Il figlio di Occhetto muore a Las Palmas. Il padre in lacrime: «Dolore indicibile»

di Paolo Conti

Stroncato da un infarto. L’ex segretario del Pci: «Cosa posso dire di più? Un figlio è un figlio, tutte le altre possibili parole non contano… Se n’è andata per sempre una parte della mia vita»

Achille Occhetto risponde al telefono dopo un paio di squilli, la voce è spezzata: «Cosa posso dire di più? Un figlio è un figlio, tutte le altre possibili parole non contano… Se n’è andata per sempre una parte della mia vita». Poi un singhiozzo, la comunicazione finisce. Il dolore dei personaggi conosciuti dal grande pubblico fatalmente diventa materia per i mezzi di comunicazione.

Il motore del meccanismo è un inevitabile processo di identificazione: un personaggio viene visto per anni in tv; la sua vita, per varie ragioni, è seguita, e quindi il pubblico ne condivide anche i dolori, le tragedie. Forse per queste ragioni, chissà,

l’ex segretario del Pci e poi del Pds sceglie Facebook per comunicare il più innaturale dei lutti possibili nella vita di un essere umano: «Mio figlio Malcolm è stato stroncato da un infarto a Las Palmas. Lo comunico impietrito e con indicibile dolore con questa immagine di vita». E pubblica una foto del figlio Malcolm, film maker e direttore della fotografia, mentre prepara alcuni piatti. Dunque una personalità creativa ed effervescente.

Malcolm, 53 anni, era il primo dei due figli (l’altro è Massimiliano) nati dal primo matrimonio di Achille Occhetto con l’attrice italo-somala Elisa Kadigia Bove. Temperamento da vera artista, quello di Elisa: i primi passi al Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler, una collaborazione con il compositore Luigi Nono, un paio di apparizioni in film diretti da Lamberto Bava e Sergio Martino, un ruolo in «Matrimoni» di Cristina Comencini nel 1998, infine la presidenza dell’Associazione donne immigrate africane. Malcolm era dunque figlio di un politico e di una artista impegnata e aveva trovato una sua strada nel mondo del cinema.

Lavorava in Spagna e su Linkedin offriva questa immagine di sé, definendosi film maker ma anche studente a Roma 3 di Ingegneria meccanica: «Multifunzionale, curioso, capace nella organizzazione e nel problem solving, esperienza acquisita a partire dal settore cinematografico seguita da esperienze nel teatro, televisione fino alla realizzazione di materiale audiovisivo per il web. Ideale per un ambiente in cui sia richiesta flessibilità nei ruoli e nei compiti assegnati. Puntuale nelle scadenze e negli appuntamenti avendo lavorato e vissuto negli Stati Uniti ed in Germania a Berlino dove la puntualità è imprescindibile. Vorrei inoltre dopo tanti anni di freelancing trovare posto in una azienda dove potere esprimere un senso di appartenenza.»

Dice Massimo Ammaniti, psicoanalista: «La morte di un figlio è sempre innaturale, elaborare un simile lutto è comunque difficile. Ma oggettivamente lo diventa ancora di più quando il genitore, come nel caso di Achille Occhetto, è avanti nell’età mentre il figlio che muore ha ancora gran parte della vita davanti a sé». Molte le testimonianze di solidarietà arrivate ad Occhetto, 86 anni, ora sposato da lunghi anni con Aureliana Alberici. Tra queste Piero Fassino e Antonio Bassolino, compagni di un’antica militanza.

24 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 07:36)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-24 05:43:00,

di Paolo Conti

Stroncato da un infarto. L’ex segretario del Pci: «Cosa posso dire di più? Un figlio è un figlio, tutte le altre possibili parole non contano… Se n’è andata per sempre una parte della mia vita»

Achille Occhetto risponde al telefono dopo un paio di squilli, la voce è spezzata: «Cosa posso dire di più? Un figlio è un figlio, tutte le altre possibili parole non contano… Se n’è andata per sempre una parte della mia vita». Poi un singhiozzo, la comunicazione finisce. Il dolore dei personaggi conosciuti dal grande pubblico fatalmente diventa materia per i mezzi di comunicazione.

Il motore del meccanismo è un inevitabile processo di identificazione: un personaggio viene visto per anni in tv; la sua vita, per varie ragioni, è seguita, e quindi il pubblico ne condivide anche i dolori, le tragedie. Forse per queste ragioni, chissà,

l’ex segretario del Pci e poi del Pds sceglie Facebook per comunicare il più innaturale dei lutti possibili nella vita di un essere umano: «Mio figlio Malcolm è stato stroncato da un infarto a Las Palmas. Lo comunico impietrito e con indicibile dolore con questa immagine di vita». E pubblica una foto del figlio Malcolm, film maker e direttore della fotografia, mentre prepara alcuni piatti. Dunque una personalità creativa ed effervescente.

Malcolm, 53 anni, era il primo dei due figli (l’altro è Massimiliano) nati dal primo matrimonio di Achille Occhetto con l’attrice italo-somala Elisa Kadigia Bove. Temperamento da vera artista, quello di Elisa: i primi passi al Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler, una collaborazione con il compositore Luigi Nono, un paio di apparizioni in film diretti da Lamberto Bava e Sergio Martino, un ruolo in «Matrimoni» di Cristina Comencini nel 1998, infine la presidenza dell’Associazione donne immigrate africane. Malcolm era dunque figlio di un politico e di una artista impegnata e aveva trovato una sua strada nel mondo del cinema.

Lavorava in Spagna e su Linkedin offriva questa immagine di sé, definendosi film maker ma anche studente a Roma 3 di Ingegneria meccanica: «Multifunzionale, curioso, capace nella organizzazione e nel problem solving, esperienza acquisita a partire dal settore cinematografico seguita da esperienze nel teatro, televisione fino alla realizzazione di materiale audiovisivo per il web. Ideale per un ambiente in cui sia richiesta flessibilità nei ruoli e nei compiti assegnati. Puntuale nelle scadenze e negli appuntamenti avendo lavorato e vissuto negli Stati Uniti ed in Germania a Berlino dove la puntualità è imprescindibile. Vorrei inoltre dopo tanti anni di freelancing trovare posto in una azienda dove potere esprimere un senso di appartenenza.»

Dice Massimo Ammaniti, psicoanalista: «La morte di un figlio è sempre innaturale, elaborare un simile lutto è comunque difficile. Ma oggettivamente lo diventa ancora di più quando il genitore, come nel caso di Achille Occhetto, è avanti nell’età mentre il figlio che muore ha ancora gran parte della vita davanti a sé». Molte le testimonianze di solidarietà arrivate ad Occhetto, 86 anni, ora sposato da lunghi anni con Aureliana Alberici. Tra queste Piero Fassino e Antonio Bassolino, compagni di un’antica militanza.

24 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 07:36)

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Pietro Guerra

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