Dopo le Regionali la partita sarà quella delle nomine: deciderà Palazzo Chigi (e Meloni vuole più donne)

di Francesco VerderamiIl governo dovr prima sciogliere il nodo della direzione del Tesoro. L’idea della premier di aumentare il numero di donne ai vertici Sulle scelte regna ancora l’incertezza, sul metodo no. Chiusa la parentesi elettorale, in vista del giro di nomine, i leader del centrodestra sanno gi cosa li attende. Meloni vuole intestarsi la selezione degli amministratori delegati per le societ partecipate dallo Stato, e non transige. Per il rinnovo dei board in scadenza pronta semmai ad accettare delle indicazioni sulle figure dei presidenti, dove punta a iniettare una forte presenza di donne. Quanto ai membri dei cda ci sar invece spazio per tutti. Patti chiari e alleanza lunga. Le regole d’ingaggio decise dalla premier si portano dietro borbottii e maldipancia. Ai tempi dei miei governi avevamo il tavolo per le nomine…, ha commentato Berlusconi . Non amarcord. un modo per sottolineare la differenza di metodo rispetto a Meloni. Perch quando Forza Italia aveva un ruolo dominante nella coalizione c’era — secondo il Cavaliere — una gestione pi collegiale nella spartizione del potere. Con tanto di rito. Quando si approssimava l’appuntamento, in uno studio nei pressi della Camera si riunivano Scajola per Forza Italia, Matteoli per An, Calderoli per la Lega e Cesa per l’Udc: i delegati dei partiti selezionavano i dossier e poi giravano le loro decisioni a Gianni Letta. A quegli incontri partecipava anche Giorgetti, nelle vesti di consulente. Da ministro dell’Economia avr il compito di firmare le scelte della presidente del Consiglio, decisa a non accedere alle suggestioni di chi — persino nel suo partito — vorrebbe allargare lo spoils system e accelerare il cambio di vertici che andranno in scadenza l’anno prossimo. Per esempio Cassa depositi e prestiti, guidata da Scannapieco, su cui si potr misurare lo stato delle (buone) relazioni tra Meloni e Draghi. D’altronde c’ gi abbastanza carne al fuoco per chi, come la premier, vorr muoversi con cautela e profilo basso. In ogni caso, prima di dar seguito al valzer del potere, il governo dovr sciogliere il nodo della direzione del Tesoro. L’intenzione di Palazzo Chigi portare a termine la creazione di un Dipartimento ad hoc per le societ partecipate, che la parte politicamente pi sensibile. Tocca a Giorgetti trovare la soluzione. Tra la premier e il ministro c’ sintonia. E il risultato delle Regionali, che ha reso Meloni se possibile ancor pi centrale, agevola il rapporto tra FdI e Lega, perch — come spiega uno dei maggiorenti del centrodestra — ha rinsaldato l’asse con Salvini e sancito tra i due un armistizio che durer fino alle Europee. Chi morde il freno Berlusconi, che non vuole fare la parte dello spettatore e si ripromette di seguire personalmente la partita delle nomine, senza delegarla ai suoi ministri. L’ha fatto sapere a Tajani che tratter io, e tanto basta per alimentare la narrazione di una Forza Italia di partito e una Forza Italia di governo. Ecco perch il Cavaliere ha ricordato il metodo della collegialit dei tempi in cui sedeva lui a Palazzo Chigi. Ed ecco il motivo per cui ieri, in una dichiarazione, ha detto che con Meloni e Salvini ci vedremo a breve per discutere del nostro programma di lavoro. Nel Palazzo l’hanno inteso come un messaggio agli alleati, per evitare di restare escluso. Il fatto che, sulle nomine, a Meloni non piace il metodo Berlusconi . Predilige piuttosto il metodo Draghi, con una gestione diretta delle scelte. Raccontano che in questi mesi abbia chiesto informazioni agli alleati su alcuni nomi. Lei ti chiede, tu gli dici, spiega un rappresentante della coalizione: Ascolta i suggerimenti ma non si espone durante il colloquio. Sar difficile immaginare la convocazione di una cabina di regia sui dossier delle societ partecipate. Ma non impossibile per un rappresentante del governo fare un pronostico: Descalzi all’Eni non si tocca. Starace all’Enel invece s. Profumo a Leonardo a fine corsa. Eppoi c’ Cingolani…. L’ex ministro del governo Draghi bravo, stimato da Giorgia. Per quanto sia inviso a un pezzo di FdI, decide lei. Dalla giostra non pu mancare il cavallo della Rai, su cui l’opposizione promette battaglia. Non capisco, diceva giorni fa Cesa: Ai tempi della Dc ogni volta che cambiava il segretario, cambiavano i vertici della Tv di Stato. Da allora sempre stato cos. E adesso sarebbe uno scandalo?. Meloni sta per iniziare la partita. Con un’avvertenza che un leader della maggioranza ha tenuto a rimarcare: Non si fanno i conti senza l’oste. E cos dicendo ha puntato lo sguardo in alto. Verso il Colle. 14 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 07:41) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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