Aiuti a donne e profughi con accoglienza e speranze: la «famiglia» dei Blue Dots

di Fausta Chiesa

Al valico di Fernetti (Trieste) e al passo del Tarvisio in attivit due centri per i profughi gestiti da Unhcr e Unicef. Assistite oltre 10mila persone arrivate dall’Ucraina, il 73% donne. Collaborazione con altre reti e associazioni

Okana Sukhenko ha 38 anni e due figli piccoli. ucraina e viveva a Dnipro. A marzo scappata dai missili russi, ha preso un treno per la Polonia e poi con il pullman arrivata in Italia a Pontebba, in provincia di Udine, dove vive in un centro per rifugiati. Ringrazio l’Italia per avermi accolta – dice – e sogno una casa dove vivere da sola con i miei bambini. Alla domanda se un giorno vorr tornare nel suo Paese preferisce non rispondere. Il futuro per chi scappa dalle bombe solo un punto di domanda. Come Oksana, tante ucraine sono fuggite dalla guerra con i bambini, ma senza mariti, rimasti a combattere. L’approdo nel nostro Paese il Friuli Venezia-Giulia, dove la rotta balcanica porta il flusso dei migranti al valico di Fernetti, in provincia di Trieste, o al passo del Tarvisio che confina con Austria e Slovenia. In questi punti di ingresso, in aprile l’Unhcr e l’Unicef hanno aperto due Blue Dots, spazi dove danno una risposta ai bisogni pi urgenti: un primo ristoro, informazioni affidabili sui servizi in Italia e su come chiedere protezione. Finora hanno ricevuto assistenza oltre 10mila persone, il 73% donne. Il Blue Dot del Tarvisio si trova sotto l’uscita autostradale di Valbruna. Appena passato il casello, la polizia individua le auto o i pullman con targa ucraina e li accompagna al centro.

Al caldo e sicuri

Fa gi molto freddo, la temperatura la mattina sotto lo zero, ma i container allestiti con il supporto della onlus Enel Cuore (e riscaldati grazie all’allacciamento gratuito alla rete elettrica fornito al Tarvisio e a Fernetti dal gruppo Enel) offrono un posto caldo e sicuro. Qui – spiega Benedetta Inguscio, coordinatrice del Blue Dot di Valbruna – le persone in fuga non trovano solo servizi e informazioni, ma un luogo dove decomprimere. Ricordo in particolare un padre: era portatore di una fortissima disabilit e aveva guidato dall’Ucraina senza sosta. Il nostro aiuto stato fondamentale sia per dare sostegno psicologico sia per trovare una sistemazione, perch, a differenza di molti altri migranti che hanno famiglie con cui ricongiungersi, non aveva nessuno.

Oksana il 28 di novembre era nel Blue Dot di Valbruna. Abbiamo un accordo con Assolavoro che ci aiuta a integrare i rifugiati nel mondo del lavoro, spiega Laura Iucci, funzionario di Unhcr in Italia. Per Oksana, che in Ucraina aveva un impiego in banca, lavorare non sar possibile ora, perch ha scoperto di aspettare il terzo figlio, ma ci tiene a partecipare alla sessione di orientamento. Il centro sempre aperto, anche il sabato e la domenica. Ad aprile arrivavano anche oltre mille migranti al giorno. Poi – dice la capa della polizia di frontiera Cinzia Petralito – il flusso si ridotto e ora la media di una decina di arrivi. Con l’Unhcr collaborano altre realt del Terzo settore. Save the Children, che si prende cura dei bambini, e i partner Arci e D.i.Re. La presenza di Donne in Rete contro la violenza fondamentale. Per le rifugiate – spiega Benedetta Inguscio – il rischio di subire abusi alto. Molte sono adescate su Internet, ma qui scoprono la verit e si possono salvare.

Educare i giovani

Con lo scoppio del conflitto e la crisi umanitaria – commenta il presidente di Enel ed Enel Cuore Michele Crisostomo – abbiamo avvertito subito la necessit di metterci a disposizione. I nostri interlocutori naturali sono stati Unhcr e Save the Children, con cui collaboriamo da anni per progetti in Italia e nel mondo. Abbiamo coinvolto i colleghi di Enel avviando una raccolta fondi che, grazie anche all’intervento di Enel Cuore, ci ha consentito in tempi brevi di fornire le risorse necessarie per realizzare i Blue Dots. La onlus si muove secondo linee guida precise per promuovere l’educazione delle nuove generazioni, aiutare le persone con disabilit e le donne che subiscono violenza. Qui a Valbruna abbiamo trovato conferma della bont della missione guardando i volti e dando nomi alle donne e ai bambini arrivati. Tarvisio e Fernetti sono i primi Blue Dots in Italia, in Europa ce ne sono 39. Il modello sta funzionando molto bene – conclude Laura Iucci – e vorremmo riproporlo in altri luoghi di ingresso dei migranti nel nostro Paese.

18 dicembre 2022 (modifica il 18 dicembre 2022 | 23:46)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-12-18 22:47:00, Al valico di Fernetti (Trieste) e al passo del Tarvisio in attività due centri per i profughi gestiti da Unhcr e Unicef. Assistite oltre 10mila persone arrivate dall’Ucraina, il 73% donne. Collaborazione con altre reti e associazioni, Fausta Chiesa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version