Alternanza scuola-lavoro: qualcosa si muove?

Qualcosa si muove? Me lo chiedo seguendo quanto sta accadendo in conseguenza alle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, in meno di un mese, e Agli Stadi Generali della Scuola che si svolge in questi giorni, e che Domenica 20 trova sua conclusione.
Ancora una volta, storia docet, il grido si alza dalla base, quella studentesca e sembra richiamare gli eventi del ’68, ma non so se come allora la forza è parimenti eguale. Certo al silenzio della Scuola, una voce che si leva alta è benché meno del nulla.
Ma, detto ciò, non lascerei tutto sul piano dell’indifferenza o dell’apatia, invitando il mondo della Scuola ad unirsi a tutto quanto sia utile e necessario per essere una forza e una voce sola la cui eco magari frantumi i vetri della “sorda” indifferenza, che nel rituale parlamentare recita il ruolo dell’attento ascoltatore e promotore.
“I luoghi della formazione devono trasformare il sistema, non riprodurne le stesse logiche aziendalistiche e volte unicamente al profitto”. Ha ragione Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. Del resto, è quanto si continua ad affermare in ogni luogo e attraverso ogni strumento, quando questi non sono debellati, anche con metodi che con la democrazia hanno poco a che fare e a che vedere… (cosa che spesso assistiamo accadere in una Paese che afferma essere democratico…).
Tutta la Scuola deve essere radicalmente trasformata, ripensata direi meglio. Ma non sono certo che la Politica sia disposta a promuovere, secondo i canoni del quotidiano scolastico, tale trasformazione. Soprattutto ora che essa si presenta presuntuosa ad arrogante, e sempre più denigrante: un esempio ci è dato dalla diatriba sui numeri statistici delle classi in DAD del Ministero e quelli presentati dalla rappresentanza dei presidi (che peraltro ogni giorno sono immediati perché ricevuti sulla base istantanea delle presenze o assenze negli Istituti): rabbrividisco ancora adesso alle parole del nostro Bianchi.
Ma bando ad ogni polemica, o reflusso, forse, e ci spero, è giunta l’occasione di emergere dal torpore, dell’individualismo che comunque permane nel dentro del tessuto scolastico, ed uniti lottare democraticamente e civilmente affinché le ragioni della Scuola siano al centro non soltanto dell’attuale dibattito, che pare restare tale nella dialettica politica e sociale, ma attenti l’interesse di tutti coloro che sono fruitori attivi o indiretti del pianeta Scuola: dai docenti, in primis, fino ai genitori, i quali questi ultimi non si mobilitino solo o soltanto per un loro tornaconto che si esprime nella preoccupazione, reale, del dove  depositare i loro figli, perché impegnati sul lavoro o altro, ma perché sentono davvero il fondativo del ruolo sociale civile formativo, e non semplicemente istituzionale, della Scuola.
Il mio augurio a questi studenti e quanti in questi gironi hanno avuto occasione di ritrovarsi, discutere, confrontarsi, unitamente a quelle forze rappresentative sindacali, alle quali mi e ci uniamo, nello spirito di lotta e della volontà a promuovere un altro futuro per i nostri studenti e per le forze lavoro che dedicano il loro tempo, spesso troppo, e male remunerate, affinché il carrozzone Scuola proceda nel suo cammino, con la sua irremovibile fiducia, dettata dalla storia stessa, che finalmente trovi una Piazza che lo accolga e che lo incontri partecipando allo spettacolo stupendo fatto di colori, di sorrisi, e di continue nuove attrazioni che dicono del costante essere sempre aggiornato, o meglio essere sempre nuovo come ogni giorno è nuovo, convinto che il futuro inizia già adesso: fedele, dunque,  alla propria tradizione, ma aperto al processo di evoluzione che è in ogni dirsi e farsi dell’uomo.
Mario Santoro

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