A Torino nel fascino dei Docks Dora, cercando il design nordico con una visita da Støv

di Elisabetta Marangoni

I titolari: «Usiamo prodotti ecologici per i nostri mobili. L’idea è vendere complementi di arredo presi dal passato per celebrarne la storia»

Oggi vi porto in un posto che di suggestivo, oltre agli arredi che propone, ha il luogo e il nome: STØV, dal danese polvere, come quella che si alza spostando i mobili nei magazzini e negli hangar, o quella che si crea dai restauri e dagli intagli del legno, il materiale principale dei complementi di arredo che Paolo ricerca con tanta passione. Siamo ai Docks Dora, una realtà da sempre affascinante, in quella zona che ha visto delle vere e proprie trasformazioni urbanistiche. Questo, nel lontano 1912, era il centro smistamento merci edificato attorno alla ferrovia per Milano: tre grandi edifici paralleli con struttura in calcestruzzo, ciascuno con due piani, mattoncini rossi, grandi vetrate in ferro bianco e un incredibile struttura in vetro e cemento a unire e coprire il tutto. Qui potresti essere al Meatpacking Destrict di New York, e anche qui i magazzini alimentari Torinesi fino a qualche anno fa, con il buio si trasformavano per la gente della notte, un luogo chiuso, quasi protetto, dove le persone si sedevano sugli scalini a chiacchierare, dai basement usciva odore di fumo, musica e spensieratezza di balli fino al mattino. Uno spazio questo che è nel dna della nostra città: una città sobria che di notte si è sempre trasformata in qualcosa di diverso, dove tutte le diversità diventavano uguali, dove fighetti, cabinotti, alternativi e anarchici si ritrovavano uniti attorno alle consolle dei DJ.

Il fascino dei Docks continua e resiste nel tempo, oggi qui troviamo uffici, gallerie d’arte, studi fotografici, di architettura e STØV. Questo è un progetto che nasce un po’ in sordina e parallelamente ad un lavoro tradizionale, grazie alla passione di Paolo per il design e gli arredi nordici. Inizialmente gli acquisti venivano fatti viaggiando in furgone verso la Danimarca, e la merce veniva stipata prima nel garage della mamma, poi invadendo il sottoscala, finchè è arrivata la location perfetta! Oggi con Chiara al suo fianco, ha deciso di licenziarsi e dedicarsi totalmente a STØV. Una mente vulcanica la sua, mentre ti parla si accarezza la barba e lo sguardo è veloce… difficile stargli dietro perché mentre non ha ancora finito un progetto, ne ha in testa già un altro. La prima cosa che si nota entrando qui, è la parete con gli specchi, la più amata dalle torinesi che entrano e si osservano nei loro riflessi, poi sideboard in tek, sedute in tessuti dal design lineare, lampade, tavolini, stampe… Alla base della passione per il design nordico, mi racconta Paolo, c’è una filosofia improntata sul rispetto per la natura: «Usiamo prodotti ecologici per i nostri mobili. Fa parte di noi ed è anche l’idea dietro il nostro progetto: vendere complementi di arredo di design, presi dal passato, per celebrare il loro gusto e riportare a galla la loro storia. Così evitiamo l’acquisto di prodotti nuovi e aumentiamo il circolo di quelli già esistenti». Spero di aver suscitato in voi un po’ di curiosità per questa realtà fuori dagli schemi, e quando passerete a trovarlo, chiedetegli di pronunciarvi STØV con l’accento danese!

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25 ottobre 2022 (modifica il 26 ottobre 2022 | 08:29)

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, 2022-10-26 06:30:00, I titolari: «Usiamo prodotti ecologici per i nostri mobili. L’idea è vendere complementi di arredo presi dal passato per celebrarne la storia», Elisabetta Marangoni

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