarà determinata assicurando un preminente rilievo ai titoli di servizio, oltre che al punteggio attribuito ad una prova scritta, da svolgere al computer, per la quale sarà prevista una soglia di punteggio minimo, e a una prova orale non selettiva. Sempre entro fine anno, poi, verrà bandita una seconda selezione ordinaria da ulteriori 24mila cattedre per laureati in possesso tra l’altro di 24 crediti formativi (Cfu) in ambito antropo-psico-pedagogico e metodologie e tecnologie didattiche.

A questi due concorsi se ne affiancherà un terzo per altri 16.959 posti per infanzia e primaria (alla selezione potranno partecipare i diplomati magistrali ante 2001/2002, compresi quelli esclusi dalla procedura straordinaria da oltre 10mila posti indetta lo scorso anno (attualmente in corso), e i laureati in scienze della formazione primaria).

Pietro Guerra

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