Aggiornamento classi di concorso, il CSPI: parere favorevole, ma condizionato allaccoglimento delle osservazioni e alla revisione attenta delle criticità evidenziate

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha esaminato un’importante proposta di riforma per quanto riguarda le classi di concorso.

Lo schema di decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con il Ministro dell’Università e della Ricerca, prevede una revisione e un aggiornamento delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente. Questa mossa è una realizzazione pratica dell’art. 4, comma 2-bis, del decreto legislativo n. 59/2017.

Il CSPI ha già precedentemente sottolineato la necessità di “rivedere” le classi di concorso e di abilitazione, puntando a una revisione più approfondita. Un punto critico sollevato riguarda l’accesso ai percorsi di abilitazione, in particolare per la classe di concorso A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), dove si propone l’accesso senza una valutazione qualitativa preliminare dei titoli accademici. Il CSPI raccomanda l’istituzione di standard specifici per questo campo di insegnamento.

Un altro aspetto controverso è l’accorpamento di diverse classi di concorso, considerato inadeguato nella costruzione di un profilo pedagogico, culturale e professionale compiuto del docente. Tale manovra, secondo il CSPI, potrebbe non solo complicare le procedure ma anche portare a un impoverimento culturale nelle aree artistiche e umanistiche.

Il CSPI mette in luce come la fusione di classi di concorso e l’integrazione di titoli di studio possano aumentare il rischio di contenzioso, oltre a richiedere chiarimenti immediati per gli studenti universitari attualmente iscritti, i quali potrebbero trovarsi di fronte a modifiche nei crediti necessari per il conseguimento del titolo.

Un’ulteriore preoccupazione espressa riguarda la tempistica del decreto, che potrebbe generare confusione rispetto alla validità dei titoli di accesso all’insegnamento, specialmente considerando che le università hanno già iniziato i processi di accreditamento basandosi sulla Revisione del 2017.

Date queste criticità, il CSPI ha condizionato l’espressione di un parere positivo all’accettazione, da parte del Ministero, delle osservazioni e delle richieste di modifica presentate.