Alessandro Maja, salta l’interrogatorio: ricoverato in psichiatria. La figlia il giorno prima della strage: «Strano, papà mi ha chiesto scusa»

di Andrea Camurani

Doveva comparire venerdì davanti al gip, ma per i medici il suo stato di salute è incompatibile con la permanenza in carcere. La confidenza della 16enne Giulia al nonno: «È successa una cosa…»

La comunicazione è arrivata nella tarda serata di giovedì: Alessandro Maja, l’omicida di Samarate accusato di aver ucciso mercoledì la moglie e la figlia di 16 annie di aver tentato di uccidere anche il figlio era stato trasferito dal carcere di nuovo all’ospedale di Monza, da dove era stato dimesso nella tarda mattinata. Non ha quindi potuto sostenere l’interrogatorio di garanzia previsto per venerdì mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio Luisa Bovitutti che dovrà ora attendere le dimissioni dall’ospedale per poter interrogare il 57enne.

«Non è in condizione di parlare»

«Non siamo ancora riusciti a parlargli, non è in condizioni di sostenere una conversazione», hanno spiegato i legali Enrico Milani e Sabrina Lamera che hanno confermato il ricovero nel reparto di psichiatria per il padre omicida, autore del terzo massacro in famiglia avvenuto in cinque mesi in provincia di Varese. L’udienza di venerdì è stata differita e il giudice si è riservato di decidere riguardo alle richieste del pubblico ministero per la convalida del fermo e la richiesta di custodia cautelare in carcere. «Non appena verrà data comunicazione che Maja potrà sostenere l’interrogatorio, il giudice convocherà l’udienza», hanno aggiunto i legali: «I medici hanno fatto sapere che il suo stato di salute è incompatibile per la permanenza in carcere».

La confidenza di Giulia al nonno: «Papà mi ha chiesto scusa»

Giovedì sera, partecipando a «La vita in diretta», Giulio Pivetta, il nonno materno di Giulia, la ragazza uccisa, aveva rivelato un particolare che la nipote gli aveva confidato la sera prima della strage .«È successo qualcosa di strano stanotte, papà è venuto sul mio letto e mi ha chiesto scusa», ha detto la ragazza al nonno. L’anziano ha raccontato che fino a qualche mese fa Alessandro Maja «era una persona squisita, specialmente con Giulia, che era sempre abbracciata al suo papà». Ma «in questi ultimi tempi – ha ricordato il padre di Stefania Pivetta – era cambiato radicalmente, parlava poco, insistevamo a dire “cosa non va?” e lui non ci ha mai detto di cosa si trattava».

Il fratello di Stefania Pivetta: «Lei non voleva separarsi»

In trasmissione lo zio di Giulia, Mirko, ha detto che Maja «non era più lo stesso, si isolava, non parlava con nessuno». Secondo lui sua sorella Stefania Pivetta non aveva intenzione di separarsi: «Sarei stato il primo con cui si sarebbe confidato, ma – ha detto Mirko – non l’ha fatto». Stefania, anzi, aveva chiesto aiuto al padre per capire perché il marito fosse così depresso. Giulio Pivetta ha raccontato: «Sabato mattina sono andato da loro, non avevo mai alzato la voce, invece mi sono sfogato per capire cosa stava succedendo, ho urlato ad Alessandro di farsi uomo perché aveva due figli e una moglie e lui era immobile, senza dire una parola». Quando Nicolò – il 23enne figlio di Maja unico sopravvissuto alla strage di Samarate – uscirà dall’ospedale, «deve venire a vivere con noi, ci sistemeremo e – ha concluso il nonno – la vita prosegue».

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6 maggio 2022 (modifica il 6 maggio 2022 | 13:22)

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